SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

QUALE LUOGO AMATE E QUALE DETESTATE? COSA SUSCITA IN VOI? SEGNALATELO CON SCRITTI, FOTO, COMMENTI, FATELO IN MODO ANONIMO, CON UNO PSEUDONIMO O CON IL VOSTRO VERO NOME MA PARTECIPATE AL SONDAGGIO DI SALVIAMO IL SALVABILE!
GRAZIE A TUTTI

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domenica 16 dicembre 2012

Caslano, il luogo della pancia di Orio Galli


 
Qui sono rimasti ormai solo luoghi per la pancia ... lo scrive Orio Galli che sul suo luogo del cuore non spende una parola, ma su quello della pancia è come un torrente in piena!
 
A Caslano, negli anni '60, l'architetto Franco Ponti (1921-1984) costruì il quartiere San Michele, chiamato anche "Piccola Venezia". Un esempio di architettura "organica" conosciuto in tutto il mondo per il suo pregio.

 
Circa dieci anni fa il magnate dell'Adidas, Robert Louis Dreyfus (1943-2009), acquistò gran parte di questo quartiere abbattendo una casa del Ponti per costruirvi al suo posto un palazzo (con dépendance) in pomposo stile neoclassico. Grande fu lo scandalo. Ne parlarono a lungo i media.
Ci fu sollevazione da parte di molti nostrani intellettuali. Anche l'architetto Tita Carloni, sempre molto attento a queste vicende, fece tuonare la sua sdegnata voce. Andò comunque a finire che il Dreyfus fece ricostruire la villa abattuta a poche decine di metri dalla sua nuova residenza. Nella quale del resto non soggiornò forse mai... Naturalmente abbellì il grande parco con numerose opere commissionate a scultori ticinesi...

A qualche anno di distanza (vedi fotografie allegate) guardate un po' cosa edificò, proprio all'entrata del canale di accesso al villaggio San Michele, l'architetto (?) Giorgio Giudici, sindaco della "Grande Lugano".





In questo secondo caso, non si è però levata alcuna voce di dissenso. Sapreste forse voi dirmi il perché?
Con un caloroso abbraccio
dal purgat
Orio

Un grazie a Orio, a tutti quelli che hanno già aderito all'invito di Salviamo il salvabile e a chi - speriamo - ci segnalerà i suoi luoghi del cuore e della pancia.
Ortica

giovedì 29 novembre 2012

Il cuore a Bellinzona e la pancia a Massagno


Cari amici di Salviamo il Salvabile, pubblico la prima segnalazione dei vostri luoghi del cuore e della pancia. A inviarcela è Marco Sailer che così commenta le sue scelte. Il luogo del cuore è:

 
Bellinzona, castello di Unterwalden (o Castello di cima, o di Sasso corbaro)
 
Un luogo incantevole, per fortuna protetto al più altro grado (Cantone, Confederazione, persino UNESCO). Ma quella roccia davanti, con uno scivolo levigato da generazione di giovani bellinzonesi che vi hanno consumato chissà quanti fondi dei pantaloncini, quella roccia sarà conservata?
 
E  il luogo della pancia? Un luogo-simbolo e un'ennesima ferita alla memoria del territorio.
 
 
 
Massagno, Piazzetta Santa Lucia 
 
In questo posto, per quattro secoli c'è stata la chiesa di Santa Lucia, distrutta nel 1931 per allargare Via San Gottardo.
 
 
Il Municipio di Massagno, volendo commemorare l'edificio religioso scomparso, vi ha fatto edificare nel 1962 un monumento simbolico, una scala, progettata con sensibilità dall'architetto Alberto Finzi.
 
 
La costruzione, modesta ma espressiva, ricca di segni religiosi e artistici (mosaici di Aurelio Gonzato), è stata distrutta nell'ottobre 2012 per far posto alla porta dell'autorimessa di un condominio. Un'azione violenta e inutile, che ferisce la memoria.
 
Grazie per la segnalazione!
Ortica
 
 


 

domenica 25 novembre 2012

Ciao Tita


È  morto Tita Carloni. Ricordiamolo così,  nel ritratto che la RSI diffonderà questo mercoledì durante la serata interamente dedicata al territorio.
Ci mancherà.
Ortica

sabato 24 novembre 2012

Amo, detesto: arrivano le prime segnalazioni dei vostri luoghi


Cari amici di Salviamo il salvabile,
le segnalazioni sui vostri luoghi del cuore e della pancia iniziano ad arrivare. C'è chi ha allegato foto, chi no, chi ha segnalato un luogo, chi ne ha indicati molti. Tra poco Salviamo il Salvabile inizierà a pubblicare le segnalazioni che ha ricevuto con la speranza di riceverne molte altre. Nel frattempo non perdete i luoghi del cuore e della pancia dei tre protagonisti della serata-evento interamente dedicata al territorio in programma mercoledì 28 su la2 della RSI. E per l'aiuto a divulgare la nostra iniziativa, un grazie di cuore ai cittadini per il territorio di Massagno!

Ortica

giovedì 15 novembre 2012

Dalla controversia su Canobbio nasce un nuovo blog

Cara Icchia,
ti segnalo il  blog nuovo di zecca "Quartiere Corba - Canobbio" con tanto di documentazione fotografica e planimetrie sulla situazione della controversa area. Informazioni supplementari che vanno ad aggiungersi a quanto scritto ieri dall'ingegner Borella sulle bugie del comune.

Ecco due fotomontaggi tratti dal nuovo blog.


Quartiere Corba visto da Pregassona con PP in vigore


Quartiere Corba visto da Pregassona con variante PP

Te lo avevo detto: affaire à suivre!

Ortica

mercoledì 14 novembre 2012

Aspan, variante Corba e le bugie del municipio di Canobbio

 
Cara Icchia,
ricevo dall'ingegnere Pierino Borella questa presa di posizione in cui contesta integralmente le giustificazioni presentate dal municipio di Canobbio a difesa della controversa variante in corso d'opera in zona Corba. Borella sa di cosa parla: nel 2009, lo studio Planidea, si è occupato delle varianti di PR del comune e delle sue norme di attuazione. Ecco cosa scrive:
 
CANOBBIO, Variante Corba - Le bugie del Municipio hanno le gambe corte
 
Lo  scorso 10 ottobre sono apparsi sui quotidiani ticinesi dei commenti al comunicato del Municipio sulla presa di posizione dell’ASPAN in merito alla variante di PP della zona Corba.
La variante PP Corba è in pubblicazione (dal 5 novembre al 5 dicembre) e gli atti smentiscono in modo clamoroso tutte, ma proprio tutte, le esternazioni del Municipio di Canobbio. E’ intanto doveroso costatare come il Municipio stravolga i termini della questione quando richiede all’ASPAN di “informarsi prima di emettere comunicati”. Ma è il Municipio o è l’ASPAN che ha stravolto con la variante PP il piano urbanistico premiato nel 1991?  Di solito chi è responsabile di un’azione dovrebbe, come in questo caso, farsi parte attiva nell’informare chi è coinvolto direttamente.La richiesta del Municipio di Canobbio è pertanto, non solo fuorviante, ma provocatoriamente arrogante.
 Il comunicato riportato dalla stampa il 10 ottobre 2012 continua con tutta una serie d’argomentazioni che si dimostrano in contrasto con i fatti (che tutti possono costatare attraverso gli atti in pubblicazione) per concludere che la variante di PP è un miglioramento paesaggistico ed un intervento più sensibile e razionale. La pretesa di un minor impatto paesaggistico della variante di PP è il colmo della negazione dell’evidenza dell’esatto contrario. Basta vedere il prospetto est (sezione E-E) allegato agli atti in pubblicazione della variante PP per rendersi conto della colata di cemento che si verificherebbe qualora la variante fosse accettata.
Colata di cemento ben visibile dal piazzale della Scuola Media a Trevano e da tutto il versante est del Luganese da Viganello a Cadro. E non potrebbe essere altrimenti se si pensa che è previsto lo spostamento a metà versante degli impianti insediativi posizionati dal PP in vigore in basso a contatto con Via Trevano.
Con    questo spostamento sul versante si creano degli ingombri volumetrici impressionanti a mezza costa con altezza dei fabbricati di 24-28 m contro i 20 m del PR in vigore e quindi ingombri fuori scala per edifici posizionati su un versante ripido molto sensibile dal profilo paesaggistico.
Il posizionamento sul versante di questi scatoloni implica poi la formazione di scavi del terreno naturale di una profondità enorme e maggiore di 10 m. Basta osservare le sezioni allegate alla variante PP per rendersene conto. Altro che migliorare l’inserimento paesaggistico; si tratta dello sconvolgimento radicale e della cementificazione a tappeto di uno dei siti più pregiati della periferia Luganese. Per ora ci limitiamo a segnalare dei fatti che tutti possono costatare negli atti in pubblicazione della variante PP. Ma è mai possibile che dei membri di un Municipio in corpore decidano, tutti assieme, di mentire all’opinione pubblica ed ai propri cittadini sottoscrivendo un comunicato come quello emesso in risposta alla presa di posizione di ASPAN?
Da ultimo, due chicche.
Il Corriere del Ticino, citando il comunicato del Municipio, ha affermato che il progetto era stato modificato dopo le critiche. Questa è un’ulteriore menzogna che s’aggiunge a quelle del Municipio.
Il Giornale del Popolo, canale privilegiato del Municipio di Canobbio, afferma nel comunicato che la riduzione dell’altezza di 1.5 m degli insediamenti a monte permette un miglior inserimento paesaggistico. Altra menzogna! La riduzione di 1.5 m dell’altezza degli insediamenti a monte è funzionale alla richiesta in tal senso di proprietari ubicati ad ovest di Via Tesserete che desiderano avere una maggiore visuale verso il lago. Una modifica che non può essere certo motivata con un interesse pubblico per un miglior inserimento paesaggistico ma con il solo interesse del privato a poter godere di una migliore vista lago.
                                                                                       P. BORELLA
                                                                                      membro ASPA

Affaire à suivre...

Ortica
 

lunedì 12 novembre 2012

Quali sono i vostri luoghi del cuore e luoghi della pancia? Ditelo a Salviamo il Salvabile!


Cari amici del territorio,
l'ultimo numero di Cooperazione ha pubblicato un articolo dedicato ai luoghi da salvare e intitolato "Non solo per ragioni del cuore". Ma i luoghi del cuore sono indispensabili alla tutela del territorio: ognuno di noi ha un luogo al quale è particolarmente legato e questi luoghi del cuore hanno un'importanza cruciale per la difesa del nostro patrimonio, perché ci motivano a evitarne il degrado. Non per nulla, il Fondo Ambiente Italiano (FAI) ha promosso da tempo una vasta campagna per segnalarli. Mi piacerebbe sapere da voi quale è il vostro luogo del cuore. Anzi di più. Quale è il vostro luogo del cuore, ma anche il vostro luogo della pancia, un luogo che detestate particolarmente perché emblematico del degrado del nostro patrimonio. Grazie al vostro contributo, mi piacerebbe realizzare una sorta di fotografia del Ticino, dei suoi luoghi meritevoli di protezione e di quelli che lo deturpano! Non solo: il 28 novembre scoprite sulla RSI quali sono i luoghi del cuore e della pancia di tre autorevoli  conoscitori del territorio ticinese!

Spero che partecipiate numerosi! Basta scrivere all'indirizzo e-mail di Salviamo il Salvabile
(sissalviamoilsalvabile@gmail.com)

Grazie ... di cuore

Ortica

domenica 11 novembre 2012

I luoghi da salvare

Osteria Canetti, Osteria Indipendenza, perché mai la loro sorte ci sta tanto a cuore? Perché gruppi spontanei di cittadini si mobilitano per salvarle? Perché costituiscono la memoria della nostra identità che a poco a poco sta scomparendo.
Sono luoghi da salvare, ma  non solo per ragione di cuore, titola emblematicamente Sandro Pauli, autore del servizio apparso sul settimanale Cooperazione e dedicato al crescente e disinteressato impegno di cittadini, associazioni, gruppi attivi in difesa del patrimonio comune (tra cui -lo diciamo con un pizzico di orgoglio- è menzionato anche "Salviamo il salvabile").
 
 

E l'impegno sembra sempre più pagante. L'appello a non disperdere lo storico e pregiato arredo dell'osteria Indipendenza, ormai chiusa, non è rimasto inascoltato. L'intero mobilio, firmato Chiattone, è stato acquistato dai nuovi proprietari del palazzo che per anni ha ospitato il noto ritrovo luganese. L'Indipendenza rimarrà un bar, hanno assicurato, e chissà -aggiungiamo noi- che lo stesso arredo non accolga i futuri avventori!
Ortica

venerdì 26 ottobre 2012

Osteria Indipendenza, in vendita il mobilio di Chiattone: ma non doveva recuperarlo la città?


Ma come, non era lo scorso agosto che la municipale luganese a capo del dicastero della cultura lanciava un appello per salvaguardare la memoria storica dell'Osteria indipendenza?  Di fronte al pericolo che il mobilio disegnato da Mario Chiattone, notoriamente di assoluto pregio, venisse venduto, smembrato o addirittura rottamato la municipale aveva dichiarato: "Credo che la città debba ragionare seriamente sul suo recupero" . Nel contempo aveva ipotizzato il coinvolgimento del Dicastero delle attività culturali ai fini di trovargli un'altra collocazione che potesse restituirgli "le ragioni della sua esistenza, anche simbolica, in un ambiente in cui la cultura è centrale".  Cosa è stato fatto nel frattempo? è lecito chiederselo dal momento che in un annuncio apparso oggi sul Corriere del Ticino leggo che "l'arredamento completo e pregiato firmato A. e M.Chiattone" è in vendita al miglior offerente.
 
Ortica

sabato 20 ottobre 2012

Ticino e maledilizia

Cara Icchia, pubblico integralmente uno scritto di Eugenio Foglia uscito qualche giorno fa sul Corriere del Ticino: a  mio avviso solleva alcuni punti meritevoli di riflessione.  In questi ultimi anni il  nostro cantone, un tempo conosciuto come "terra d'artisti",  ha subito una trasformazione radicale, purtroppo in peggio. Della "terra d'artisti" di un tempo, presto non rimarrà più nulla. Oggi viviamo di un binomio poco edificante: siamo ormai  "terra d'artiste" e "terra di conquista" per immobiliaristi d'assalto, cementificatori a oltranza e affaristi di ogni tipo. I risultati sono malauguratamente sotto gli occhi di tutti.  Maledilizia, sindaci in carcere perché invischiati in affari immobiliari poco edificanti, cementificazione galoppante, turismo in calo: il degrado del territorio è lo specchio dell'imbarbarimento civile, culturale e morale del paese. C'è poco da stare allegri...
Ortica

martedì 16 ottobre 2012

Reti a rischio

Cara Ortica, leggo oggi su un quotidiano di Lugano che,per decisione della Confederazione, diverse linee ferroviarie ticinesi sono a rischio...
La S20 Castione-Locarno, la S30 Belinzona-Luino, la Lugano-Ponte Tresa, la S10 Airolo-Chiasso, la Locarno-Domodossola.
A livello svizzero sono 175 sulle 300 esistenti.
Ma come è possibile una cosa del genere?
Con che criterio è giustificabile la possibile eliminazione di un servizio pubblico di questo tipo?

Si salvano solo quelle linee che hanno un tasso di copertura dei costi superiore al 50%. Le altre, prima di effettuare investimenti, verrebbero sottoposte a una severa verifica di redditività.
E se le condizioni di economicità di una linea, definite dalla Confederazione, non saranno soddisfatte, "occorrerà imperativamente esaminare se il suo esercizio può essere trasferito dalla ferrovia all'autobus".

E come la mettiamo dal punto di vista della qualità di vita? Del carburante speso? Della massificazione delle proposte?

Da come leggo (anche su tio.ch) questa notizia ha provocato le prime reazioni. I Verdi ticinesi, in una nota, hanno già espresso il loro dissenso, liquidando la proposta del Consiglio federale come "miope e controproducente".

Anche nel Dipartimento del Territorio la notizia non suscita grandi entusiasmi. Moreno Storni, capo ufficio dei Trasporti Pubblici, non ha esitato nell'esprimere tutta la sua contrarietà al progetto di ordinanza federale. "La proposta è poco realistica" ha dichiarato Storni. "Poco realistica perché tagliare i servizi regionali sulla gran parte delle linee ferroviarie del Cantone, come la Centovallina o la Lugano-Ponte Tresa, le linee Tilo S10 o la S30, vorrebbe dire riversare una gran parte di questo traffico sulla strada".

Anche l'ipotesi di mettere in circolazione dei bus sostitutivi non piace affatto al rappresentante del Dipartimento del Territorio: "Non è immaginabile riuscire a soddisfare questa domanda, soprattutto tenendo conto del traffico che c'è sulle nostre strade".

La proposta della Confederazione trova, da parte ticinese, una chiara e ferma opposizione. Lo assicura lo stesso Storni: "Ci consulteremo anche con la direzione della Conferenza dei direttori cantonali dei trasporti per una presa di posizione univoca nei confronti della Confederazione".

Il capo ufficio ricorda che la Confederazione aveva già tentato, qualche anno fa, di ridurre l'offerta sulle linee periferiche, ma l'opposizione che ci fu a livello federale spinse il Consiglio federale a fare un passo indietro. Oggi il Governo federale ci riprova. Ma è facile pensare che l'opposizione ticinese sarà ferma. "Il parlamento cantonale ha sempre sostenuto tutti i progetti di trasporto pubblico presentati dal Consiglio di Stato. Questa ordinanza cozza completamente contro quella che è stata la politica del Cantone degli ultimi anni, ossia quella di favorire la mobilità su trasporto pubblico".

L'ultimo problema, però, riguarda il criterio ghigliottina, che riguarda il tasso di copertura dei costi, che deve raggiungere almeno il 50% per considerarsi tranquilli. La FLP e le FART riescono a soddisfare questo criterio? "E' difficile che una linea ferroviaria, che ha comunque una parte di costi importante nelle infrastrutture e nel materiabile rotabile, abbia un grado di copertura che superi il 50%. Nello specifico non posso esprimermi, perché in questo momento non ho i dati sottomano, ma visto che sono stati inseriti nella lista, probabilmente questo criterio non lo soddisfano".

sabato 13 ottobre 2012

Gorduno: ecco come il comune tutela un ponte storico




Questo è un bene culturale tutelato a livello locale ai sensi della LBC del 1997... lo avreste mai detto? Si tratta del vecchio ponte sul riale che divide il territorio di Gorduno con quello di Bellinzona. 




Lo stato di incuria nel quale versa non fa onore al comune del Sopraceneri il quale, all'articolo 27 delle norme di piano regolatore, lo inserisce tra gli oggetti storici degni di particolare protezione. 




Un cittadino del comune si è preso la briga di inviarci alcune foto che testimoniano in modo eloquente il  suo degrado. "Trovo che lo stato precario è indecente per un ponte storico" scrive. E non possiamo che dargli ragione.

Ortica

sabato 29 settembre 2012

Cara Ortica,
continua, nel suo piccolo, a farsi concretamente sentire il malumore dei cittadini ticinesi di fronte alla mancanza di tutela per i nostri centri storici.
Ho appena scoperto su Facebook che esiste la pagina "Salviamo Locarno". Il suo motto è "Salviamo la nostra città dalla mancanza di tutela nei confronti di edifici storici! È ora di dire BASTA!"...
Vai a curiosare anche tu, vedrai che troverai delle immagini molto interessanti. Speriamo che tutte le voci unite possano aiutare a salvare il nostro patrimonio culturale.
Icchia


 

venerdì 14 settembre 2012

Roccolo di Canobbio: la memoria corta del comune e l'appetito dell'immobiliarista d'assalto




Antefatto.  Canobbio, zona la Corba, lungo via Trevano.  Sull'area terrazzata, con vista imprendibile sul lago, sorge un roccolo: il "roccolo dei Fumagalli". È  un bene protetto.  Va tutelato con un perimetro di rispetto, secondo la legge. Nel 1977, un'interpellanza chiede al Municipio la salvaguardia di quella vasta zona verde - roccolo compreso -  per preservarla da un eventuale "deturpamento  con costruzioni che potrebbero non inserirsi gradevolmente nel paesaggio".  Nel 1991 il CC approva un piano particolareggiato che prevede l'edificazione della Corba, ma mantenendo un'ampia zona verde. L'autore dell'interpellanza del 1977 auspica  "un uso che rispetti gli interessi dei legittimi proprietari ma anche di tutta la comunità". La sensibilità dimostrata dalle autorità comunali con il nuovo PR viene addirittura premiata dalla ASPAN.

 
Nel 2011, sul terreno dove sorge il nostro roccolo, viene fatta tabula rasa di tutta la vegetazione. Il disboscamento grazia un unico albero, che da secoli svetta accanto al "roccolo dei Fumagalli", frattanto ceduto al comune. La zona, complice la vista sul golfo, è un boccone troppo ghiotto per lasciarla così com'è. E infatti non viene risparmiata da un progetto immobiliare di dimensioni impressionanti. Lì sorgeranno ben cinque palazzine: un'edificazione intensiva, a detta dello stesso ufficio tecnico comunale, che rispetto a un'edificazione estensiva consentirà tuttavia di "salvaguardare il più verde possibile".  Contemporaneamente, lo stesso ufficio tecnico si premura di assicurare che "dal roccolo la vista rimarrà la stessa".

 

Autunno 2012: la palazzina sotto il roccolo  è praticamente  terminata e si è divorata  quasi tutta la collina:  del roccolo, si intravede, a malapena, la torretta.  Sul retro si lavora alacremente per completare quelle lungo via Tesserete. Ma si sa, l'appetito vien mangiando. Il nostro immobiliarista d'assalto coinvolge un noto ed affermato studio di progettazione per chiedere al comune di Canobbio di fare una variante di PR in corso d’opera cosÌ da aumentare la SUL edificabile ma soprattutto poter spostare le palazzine lungo via Trevano più in alto ... proprio dove era prevista l’area a verde. Il comune cosa fa? Ottempera ai "desiderata" e a breve pubblicherà una variante di PR.
 


Ogni commento è superfluo. Ognuno tiri le sue conclusioni. I politici si possono cambiare, gli scempi della cementificazione rimangono sulle spalle della comunità di cui questi stessi politici affermano voler difendere gli interessi.

Ortica

mercoledì 12 settembre 2012

Cara Ortica, da quando è avvenuto il cambiamento del piano viario di Lugano, uso nettamente meno l'automobile.
Mi ritrovo come tanti però anche a disagio con i nuovi costi dei biglietti del bus, tra l'altro mai stati così tanto fuori orario rispetto alle loro "tabelle di marcia" come ora.
Percorro dunque di più e più volnetieri la città a piedi in queste giornate di fine estate. A questo proposito vorrei ricordare che meno di una settimana fa i consiglieri comunali dei Verdi del Ticino, Gianni Cattaneo e Melitta Jalkanen hanno inoltrato un'interrogazione sulla mobilità pedonale in città. Lugano è infatti un luogo dove ci si sposta molto a piedi. Anche se la percentuale di chi usa il mezzo privato, preferendolo a quello pubblico ( e alla mobilità pedonale) è ancora, per i Verdi, troppo alto.
Leggiamo qui le loro parole:

Per favorire concretamente i percorsi a piedi, soprattutto in una realtà come la nostra, occorre porvi una giusta attenzione e dargli pari dignità, come avviene in altre città del nostro paese.
Visto che con il PVP, siamo nelle fasi iniziali di una vera e propria rivoluzione della mobilità e visto che si pone giustamente molta attenzione ed energie a far sì che tutto funzioni al meglio, ci permettiamo di porre alcune domande in merito alla mobilità pedonale cittadina:  
1. Corrisponde al vero la sensazione di molti pedoni di essere penalizzati più di prima nell’attesa del via-libera ai semafori? Quanto sono in media i tempi d'attesa? In quali punti sono più lunghi?
2. Quanto dura in media il verde ai semafori? Spesso infatti il periodo di tempo in cui il semaforo resta verde è molto breve, se non si ha un buon passo si termina di attraversare con il giallo. Per bambini, disabili e anziani questo è un problema che è già stato sollevato più volte anche in passato.  
3. Ci sono diversi attraversamenti pedonali dotati di semafori il cui attraversamento avviene in due tempi. Dapprima fino a metà strada, con pausa nell’isola spartitraffico (spesso non breve), e in seguito fino all’altro marciapiede. Questo tipo di attraversamento in "due fasi" è presente in zona Resega /Cinestar su strade molto trafficate. Quanti sono i passaggi pedonali di questo tipo? Come si giustifica una tale organizzazione dei semafori? Non è pericoloso a causa del poco spazio nell’isola spartitraffico e del traffico intenso, soprattutto se ci sono passeggini, sedie a rotelle, deambulatori? Oltre ad una maggiore esposizione dei pedoni all’inquinamento (dimostrato dallo studio dell’ATA sulle polveri ultrafini di questo inverno (http://www.ata.ch/fileadmin/user_upload/Italiano/PM-Testbericht2012_i.pdf) non c’è il rischio di – da una parte - scoraggiare la mobilità a piedi e dall’altra, incoraggiare ad attraversare con il rosso?“  
Affaire à suivre!
Icchia

venerdì 7 settembre 2012

Salvatore Settis e l'orizzonte

Cos'è l'orizzonte per Salvatore Settis?
È l'orizzonte mutato drasticamente negli ultimi decenni e che ha spazzato via quello formatosi nei secoli all'insegna dell'equilibrio tra natura e cultura. Dobbiamo ripristinarlo. È l'orizzonte sbarrato dallo sguardo miope di chi crede solo nel profitto immediato a scapito del bene comune. Dobbiamo  investire sul futuro delle prossime generazioni . È l'orizzonte di campagne sacrificate al cemento. Dobbiamo cessare di sperperare un capitale insostituibile. Guarda il suo intervento, lo scorso mese di maggio, a "Quello che (non) ho".
Ortica
 

mercoledì 5 settembre 2012

Giovanna Masoni Brenni non vuole una città di plastica


Un plauso a Giovanna Masoni Brenni! La municipale che in più occasioni si è mostrata attenta e sensibile alla salvaguardia del patrimonio della "sua" Lugano - ricordiamo tra l'altro la sua recente dichiarazione a favore della salvaguardia del patrimonio storico legato all'Osteria Indipendenza - è intervenuta oggi sul Cdt nel dibattito sull'attuale sviluppo edilizio della città, sviluppo che rischia di depauperarne il tessuto umano e sociale.
La tematica della crescente scarsità di alloggi a pigioni moderate, che svuotano a poco a poco la città di tutta una fascia di abitanti che quotidianamente la fanno vivere e pulsare, è di scottante attualità. Il fenomeno ha assunto proporzioni tali anche a livello nazionale da avere addirittura spinto l'Associazione degli inquilini a chiedere misure di accompagnamento per il mercato dell'alloggio.
A Lugano, la crescente edificazione di oggetti di lusso - con il conseguente aumento dei prezzi - "non tiene conto della geografia sociale della città". "I prezzi sono molto cresciuti e chi costruisce punta sempre più in alto" scrive la muncipale."Abbiamo una visione d'insieme tale da metterci nelle condizioni di ragionare attorno al tema ponendo in primo piano anche le esigenze dei "cittadini-consumatori" e non (soltanto) quelle degli investitori (e dei costruttori)? Il pericolo di espellere (volutamente uso questo vocabolo forte) dalla città un'intera fascia di popolazione è concreto".  Il rischio è che Lugano diventi un guscio vuoto, una città di plastica privata della sua identità.
Ortica

martedì 28 agosto 2012

I destini incrociati della Cantina Canetti e dell'Osteria Indipendenza


Chiusura posticipata di due anni per la Cantina Canetti di Locarno. La mobilitazione generale contro lo sfratto intimatole dai nuovi proprietari ha sortito i suoi effetti: 6300 firme raccolte in pochi mesi,  un'interrogazione firmata da una quindicina di consiglieri comunali ed ora la decisione del pretore di Locarno che ha deciso una proroga allo sfratto. E per l'Osteria Indipendenza, storico locale luganese  destinato a scomparire nonostante le promesse fatte alla città dal nuovo proprietario? La notizia non ha lasciato indifferente la municipale Giovanna Masoni "Su questo progetto, e sulla salvaguardia del patrimonio storico legato all’Osteria, credo di potermi impegnare e di poter impegnare il Dicastero delle Attività culturali. Giudico anche utile che attorno al tema si sviluppi una discussione e che forte si faccia sentire la pressione dei cittadini - la sottolineatura è mia -. Insieme sarà più facile restituire all’Osteria dell’Indipendenza il suo ruolo".  Vogliamo salvare l'osteria Indipendenza?  Facciamo sentire la nostra voce:  quale migliore testimonianza di quanto sia importante mobilitarsi se non i recenti successi ottenuti dai promotori della salvaguardia del parco di Hermann Hesse e dei cedri di via Moncucco?
Ortica

giovedì 23 agosto 2012

Salvaguardare l'Osteria Indipendenza: un impegno da rispettare


Ma come, non doveva essere salvata? La lettera di  Abbondio Adobati pubblicata oggi dal Cdt sulla chiusura definitiva dell'Osteria Indipendenza, uno dei pochi ritrovi superstiti della vecchia Lugano e punto d'incontro di intere generazioni di luganesi, ha lasciato sopresi più d'uno. Tanto più che lo scorso anno, di fronte alla levata di scudi suscitata dall'annuncio della sua chiusura, l'acquirente dello storico palazzo Chiattone aveva dato alla città precise garanzie sulla sua volontà di salvaguardarla per le sue peculiarità storico-architettoniche. Cosa che il Municipio non aveva mancato di sottolineare in risposta all'interrogazione del leghista Stefano Fraschina: "... con scritto del 3 febbraio 2011, il rappresentante legale della Società proprietaria dell'immobile ha precisato che l'intenzione è quella di riattare e restaurare il bar, compreso l'arredo che lo caratterizza con l'obbiettivo di conservare i valori architettonici, storici e culturali del locale stesso. Visto quanto sopra - concludeva - riteniamo pertanto di tranquillizzarLa considerando quanto le supposizione espresse nell'interrogazione siano infondate".
Un mese prima, nella sua  risposta a un intervento analogo del socialista Martino Rossi ("Non si è presa in considerazione la possibilità, al momento dell'alienazione, di vincolare a registro fondiario la destinazione d'uso e la conservazione degli interni della storica Osteria?) l'Esecutivo aveva già gettato acqua sul fuoco:"L'obiettivo della Società proprietaria è quello di conservare i valori architettonici, storici e culturali del locale; non si è pertanto ritenuto opportuno vincolare la conservazione degli interni i quali, allo stato attuale, risultano fatiscenti."
Ebbene, a poco più di un anno di distanza, la "società proprietaria" ribalta le carte in tavola e si rimangia la parola. Cosa farà il Municipio di fronte a tanta tracotanza?
A Locarno, la paventata chiusura dell'Osteria Canetti ha creato una mobilitazione sfociata nella raccolta di oltre 6000 firme in sua difesa.
A Lugano occorrerebbe fare la stessa cosa. Perché, come ci ha scritto Melitta Jalkanenlo sfratto non significa solo la chiusura del locale ma anche la perdita dei suoi preziosi arredi interni. "Il tempo stringe, e sarebbe davvero un gran peccato se andasse all’incineritore un pezzo di storia luganese, di grande valore artistico, culturale, storico, artigianale. E perchè no, anche economico, perché un arredo completo, firmato Chiattone, ancora in condizione completamente originale, non è una cosa che si trova dietro ogni angolo."  E conclude: "Al limite collocarlo nel Bar del nuovo LAC se non è possibile ricreare un’Osteria Indipendenza".  
No Melitta, l'Osteria Indipendenza - memoria storica della città - deve rimanere dove è. Tanto più che è un impegno preso dal nuovo proprietario niente di meno che con il Municipio.
Ortica


 

martedì 7 agosto 2012

Non solo cinema: il sottile filo rosso tra Venezia e Locarno

Cara Icchia, in questi giorni dove il Festival del cinema di Locarno è in pieno svolgimento e la polemica sulla nuova casa del cinema pure, mi sono imbattuta in un articolo di qualche giorno fa sulla svendita e sulla profanazione di Venezia a firma di Salvatore Settis. La riflessione di Settis prende spunto da tre episodi che hanno come protagonista (e come vittima) la città sulla Laguna. "Enormi navi da 40'000 tonnellate e oltre sfiorano ogni giorno Palazzo ducale", "Benetton compra il Fondaco dei tedeschi - prezioso edificio di primo Cinquecento ai piedi del Rialto - per farne "un megastore di forte impatto simbolico" - con sopraelevazione, mega-terrazza con vista sul Rialto e scale mobili -" e "Pierre Cardin vuol lasciare un segno in Laguna" costruendo a Maghera "un Palais Lumière, da un miliardo e mezzo (...) altro 140 metri in più del campanile di San Marco".
In tutti e tre i casi, i progetti oltraggiano la memoria storico-architettonica della città e, come si suol dire, anche questa volta Settis non le manda a dire. "La profanazione, anzi la visibiltà della profanazione, ha una forte carica simbolica, è uno statement di iper-modernità rampante e volgare" ed è accomunata dallo stesso ricatto nei confronti delle istituzioni: i soldi. "Senza le mega-navi, calano i turisti; per avere la mega-torre di Maghera e la mega-terrazza del Fondaco bisogna ubbidire al committente senza fiatare. E le istituzioni? Prone ai voleri del dio Mercato, sono pronte a tutto".
Nel nostro piccolo, Locarno - tuttora sprovvista di un elenco dei beni culturali protetti nonostante la Legge cantonale sui beni culturali risalga al 1997 - non è da meno: pur di non perdere i 10 milioni elargiti dalla fondazione Stella Chiara del magnate del cinema Martin Hellstern, è disposta a demolire senza alcuna remora il Palazzo delle ex scuole comunali.
Ortica

immmagine RSI.info





martedì 3 luglio 2012

Un'altra voce per salvare la Ca' rossa

"L'illuminazione non può venirti dall'esterno, non può venirti neppure da me; tu puoi trovarla solo in te stesso.
Non incontrerai mai un maestro che ti tolga la fatica di cercare; solo se una persona riflette profondamente sulla voce interna troverà una via, esattamente come io stesso devo sempre di nuovo cercarla e trovarla, giorno per giorno".
Hermann Hesse, lettere

foto da Litweb
Inizia così, con una citazione di Hermann Hesse, l'appello per salvare quella che fu la Ca' rossa lanciato dal blog letterario Litweb. La mobilitazione creatasi attorno alla salvaguardia del parco che tanto rappresentò per lo scrittore e che tanto rappresenta agli occhi dei cultori della sua opera l'ha indotto a pubblicare questo bel contributo. Un omaggio allo scrittore è apparso anche sulla rivista della STAN, che ricordiamolo, ha fatto sua la causa degli oppositori. Lo potere leggere integralmente anche qui.
Ortica

giovedì 14 giugno 2012

Cambiamo il traffico

Carissima Ortica, ho fra le mani la nuova pubblicazione che è stata recapitata nelle bucalettere di oggi sui diversi cambiamenti viari della città previsti per fine luglio...un fascicolo(ne) che peró poco mi illumina ed anzi mi confonde sui
grandi nuovi percorsi della nostra Lugano... Tu ne capisci di più?

lunedì 11 giugno 2012

Ritorno alla terra? Cambiamo occhiali...


E a proposito del ritorno alla terra, ecco cosa scrive Carlo Petrini (fondatore di Slow Food) in un articolo apparso su Repubblica lo scorso 7 giugno.  

"Siamo sempre più d’accordo che il cambiamento serve e si comincia a intravedere, ma non ce ne siamo accorti fino a ieri, e tanti continuano a non capire. Per esempio se qualcuno dice che è necessario un "ritorno alla terra", una rivalutazione delle economie agricole, dei mestieri manuali e dell’artigianato, di sistemi produttivi e di consumo locali e sostenibili, viene immediatamente visto come un personaggio naif e fuori dal mondo. Ben che vada come una specie di guru che dice cose interessanti, ma pur sempre irrealizzabili. Invece è necessario cambiare occhiali, e allora si comincia a vedere. Si capisce che nel mondo tutto questo sta già avvenendo, da anni. Perché le buone pratiche che si possono mettere in atto riguardo al cibo, all’agricoltura, all’ambiente, agli antichi saperi che rimodernizzano i mestieri, sono tutte in essere in molte parti del Pianeta (...)

Il ritorno alla terra, foss’anche un diverso modo di fare la spesa, per coloro che vestono vecchi occhiali è utopico o "di nicchia". Ma sono sicuro che tante piccole realtà li travolgeranno, relegandoli, loro sì, in una nicchia dimenticata. Nessuno pensa - anche molti profeti del cambiamento - che queste persone stiano facendo vera economia. Ma oggi un pastore giovane riesce a fare più economia reale di tanti che vi sarebbero preposti, ve lo garantisco. «Finalmente la primavera sta arrivando», mi ha detto un entusiasta Ermanno Olmi una sera a margine di un convegno dedicato ai nuovi mestieri del cibo e dell’ambiente dove sono intervenuti tanti giovani già impegnati. Sottoscrivo in pieno, e gli altri si mettano il cuore in pace. La primavera sta arrivando: si può sentire, si può vedere".

Ortica


Tuteliamo i terreni agricoli!


La salvaguardia del nostro territorio passa anche dalla tutela delle zone agricole -sempre più minacciate dalla pressione immobiliare. Il tema è molto sentito sia da parte delle autorità sia da parte della popolazione: lo confermano i due programma nazionali  di ricerca attualmente in corso  - uno dedicato all'uso sostenibile delle risorse del suolo, l'altro allo sviluppo sostenibile e all'ambiente costruito - come pure la mobilitazione per il ripristino della destinazione agricola originaria dell'area di Valera, nel Mendrisiotto. Un segnale chiaro giunge ora anche dalla STAN che, in previsione della votazione del prossimo 17 giugno ad Ascona, si dice contraria al cambiamento da zona agricola a edificabile di 14'500 metri quadrati di terreno sul delta della Maggia. Vista l'importanza della posta in gioco, pubblichiamo interamente la sua presa di posizione (le sottolineature sono mie).
Ortica

Ascona: NO all’ampliamento della zona edificabile sul delta della Maggia!


I cittadini e le cittadine di Ascona si recheranno alle urne il 17 giugno prossimo per esprimersi su una modifica del Piano Regolatore comunale che prevede la messa in zona edificabile di 15'000 mq di terreno agricolo della Terreni alla Maggia S.A.. La STAN invita la popolazione asconese a respingere questa proposta, perché in tutto il Cantone e anche ad Ascona le superfici edificabili sono largamente in esubero rispetto al prevedibile utilizzo nei prossimi 10 o 20 anni, percui non vi è alcun bisogno di allargare ulteriormente la zona edificabile. La salvaguardia rigorosa del territorio agricolo, in specie quello pregiato (zone SAC o comunque facilmente sfruttabili sia per la campicoltura che per la foraggicoltura), è indispensabile se vogliamo salvare un’agricoltura vitale, e questo soprattutto nei fondovalli e nei pressi dei centri urbani dove maggiore è la pressione per altre utilizzazioni del territorio. La salvaguardia del territorio agricolo significa poi contemporaneamente pure salvaguardia del paesaggio e di spazi naturali aperti, e rappresenta un’esigenza irrinunciabile pure per l’attrattività turistica del nostro Cantone. È inoltre importante evitare di creare un precedente che relativizzerebbe la salvaguardia del territorio agricolo; occorre un segnale chiaro contro una progressiva cementificazione una fetta dopo l’altra del territorio agricolo cantonale (nel caso specifico in particolare quello del delta della Maggia: il Municipio di Locarno attende solo che passi questo azzonamento per andare alla carica pure esso contro le residue zone agricole sotto la sua giurisdizione…). Perdipiù nella revisione generale del P.R. recentemente adottata dal Consiglio comunale di Ascona, accanto all’azzonamento del terreno agricolo in questione contro cui è stato promosso il referendum, sono stati decisi altri ampliamenti delle superfici utili lorde edificabili (per es. portando da R3 a R5 alcune zone); quindi il restringimento della zona agricola sul delta della Maggia a maggior ragione non si giustifica.


In linea generale occorre rammentarsi pure di un antefatto storico: gran parte di questi terreni sul delta (non quello su cui si vota il 17 giugno che venne acquistato più tardi) vennero acquisiti nel 1942 (tramite la Terreni alla Maggia S.A.) dalla ditta Bührle: l’acquisto non fu un casuale o disinteressato amore all’agricoltura di questa industria, ma il risultato di una precisa volontà politica: l’autorità federale – di fronte alle richieste di varie parti politiche di tassare i “profitti di guerra” di alcune industrie che fiorivano vistosamente nelle ristrettezze di quei tempi – decise, anziché istituire una tassa, di indurre tali industrie a investire nell’agricoltura nazionale, nelle bonifiche fondiarie, nella creazione di aziende agricole modello, come appunto divenne la SA della Bührle sul delta. Pur essendo ovviamente cambiati i tempi, sarebbe quindi malvenuto che quella provvida decisione dei tempi del Piano Wahlen si trasformasse oggi in una speculazione immobiliare colossale da parte di questa SA.


Analizziamo le ragioni addotte dalle autorità asconesi per questa modifica di Piano Regolatore. Il Municipio cita come motivo di questo azzonamento l’interesse della proprietaria a poter fare con i proventi della vendita in questione degli investimenti nella propria azienda agricola e soprattutto nel settore alberghiero (essa è infatti proprietaria dell’albergo Castello del Sole); parimenti il Municipio del Borgo asserisce che favorire tali investimenti sarebbe nel precipuo interesse di Ascona in quanto Comune a vocazione turistica.


Queste ragioni non possono essere ritenute sufficienti a giustificare una deroga a una legge cantonale, che per definizione è preminente su considerazioni di interesse privato o comunale. Infatti le argomentazioni sopra accennate attengono a interessi pecuniari privati; se si giustificasse una diminuzione del territorio agricolo per tali motivi, non la si potrebbe praticamente più rifiutare in nessun altro caso, motivo per cui la legge verrebbe completamente vanificata. Perdipiù si tratta di aree SAC, cioè aree agricole pregiate adatte all’avvicendamento colturale, che sono comprese in un catasto cantonale (imposto dalla Confederazione) che nel Cantone Ticino annovera 3500 ha di superfici….che faticano però ad essere consolidate e sancite nelle pianificazioni comunali. Inoltre, secondo la legislazione vigente una sottrazione di terreno agricolo è fattibile solo se vi è un chiaro interesse pubblico (per es. per approntare infrastrutture pubbliche) e se essa è rigorosamente necessaria (per es. quando il proprietario o l’ente pubblico non possano realisticamente costruire altrove una struttura di cui abbisognano). Né l’una né l’altra di queste condizioni è data nel caso che ci occupa. Il Comune di Ascona non può certo far valere un interesse pubblico alla lottizzazione di questo terreno privato, perché il Borgo  non ha una necessità impellente di superfici edificabili, prevedendo il P.R. vigente una contenibilità teorica di quasi 20'000 unità abitative, laddove la popolazione residente non arriva nemmeno ai 6000 abitanti (12'000 se comprendiamo pure i letti turistici). Ma occorre dire che nemmeno l’argomento addotto dalla proprietaria è pertinente: non solo esso non sarebbe sufficiente a norma di legge per giustificare una diminuzione di terreno agricolo, ma è pure smentito dal fatto che la Terreni alla Maggia S.A. possiede sul territorio di Ascona altri terreni edificabili: si tratta di 3 particelle a lago per complessivi quasi 25mila mq, che sono, dedotti i vincoli sulla distanza dal lago ecc., in buona parte edificabili. Un ulteriore terreno edificabile è stato invece recentemente venduto dalla stessa a un promotore immobiliare. Non appare dunque così evidente che essa abbia bisogno di lottizzare il terreno agricolo oggetto della modifica di P.R. per finanziare gli investimenti nella propria struttura alberghiera….


Per questo motivo secondo la STAN, indipendentemente da cosa decideranno i cittadini di Ascona, il Cantone non potrebbe e non dovrebbe in ogni caso concedere la sottrazione di questa importante porzione di territorio agricolo.


Giova rammentare altresì che la Legge sulla conservazione del territorio agricolo prescrive giustamente che il compenso per ogni superficie agricola sottratta deve essere in primo luogo una superficie sostitutiva; solo quando ciò non sia manifestamente possibile nella stessa regione è ammesso il compenso finanziario (che nel caso specifico la proprietaria, et pour cause!, si è impegnata a sostenere per intero: si tratta di poco più di 400'000.- franchi, una inezia in confronto al vantaggio finanziario che essa trarrà dall’operazione).


La STAN invita quindi la cittadinanza di Ascona a voler respingere la modifica di P.R. sulla quale essa è chiamata a votare.


mercoledì 30 maggio 2012

Petizione Hermann Hesse: si firma fino a luglio

Il termine di presentazione della petizione per la salvaguardia del parco di Hermann Hesse è stato prolungato al 15 luglio. La raccolta di firme continua!

Ortica

martedì 29 maggio 2012

Parco Hermann Hesse: ancora due giorni per firmare la petizione

Siamo agli sgoccioli: rimangono ancora due giorni per firmare la petizione che vuole salvaguardare dalla cementificazione il parco della "Casa Rossa" dove lo scrittore e premio Nobel scrisse tra le sue pagine più belle.  Una settimana fa, si era a quota 1529, altre si sono aggiunte nel frattempo...Il progetto ha suscitato una vasta ondata di proteste sfociata nell'inoltro di ben 9 opposizioni, compresa anche quella della STAN. Ogni firma in più conta!
Ortica


venerdì 25 maggio 2012

Interventi in via Castausio 6: il minore dei mali

Ebbene, una risposta l'ho ottenuta. Ricordo che la villa di Paolito Somazzi in via Castausio sorge all'interno di un perimetro di valorizzazione comunale - nello specifico il PV4 -  il cui scopo dichiarato è salvaguardare le caratteristiche ambientali e paesaggistiche esistenti attorno all'oggetto protetto, come pure di favorire il mantenimento di opportuni spazi di rispetto nei confronti dello stesso. Come mai, allora, il progetto in costruzione è stato approvato?
Da fonte autorevole e degna di fede, ho saputo che l'attuale progetto è "frutto di un lungo iter autorizzativo"  ed ha ottenuto il beneplacito della commissione dei beni culturali.  A convincere il gremio, le modifiche apportate al progetto iniziale che  - a detta del nostro interlocutore - "distruggeva l'intero parco e contornava la casa protetta in modo indegno". Quello in fase di attuazione, invece, "si integra meglio agli edifici circostanti, è rispettoso della casa esistente e mantiene il parco circostante".
Insomma, si è scelto il minore dei mali in quanto un eventuale blocco del progetto avrebbe comportato "spese e costi non commisurati per l'intera comunità"...
Ortica



domenica 13 maggio 2012

Parco Hermann Hesse: il Cantone intervenga!


Il silenzio di politici e intellettuali di fronte al progetto di edificazione nel parco di quella che fu la Casa rossa di Hermann Hesse è stato finalmente rotto da Franco Denti, deputato PPD.  Quest'edificazione completamente avulsa dal contesto esistente e del tutto devastante per la memoria storica dei luoghi dove visse Hermann Hesse - scrive nella sua interrogazione dello scorso 10 maggio - causerebbe un grave danno d'immagine oltreché economico.  "I luoghi legati a uno scrittore non sono, come forse in passato, una tappa di un più ampio e diversificato itinerario culturale, ma la ragione principale, a volte l'unica, del viaggio".  A fronte della crisi in cui versa il turismo della nostra regione  non sarebbe auspicabile intervenire per tutelare quella che è un' "importante risorsa turistica"? o addirittura ipotizzare "un intervento di salvalguardia radicale" per la valorizzazione completa della zona?  Speriamo che il Cantone dimostri più lungimiranza di quella mostrata a suo tempo dalle autorità locali.
Ortica

venerdì 11 maggio 2012

Villa di Paolito Somazzi in via Castausio 6: interventi che esigono una risposta


Premessa:  questa scheda è contenuta nel piano  regolatore adottato dal CC nella seduta del 12 settembre 2011, dopo l'accesa discussione che aveva animato  la primavera luganese in merito alla necessità o meno di approvare l'emendamento proposto dalla commissione della pianificazione tesa a reintegrare quegli oggetti che la città non intedeva proteggere. Il valore della villa di Paolito Somazzi non era mai stata messo in discussione. Tuttavia, a nemmeno un anno  dall'approvazione della controversa variante di PR, la villa appare così.




E questo è quello che l'attende.



Niente di nuovo sotto il sole.  Si aspetta che le acque si calmino, e poi ... in barba al valore culturale di un bene tutelato, si costruisce a ridosso dello stesso una palazzina -oh, pardon, l'ennesima residenza di lusso. Tutto regolare: la licenza di costruzione è stata accordata. Ma - mi chiedo - che senso ha sancire la tutela di un bene, se poi il valore dello stesso viene pesantemente compromesso da un'edificazione che contraddice in modo crasso quanto recita il secondo capoverso dell'articolo 22 della Legge sulla protezione dei beni culturali del 1997?
"Se le circostanze lo esigono, nelle adiacenze del bene protetto è da delimitare un perimetro di rispetto entro il quale non sono ammessi interventi suscettibili di compromettere la conservazione o la valorizzazione del bene protetto".
Ebbene, proprio l'ufficialissima scheda di valutazione dell'immobile sottolinea la necessità di un perimetro di rispetto! Credo che quanto stia accadendo in Via Castausio 6 sollevi più di una domanda cui è perlomeno doveroso dare risposta.
Ortica

giovedì 26 aprile 2012

La Stan si oppone all'edificazione nel parco di Hesse

Tanto tuonò che piovve!
Piove a torrenti, a Montagnola, dalle parti del parco dove Hermann Hesse trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita. La mobilitazione contro il progetto che prevede l'edificazione di  dieci case unifamiliari e di una palazzina di quattro appartamenti nella parte inferiore del parco si sta estendendo a macchia d'olio e sta raccogliendo consensi anche da parte di organizzazioni come la Stan e il WWF.  Tra le nove opposizioni - il termine per il loro inoltro è scaduto lunedì - spicca infatti anche quella della Società ticinese per l'arte e la natura che mette in dubbio la congruità del piano regolatore comunale con le leggi vigenti, in particolare con quella sullo sviluppo territoriale. Intanto prosegue la raccolta di firme promossa dal comitato "Salviamo il parco di Hermann Hesse"  per adottare una zona di pianificazione che blocchi il progetto, impedisca qualsiasi cementificazione dell'aera ed elabori una soluzione per la sua tutela.  Il termine per la consegna delle firme è il 31 maggio. Auguriamoci che i mille rigagnoli del dissenso diano vita a un fiume in piena!
Ortica