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giovedì 23 agosto 2012

Salvaguardare l'Osteria Indipendenza: un impegno da rispettare


Ma come, non doveva essere salvata? La lettera di  Abbondio Adobati pubblicata oggi dal Cdt sulla chiusura definitiva dell'Osteria Indipendenza, uno dei pochi ritrovi superstiti della vecchia Lugano e punto d'incontro di intere generazioni di luganesi, ha lasciato sopresi più d'uno. Tanto più che lo scorso anno, di fronte alla levata di scudi suscitata dall'annuncio della sua chiusura, l'acquirente dello storico palazzo Chiattone aveva dato alla città precise garanzie sulla sua volontà di salvaguardarla per le sue peculiarità storico-architettoniche. Cosa che il Municipio non aveva mancato di sottolineare in risposta all'interrogazione del leghista Stefano Fraschina: "... con scritto del 3 febbraio 2011, il rappresentante legale della Società proprietaria dell'immobile ha precisato che l'intenzione è quella di riattare e restaurare il bar, compreso l'arredo che lo caratterizza con l'obbiettivo di conservare i valori architettonici, storici e culturali del locale stesso. Visto quanto sopra - concludeva - riteniamo pertanto di tranquillizzarLa considerando quanto le supposizione espresse nell'interrogazione siano infondate".
Un mese prima, nella sua  risposta a un intervento analogo del socialista Martino Rossi ("Non si è presa in considerazione la possibilità, al momento dell'alienazione, di vincolare a registro fondiario la destinazione d'uso e la conservazione degli interni della storica Osteria?) l'Esecutivo aveva già gettato acqua sul fuoco:"L'obiettivo della Società proprietaria è quello di conservare i valori architettonici, storici e culturali del locale; non si è pertanto ritenuto opportuno vincolare la conservazione degli interni i quali, allo stato attuale, risultano fatiscenti."
Ebbene, a poco più di un anno di distanza, la "società proprietaria" ribalta le carte in tavola e si rimangia la parola. Cosa farà il Municipio di fronte a tanta tracotanza?
A Locarno, la paventata chiusura dell'Osteria Canetti ha creato una mobilitazione sfociata nella raccolta di oltre 6000 firme in sua difesa.
A Lugano occorrerebbe fare la stessa cosa. Perché, come ci ha scritto Melitta Jalkanenlo sfratto non significa solo la chiusura del locale ma anche la perdita dei suoi preziosi arredi interni. "Il tempo stringe, e sarebbe davvero un gran peccato se andasse all’incineritore un pezzo di storia luganese, di grande valore artistico, culturale, storico, artigianale. E perchè no, anche economico, perché un arredo completo, firmato Chiattone, ancora in condizione completamente originale, non è una cosa che si trova dietro ogni angolo."  E conclude: "Al limite collocarlo nel Bar del nuovo LAC se non è possibile ricreare un’Osteria Indipendenza".  
No Melitta, l'Osteria Indipendenza - memoria storica della città - deve rimanere dove è. Tanto più che è un impegno preso dal nuovo proprietario niente di meno che con il Municipio.
Ortica


 

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