Ma come, non doveva essere salvata? La lettera
di Abbondio Adobati pubblicata oggi dal
Cdt sulla chiusura definitiva dell'Osteria Indipendenza, uno dei pochi ritrovi
superstiti della vecchia Lugano e punto d'incontro di intere generazioni di
luganesi, ha lasciato sopresi più d'uno.
Tanto più che lo scorso anno, di fronte alla levata di scudi suscitata
dall'annuncio della sua chiusura, l'acquirente dello storico palazzo Chiattone
aveva dato alla città precise garanzie sulla sua volontà di salvaguardarla per
le sue peculiarità storico-architettoniche. Cosa che il Municipio non aveva
mancato di sottolineare in risposta all'interrogazione del leghista Stefano Fraschina: "... con scritto del 3 febbraio 2011, il rappresentante legale della Società proprietaria dell'immobile ha precisato che l'intenzione è quella di riattare e restaurare il bar, compreso l'arredo che lo caratterizza con l'obbiettivo di conservare i valori architettonici, storici e culturali del locale stesso. Visto quanto sopra - concludeva - riteniamo pertanto di tranquillizzarLa considerando quanto le supposizione espresse nell'interrogazione siano infondate".
Un mese prima, nella sua risposta a un intervento analogo del socialista Martino Rossi ("Non si è presa in considerazione la
possibilità, al momento dell'alienazione, di vincolare a registro fondiario la
destinazione d'uso e la conservazione degli interni della storica Osteria?)
l'Esecutivo aveva già gettato acqua sul fuoco:"L'obiettivo della Società proprietaria è
quello di conservare i valori architettonici, storici e culturali del locale;
non si è pertanto ritenuto opportuno vincolare la conservazione degli interni i
quali, allo stato attuale, risultano fatiscenti."
Ebbene, a poco più di un anno di distanza, la "società proprietaria"
ribalta le carte in tavola e si rimangia la parola. Cosa farà il Municipio di
fronte a tanta tracotanza? A Locarno, la paventata chiusura dell'Osteria Canetti ha creato una mobilitazione sfociata nella raccolta di oltre 6000 firme in sua difesa.
A Lugano occorrerebbe fare la stessa cosa. Perché, come ci ha scritto Melitta Jalkanen, lo sfratto non significa solo la chiusura del locale ma anche la perdita dei suoi preziosi arredi interni. "Il tempo stringe, e sarebbe davvero un gran peccato se andasse all’incineritore un pezzo di storia luganese, di grande valore artistico, culturale, storico, artigianale. E perchè no, anche economico, perché un arredo completo, firmato Chiattone, ancora in condizione completamente originale, non è una cosa che si trova dietro ogni angolo." E conclude: "Al limite collocarlo nel Bar del nuovo LAC se non è possibile ricreare un’Osteria Indipendenza".
No Melitta, l'Osteria Indipendenza - memoria storica della città - deve rimanere dove è. Tanto più che è un impegno preso dal nuovo proprietario niente di meno che con il Municipio.
Ortica
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