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venerdì 14 giugno 2013

Firmate la petizione della STAN per le ville storiche di Bellinzona


Pubblichiamo il testo integrale della petizione lanciata dalla STAN. Potete richiedere il formulario per la raccolta delle firme -possono firmare tutte le persone residenti in Svizzera- scrivendo a:

stan_ticino@sunrise.ch
sissalviamoilsalvabile@gmail.com



Salviamo le belle ville di Bellinzona!

 
Da qualche anno, nel nostro Cantone, assistiamo a un impressionante numero di demolizioni di testimonianze storico-architettoniche pregevoli, che perdipiù vengono raramente sostituite con oggetti architettonicamente di qualità.
 
Le cause di questo fenomeno sono molteplici:
• i Piani Regolatori hanno incrementato le possibilità edifica- torie in modo generalizzato, favorendo in tal modo la demo- lizione delle ville otto-novecentesche con i loro bei giardini;
• il numero molto ridotto di edifici sottoposti al vincolo di bene culturale protetto;
• la mancanza di efficaci incentivi fiscali o altre misure di incoraggiamento per chi decide di conservare e restaurare edifici storici.
Fino a poco tempo fa, Bellinzona era poco soggetta alla pressione speculativa ed è rimasta parzialmente al riparo da questo devastante fenomeno.
Ma recentemente l’euforia edile sta dilagando anche nella Capitale. Negli ultimi 3 anni sono stati demoliti il bell’edificio all’angolo tra via Pellandini e via Cancelliere Molo e il “villino Salvioni”, entrambi costruiti negli anni ’20 del Novecento dall’architetto luganese Adolfo Brunel.
 
Altre ville sono seriamente minacciate: villa Carmine- Tenchio, villa Weith, villa Antognini, per citarne alcune, ma addirittura interi isolati potrebbero perdere il loro valore e la loro leggiadria.
 
Arrischiamo in tal modo di assistere alla cancellazione dei più significativi segni storici che caratterizzano positivamente il nostro territorio.
Dopo l’approvazione del Piano del paesaggio da parte del Consiglio di Stato, nel 2010, Bellinzona conta oggi 27 oggetti protetti di interesse cantonale e solo 22 di interesse locale. Tra questi ultimi figurano 7 chiese, 3 scuole e appena 5 ville. Un numero molto ristretto, se paragonato all’elenco degli edifici e manufatti censiti dall’Ufficio cantonale dei beni culturali (UBC)!
 
La salvaguardia del meglio del nostro retaggio storico e della nostra tradizione architettonica e culturale è un compito civile attuale e un obbligo morale nei confronti delle generazioni future.

Un paese che recide le proprie radici e che cancella il proprio passato, perde ogni identità.

  

Affinché venga salvaguardata la memoria storica, culturale e architettonica della Città di Bellinzona i sottoscritti firmatari, consapevoli della sua bellezza e attrattiva, chiedono pertanto all’Autorità comunale di:

 
• avviare una procedura formale per estendere il numero degli oggetti meritevoli di salvaguardia inseriti nell’elenco dei beni protetti (Piano del paesaggio - beni culturali di importanza comunale);
 

• applicare tutti gli strumenti legislativi disponibili (sospensiva, blocco edilizio) alle nuove domande di costruzione che minacciano edifici degni di protezione;
  

• in attesa del necessario adeguamento del PR pubblicare zone di pianificazione in corrispondenza dei comparti urbani dichiarati protetti dall'ISOS;
 
  
• definire delle strategie pianificatorie e/o finanziarie per stimolare i proprietari a procedere con il risanamento/restauro anziché con la demolizione.

 
SOCIETÀ TICINESE PER L’ARTE E LA NATURA


Via Borghese 42, casella postale 1146, 6601 Locarno tel. (091) 751 16 25;  fax (091) 751 68 79; stan_ticino@sunrise.ch www.stan-ticino.ch

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

giovedì 13 giugno 2013

La tutela dei beni culturali deve ripartire dalle macerie della Romantica


Non vedo, non parlo, non sento:  è la perfetta illustrazione dell'atteggiamento del Governo di fronte agli appelli che in queste ultime settimane si sono succeduti nell'ultimo vano tentativo di spingerlo a intervenire con urgenza  per salvaguardare La Romantica.  L'ultimo vergognoso episodio di indifferenza nei confronti del patrimonio ticinese -poche ore per  ridurre in polvere oltre due secoli di storia- si è consumato oggi.

Nelle ultime settimane il Cantone è rimasto sordo alla discesa in campo della STAN, della Società svizzera di storia dell'arte in Svizzera, dei docenti del corso di laurea in conservazione e restauro della Supsi , della sezione ticinese della Federazione svizzera degli urbanisti e -dulcis in fundo- della professoressa Sonja Hildebrand dell'Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura dell'USI.

Sbigottimento e indignazione non devono però tramutarsi in rassegnazione. Anzi. Quando la legge antepone le ragioni del mercato e del profitto a quelle della cultura e del pubblico interesse occorre reagire con forza. Condivido pienamente un commento del Times Literary Supplement pubblicato dopo lo smembramento di diciannove disegni acquarellati del grande artista inglese William Blake. Lo cito sostituendo il termine di proprietà con quello di salvaguardia: "L'avidità privata e l'inerzia del legislatori sono disperanti.  E' ora di aprire un dibattito sulla salvaguardia dei beni culturali, e chiedersi se l'interesse privato debba sempre prevalere sul bene comune".
 Affinché nel cantone nessun'altra villa storica sia consegnata alle ruspe, vittima dell'ingordigia dei promotori immobiliari e della colpevole inerzia delle istituzioni,  è più che mai urgente l'adozione di nuove leggi in grado di tutelare efficamente il nostro passato. Intanto benvenga l'iniziativa della STAN che ha promosso una petizione per la tutela delle ville storiche di Bellinzona. Facciamo sì che si tratti soltanto di un primo passo al quale farne seguire altri ben più incisivi.

 Ortica