SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

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mercoledì 15 febbraio 2012

Si riparla di un architetto cantonale

Cara Icchia,
a distanza di un anno dall'idea di Raffaella Castagnola Rossini di creare la figura di un architetto cantonale*(vedi Cdt, 12.2.2011),  ecco che la proposta si è tradotta in una mozione presentata al  Consiglio di stato da Chiara Orelli Vassere.   A dimostrazione che le idee - purché valide - sono più forti degli schieramenti politici! Nel suo intervento  "Come valorizzare il territorio" Raffaella Castagnola Rossini ricordava che nel Rinascimento l'architetto rivestiva un ruolo di primaria importanza poiché  gli si affidava la concezione della città futura.  Leon Battista Alberti - notava in proposito -  "ha saputo conciliare due cose importanti: riflettere dal punto di vista teorico sulle nuove necessità dell'architettura e trovare regole pratiche per le sue concezioni di città e paesaggio (...) intervenendo con progetti innovativi ma sempre radicati nel territorio (la sottolineatura è mia)".  Nella sua mozione al Consiglio di stato, Chiara Orelli Vassere rilancia la necessità di una "cultura del costruire di qualità (...) legata a una  cultura del territorio"  rilevando che l'istituzione della figura di architetto cantonale "potrebbe inoltre fungere da coordinatore fra le diverse commissioni già oggi operative (culturali, della logistica, del territorio) e collaborare con tutti gli attori interessati per trovare le migliori soluzioni dal punto di vista paesaggistico, ma anche economico, culturale e sociale".  Chi sarà il nostro futuro Leon Battista Alberti?
Ortica
*Vedi il mio post "Ripensiamo il ruolo di architetto"


domenica 5 febbraio 2012

Rinaturazione della foce: a che prezzo!


Cara Icchia,
nei giorni scorsi mi sono imbattuta in un paio di scritti di lettori preoccupati per la sorte degli alberi del Parco Ciani. La rinaturazione della foce del Cassarate ha fatto scorrere fiumi di inchiostro ed è stata accettata dai luganesi con un risicatissimo 51% . Si sapeva che il progetto avrebbe comportato l'abbattimento di alcuni alberi, ma la realtà che si presenta ai frequentatori del parco lascia senza parole. Non è difficile immaginare cosa possa provare Tita Carloni, strenuo difensore degli alberi e acerrimo nemico dei "fitoassassini", di fronte a questo spettacolo...

             








Il Parco Ciani che il sito di Ticino turismo vanta come "polmone verde della città, luogo di tranquille passeggiate, dove non si può rimanere impassibili al fascino suscitato dagli imponenti alberi secolari" ha già perso due platani pluricentenari, sacrificati per lo scavo delle condotte di trasporto dell'acqua destinata a raffreddare il supercomputer del centro di calcolo di Cornaredo.
Ora - scrive sul Cdt dello scorso 1 febbraio Peter Rossi (consigliere comunale plr, membro del comitato "Giù le mani dal Parco Ciani") - "chi si è recato al Parco Ciani in questo gennaio (sempre frequentatissimo nonostante il freddo), non può non aver sofferto osservando nella zona della foce, alberi che hanno impiegato parecchi anni per diventare maestosi monumenti della natura trasformati in legna da ardere. Una strage d'innocenti in versione botanica, paradossale se si pensa che lo scopo principale del progetto era e rimane quello di riconsegnare l'area alla natura".
In cuor mio non posso dargli torto. Come non posso dare torto alle preoccupazioni oggetto di una recente interrogazione a firma dello stesso Rossi e di altri sei firmatari.
Ortica
Foto tratte da www.parcociani.ch

giovedì 2 febbraio 2012

Sei anni dopo... l'esecutivo si ricorda della funicolare degli angioli


 
Benvengano notizie come quella  del restauro e del rilancio della funicolare degli angioli, piccolo gioiello di architettura industriale risalente al 1913. La notizia rallegrerà i cinque consiglieri comunali PLR membri della Commissione della pianificazione del territorio che già nel 2006 si erano fatti promotori di una mozione per il suo ripristino. "Sarebbe invero un peccato - scrivevano - avere due prestigiosi edifici di richiamo a fianco di una trascurata e rugginosa funicolare ferma".
Ormai fuori servizio da oltre venticinque anni - e a sei dalla sudetta mozione -, la funicolare potrebbe tornare a nuova vita, complice la sua vicinanza al nuovo centro culturale LAC. Una lucidatina e via? Non proprio. Si parla di investimenti tra i 2,6 e i 5,5 milioni. Troppi per chi soffre del keynesiano "incubo del contabile", ma non di certo per chi condivide il parere dell'Ufficio federale della cultura che l'ha inserita nell'Inventario svizzero degli impianti a fune di valore storico.

freni di servizio risalenti al 1911

Le ragioni? Presto dette:   la funicolare degli angioli è "un impianto di trasporto a fune unico in Svizzera della a suo tempo assai nota fabbrica di ascensori Officine Meccaniche Stigler di Milano... è quindi di elevato valore dal punto di vista della storia della tecnica.... " senza contare "la notevole componente originale e (...) l' importante significato tipologico e storico-turistico come funivia di collegamento con il Grand Hotel Bristol".

immagini UFC
La passerella che un tempo la collegava direttamente all'hotel non c'è più, ma la piccola funicolare rimane comunque un angolo della vecchia Lugano che merita di essere valorizzato. 
Bentornata tra noi!
Ortica