SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

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martedì 17 giugno 2014

Parco Hesse... eppur si costruisce


A poco meno di un anno - era il 17 luglio 2013 - dalla consegna della petizione "Salviamo il parco di  Hermann Hesse"  che aveva raccolto oltre 3000 firme, il municipio di Collina d'ora ha ora accordato la licenza di costruzione ai promotori del secondo progetto immobiliare per l'edificazione della parte sottostante del parco della "Casa Rossa".  Pur ridimensionato -da quattordici, le unità abitative previste sono ora nove - il progetto vanifica quanto fatto sinora dal comune stesso (!) per presevare e valorizzare la memoria storica e culturale del luogo dove visse e operò il premio Nobel.

 

Cocente la delusione di chi si era mobilitato in massa, oppositori e confinanti i quali, tuttavia, non si danno per vinti. Ed altrettranto cocente la delusione dei partecipanti a un sondaggio on-line di 20 minuti: ben il 64,25% di loro considera che il progetto comprometta la memoria dello scrittore. Un luogo altamente simbolico, parte integrante di un percorso tematico dedicato al premio Nobel, viene sacrificato  in nome della speculazione edilizia.


Come denunciava già  Franco Denti nella sua interrogazione al Gran Consiglio del 10 maggio 2012 in merito al progetto iniziale, l'operazione comportebbe la scomparsa di "un polo fondamentale della vita dello scrittore a Montagnola. La villa si troverebbe schiacciata da un complesso in cemento che  snaturerebbe del tutto il luogo (...)" . Considerazioni che nulla hanno perso della loro fondatezza soprattutto alla luce - come sottolineava ancora Denti- dell'enorme danno di immagine al Ticino, incapace di tutelare la memoria di uno scrittore noto a livello mondiale. Ma ai danni di immagini legati alla devastazione del territorio il nostro Cantone sembra ormai averci fatto l'abitudine.


Ortica

domenica 15 giugno 2014

Gestione del verde urbano: un problema urgente e condiviso

Vi propongo alcuni stralci di un articolo sulla gestione del verde pubblico da parte dei comuni apparso lo scorso maggio sull forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio. L'articolo schizza una realtà che presenta numerose analogie con la nostra:  l'inadeguatezza della gestione e della cura del nostro patrimonio verde è al centro di accese controversie anche da noi. Ultima in ordine di tempo, quella sul taglio di alcuni ippocastani di Viale Castagnola a Lugano, rimesso in discussione a taglio avvenuto da Harry Heber, un addetto del settore.  A interrogarsi sui criteri che guidano la gestione delle risorse alberate della città e del territorio non sono soltanto sempre più numerosi  cittadini, impotenti davanti  a eliminazioni non sempre indispensabili, spesso discutibili e che stanno pesantemente depauperando il nostro territorio, ma addirittura alcuni addetti ai lavori: Nicola Schönenberg in primis, e, lo scorso 11 giugno, Harry Heber (autore di uno scritto uscito sul CdT che trovate in calce).

" Il verde orizzontale e verticale nelle sue diverse tipologie ( alberi, arbusti, prato ecc.), svolge un ruolo non indifferente per la qualità della vita dei cittadini in grado di fornire  “servizi ecositemici” quali:

servizi di approvvigionamento (cibo, legno, minerali, principi attivi per la farmacopea e composti chimici naturali, carburanti fossili)

servizi di regolazione (filtraggio e la potabilizzazione dell'acqua, la decomposizione dei prodotti di scarto, la regolazione del clima e della qualità dell'aria),

servizi culturali ((attività ricreative, culturali, turistiche, estetiche e spirituali) 

L'articolo continua

"La maggior parte dei comuni è priva di un regolamento del verde urbano, il verde è materia dei lavori pubblici con figure professionali non adeguate, mancano strumenti di pianificazione quali piano del verde, censimento del patrimonio arboreo, le risorse finanziarie sono quasi sempre residuali e non strategiche.

Conclusione?

"Occorre superare al più presto quel limite culturale presente tra numerosi pianificatori, urbanisti e progettisti nonché tra la maggior parte degli amministratori locali, che utilizzano il verde unicamente come elemento di arredo, mentre la scienza ci dice che le piante perenni ed in modo particolare la vegetazione persistente hanno un ruolo importante nel migliorare la qualità dell’aria, nel ridurre l’anidrite carbonica e gli altri gas serra".

Ortica


Di seguito lo scritto  con il quale Harry Herber contesta l'urgenza dei tagli eseguiti ad alcuni ippocastani di Viale Castagnola. Le sottolineature sono nostre:

"(...) Già in precedenza per curiosità mossa dal mio essere giardiniere avevo fatto un sopralluogo constatando che delle piante destinate alla morte solo due (e precisamente i numeri 40 e 72) erano realmente malmesse. Per le altre, il taglio non era una necessità impellente. Comprensibilmente già un notevole numero di cittadini si era schierato contro la sentenza di morte, se non erro oltre un migliaio; il problema della sostituzione globale delle piante secolari era legittimo, ma dopo un’attesa ultracentenaria l’intervento di venerdì 30 non era certamente urgente. Cosa bisognava fare per salvare capra e cavoli? Intervenire solo sui numeri 40 e 72 accorciando i rami squilibrati; sugli altri ippocastani destinati alla fine praticare una sfrondatura di alleggerimento della chioma senza però intaccarne la forma per evitare che forti raffiche squarciassero la «galleria del vento» vegetale che si sarebbe venuta a creare. So bene che gli esperti consigliano di non effettuare potature sugli ippocastani in generale; ma in certe situazioni pur di prolungare la vita degli stessi si può tentare di infrangere certe regole. Pensate che la pianta numero 40, in condizioni notoriamente difficili, all’interno del suo tronco sofferente aveva generato ben 12 polloni tutti sani! Dopo un mio secondo sopralluogo i dieci ceppi spianati nell’aiuola spartitraffico ora testimoniano che 4 erano in stato precario, 4 in discrete condizioni e due ancora in salute. Adesso, accorciatosi il viale alberato, si è creata un’apertura ove i venti a volte perfidi imperverseranno (e lo stesso potrà accadere all’altezza dello spazio creatosi dopo il numero 72). Se si fosse agito come spiegato sopra ciò non sarebbe accaduto e si sarebbe dato un segnale di rispetto nei confronti di quei cittadini che avevano firmato contro l’abbattimento delle piante! Durante la mia lunga attività professionale mi è capitato diverse volte di effettuare interventi come quelli esposti e senza voler tirare acqua al mio mulino, quasi tutti hanno avuto successo forse perché li ho effettuati con amore e rispetto verso la natura. Una cosa dall’esame dei ceppi rimasti sul campo di battaglia mi pare evidente: le condizioni di salute degli alberi restati non è così drammatica e dunque auspico si possa pensare con maggiore calma al «dopo castagni d’India». Il famoso imperatore romano Ottaviano affermava: «avanziamo adagio»; noi ci dobbiamo accontentare dell’adagio della «gattina frettolosa...». Quindi, caro Municipio, chi va piano va sano e va lontano!
Harry Herber, giardiniere"