C'è più di una ragione per riflettere prima di abbattere un
albero. L'albero contribuisce alla nostra qualità di vita rendendo l'aria più
salubre e l'ambiente più bello. Ha un valore economico ma anche storico e
identitario. Allo stesso modo in cui ci siamo sentiti orfani quando sono stati
tagliati i platani di piazza Castello, come ci sentiremmo senza la doppia fila
di ippocastani di Viale Castagnola? L'alberatura di piazza Castello connotava
l'identità di Lugano tanto come quella di Viale Castagnola.
A sua difesa è ora sceso in campo anche l'architetto Fabio
Fumagalli che, in uno scritto pubblicato ieri dal CdT, ha ribaltato l'approccio
con cui valutare se tagliare o meno un albero. Non si dovrebbe, scrive, "valutare per prima cosa quale albero è
ammalato, ma al contrario considerare in primo luogo il valore del singolo
albero, la sua importanza per la città, per lo spazio urbano, per la storia,
per il cittadino e la memoria e l'identità. Solo allora, solo dopo aver
compreso e valutato il pregio, si potrà decidere - se fosse ammalato o
pericolante - se occorre abbatterlo oppure se è meglio prodigarsi per salvarlo
oppure ancora reciderne soltanto una parte". Piazza Castello, Viale Castagnola, il lungo Cassarate: sono gli alberi a farne ciò che sono. "Luoghi urbani il cui valore spaziale risiede proprio e solo negli alberi che li qualificano". Allora pensiamoci bene prima di procedere all'abbattimento di alberi che hanno accompagnato la vita di generazioni di luganesi. Un tempo avevamo il Parco Ciani ma i tagli ripetuti nel tempo "di molti maestosi esemplari - conclude Fumagalli - ha ridotto il parco a un giardino, il Giardino Ciani". Condividiamo.
Ortica