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domenica 22 settembre 2013

Non perdete l'intervento di Furrer all'assemblea STAN

Domenica 29 settembre a Mendrisio, in margine all'assemblea della STAN, Berhard Furrer terrà una relazione sul tema "Bene culturale: cos'è?". Un'occasione imperdibile per ascoltare il parere autorevole dell'architetto, da sempre voce critica e attenta agli attentati al patrimonio e al territorio ticinesi. Ecco il comunicato della STAN:

Si apre all'insegna di importanti novità l'assemblea della STAN -in programma il 29 settembre a Mendrisio nell'aula magna delle scuole elemntari comunali Canavee: un sito completamente rinnovato, l'inventario degli insediamenti da proteggere di valenza cantonale e comunale on-line e una futura iniziativa per una protezione più incisiva del patrimonio.  Passi necessari a fronte delle emergenze territoriali che stiamo vivendo e alle quali occorre dare una risposta adeguata.  Ospite d'eccezione dell'assemblea sarà Berhard Furrer:  già presidente della Commissione federale dei monumenti storici e docente alla cattedra di "Recupero, restauro e trasformazione" dell'Accademia di architettura di Mendrisio, nel corso di un intervento aperto al pubblico (con inizio alle 17.30) affronterà il tema "Bene culturale: cos'è?".

 Quello della valutazione dei beni storici - a sapere se e per quali motivi siano da tutelare - è il momento topico della politica di salvaguardia del patrimonio di una regione. Finora, purtroppo, questi criteri non sono noti nè criticabili. Con questa conferenza, la STAN intende dare inizio ad una campagna per una miglior trasparenza informativa che coinvolga in primo luogo gli organi cantonali preposti.

Siamo infatti in piena emergenza territoriale, una situazione che ha più che mai bisogno di risposta.  L'anno non  ancora concluso ha visto numerosi attacchi sferrati al nostro patrimonio:  tra le perdite più gravi, figura la demolizione di Villa Galli a Melide, nonostante la STAN si sia battuta fino all'ultimo nel tentativo di salvarla. Il suo abbattimento segue di pochi anni quella di Villa Branca, una delle ultime testimonianze architettoniche di pregio ad affacciarsi sul Ceresio.

 L'ennesima distruzione eccellente nel Luganese ha tuttavia avuto il merito di aprire un vasto dibattito pubblico sull'efficacia dell'attuale politica di salvaguardia, insufficiente, agli occhi della STAN, a tutelare realmente il nostro patrimonio.  Forte dell'accresciuta sensibilità della popolazione, la STAN ha quindi deciso di farsi promotrice di un'iniziativa attualmente in fase di elaborazione.

Nel 2013,  tra le vittime cadute sotto le ruspe figura Villa Salvioni a Bellinzona: eppure, secondo l'Isos era degna di tutela. Il rischio che altre ville storiche della Turrita finissero sotto le ruspe ha spinto la STAN a lanciare la petizione "Salviamo le belle ville di Bellinzona".  L'interesse della popolazione è stato immediato e in poche settimane le firme raccolte sono state 2710, consegnate al sindaco Mario Branda  il 21 agosto. Altra emergenza è la paventata demolizione di Villa Carmine, per il momento bloccata e che potrebbe sfociare in una sua possibile traslazione. 

La STAN è convinta che occorra rimanere vigili: i fronti caldi nel Cantone si trovano ovunque. Nel Luganese Gandria è di nuovo sotto tiro,  Bré è tuttora oggetto di interventi pianificatori che toccano parti essenziali della protezione voluta dalla Confederazione, a Montagnola fa discutere il secondo progetto di edificazione nell'ex parco di Hermann Hesse, a Carona un Piano regolatore dell'ormai defunto comune prevede la costruzione di due autosili che deturperebbero il pregevole quadro paesaggistico del villaggio. Nel Mendrisiotto, Rancate ha rischiato di vedere sacrificata sull'altare della speculazione Villa Gerosa (opera di Tita Carloni), mentre la riqualifica del parco di Villa Argentina, seppur vicina, non è ancora realtà. Nel Locarnese, infine, un comitato per la salvaguardia del parco ex Balli ha raccolto finora piì di 7000 firme (la raccolta è ancora in corso) , a dimostrazione che la sorte del patrimonio della città sta a cuore della popolazione, non solo locarnese. In questo senso va anche letta la richiesta della STAN per il completamento dell'elenco dei beni culturali di Locarno da bloccare nell'attesa definitiva della variante "Beni culturali protetti".

Ortica
 

giovedì 19 settembre 2013

La STAN e la tutela degli insediamenti cantonali e comunali


Vuoi sapere quale insediamento è considerato meritevole di tutela su piano comunale o cantonale? Stefano Baragiola, membro del consiglio direttivo della STAN e segretario dell'associazione Uniti per Bré ci segnala che  l'elenco completo è ora consultabile sul sito della Società. Lo ringraziamo della segnalazione. Un contributo importante: la salvaguardia del patrimonio e del territorio passa anche da un'informazione completa e trasparente.

"La STAN (Società Ticinese per l’Arte e la Natura) ha deciso di puntare sull’informazione! L’autorizzazione dell’Ufficio federale della cultura che gestisce l’ISOS, ha reso possibile la messa in rete dell'integralità delle informazioni concernenti gli insediamenti da proteggere d’importanza cantonale (regionale) e locale sul nuovo sito della STAN. Questa azione rappresenta un evidente progresso per la politica di salvaguardia del patrimonio culturale del Ticino.
In una realtà territoriale che si trasforma rapidamente, essa colma un'importante lacuna conoscitiva e mette a disposizione dei Comuni degli altri enti pubblici, delle associazioni e, in definitiva, di tutta la cittadinanza sensibile ai valori storici del nostro patrimonio costruito informazioni essenziali per il buon governo del territorio."

Ortica

domenica 1 settembre 2013

Francesco Vallerani, geografo umanista contro i vandali del paesaggio


Cos'è un bravo geografo? Colui che aiuta a riconoscere e prendere consapevolezza dei nessi che legano le persone ai luoghi, un "geografo umanista" che riesce a creare un dialogo empatico tra la gente dei luoghi e i luoghi della gente. A scriverlo è Paolo  Cacciari in merito all'ultimo libro di Francesco Vallerani "Italia desnuda. Percorsi di resistenza nel paese del cemento". Non ho letto il libro, ma lo farò. La recensione è stata sufficientememte convincente per motivarmi alla sua lettura, tanto più che Francesco Vallerani insegna geografia presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e da sempre -come si può leggere nel curriculum pubblicato dall'ateneo, affianca la sua ricerca sulla geografia storica (...) ad attività di divulgazione a sostegno delle tesi di Movimenti ed associazioni ambientaliste.  Vellerani propugna un approccio trandisciplinare olistico, scrive Cacciari, una "sensibilità particolare per le condizioni esistenziali del vivere quotidiano degli uomini e delle donne che popolano i territori martoriati dalle ruspe e dalle betoniere". Poiché compito del  geografo umanista è quello di riuscire (mia la sottolineatura) "a creare un dialogo empatico tra le gente dei luoghi e i luoghi della gente". Un geografo umanista, appunto.

Proseguo la lettura. Obbiettivo del lavoro di geografo, scrive Cacciari, è "superare  l'indifferenza e la rassegnazione che troppo spesso rendono le popolazioni passive. Deve mostrare come "il paesaggio sfregiato produce disagio e angoscia", che i "traumi geografici" (non solo i dissesti idrogeologici e gli eventi calamitosi, ma anche la cancellazione di valenze storiche e paesaggistiche) si traducono in "disagi psicologici", in "inconsapevole disperazione". Un nesso più volte sottolineato anche da Salvatore Settis. La salvaguardia del paesaggio inteso come bene comune è al contempo salvaguardia della salute pubblica.

L'azzeramento dei valori storico-culturali, la  perdita di bellezza e di salubrità, l'impatto sulla psiche e la salute quale diretta conseguenza della distruzione paesaggistica conducono "allo smarrimento del senso del bello e anche del senso del bene". Un risultato a dir poco drammatico cui porre riparo aiutando i cittadini, scrive ancora Cacciari a proposito del bravo geografo, "a riconoscere e prendere consapevolezza dei nessi che legano le persone ai luoghi" (mia la sottolineatura). Perché se il risultato della cementificazione è la "rimozione collettiva" tanto dell'estetica quanto dall'etica dal nostro orizzonte di vita, si impone più che mai un cambiamento di rotta. Occorre, come auspica Vellerani, "recuperare il senso di appartenenza ai luoghi". E questo non è passatismo e nemmeno falsa nostalgia.

Ortica