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sabato 12 novembre 2016

Roberto Buffi l'ingegnere forestale che si occupa anche del benessere interiore


 
I contributi di valore non sono necessariamente legati all'attualità. Anzi, spesso con il tempo acquistano ulteriore pregnanza. Questo il motivo per cui pubblico integralmente un articolo apparso sul CdT del 5 dicembre 2015 a margine della giornata di riflessione sulla salvaguardia dei suoli.  L'articolo, a firma dell'ingegnere forestale Roberto Buffi, contiene spunti degni di riflessione (il grassetto è mio).
Ricordiamo che Roberto Buffi è uno dei protagonisti di "Boschi e missionari" documentario di Bruno Bergomi diffuso dalla RSI nel 2013 ma sempre valido.L'ingegnere è inoltre il curatore di Silvaforum, blog ricco di spunti per chi volesse approfondire l'argomento della cura e della protezione delle foreste anche per il benessere interiore. Grazie alla sua formazione di ricercatore al Forschungs- und Ausbildungszentrum für Tiefenpsychologie nach C. G. Jung und Marie-Louise von Franz di Zurigo, formazione che completa il suo lavoro di ingegnere forestale, Buffi propone un approccio atipico al territorio centrato sulla rivalorizzazione del rapporto uomo-natura alla luce delle nostre esigenze interiori:
"Vediamo quanto spesso progetti di gestione del territorio incontrano ostacoli dovuti a fattori irrazionali. Spesso sono riconducibili a un'insufficiente considerazione del mondo interiore, e alla mancata riflessione sul senso di quanto intendiamo fare. L'esperienza dimostra che nei nostri progetti è necessario investire nell'individuo, non soltanto nelle infrastrutture. Avanzano se hanno cultura."
Ma ecco l'articolo del 5 dicembre 2015. Buona lettura.
Ortica
 Il suolo è con l’acqua e l’aria il fondamento della vita sulla terra. È una realtà complessa, in assoluto l’habitat con la più alta biodiversità. Il numero di specie che vivono in pochi grammi di terra è strabiliante, va nelle migliaia, piccoli e piccolissimi organismi dai quali dipende quanto cresce in superficie. Centrali nei cicli dell’acqua e della materia, i suoli si formano in tempi lunghissimi. Sono il substrato su (in) cui crescono le piante, pertanto la base della produzione di biomassa. Fissano grandi quantità di CO2 , importanti in rapporto ai cambiamenti climatici.
I suoli hanno valore immateriale; le loro imperscrutabili oscurità sono caricate simbolicamente. In una prospettiva umana sono una risorsa non rinnovabile. Globalmente sono molto minacciati; l’uso dei suoli per l’edificazione avanza con ritmi crescenti, e l’erosione assume enormi dimensioni. Si osserva una progressiva alterazione delle loro proprietà fisiche, chimiche e biologiche, a seguito di errate pratiche agricole. Nell’UE annualmente vanno persi 1'000 km2 di suoli.
A questa situazione da allarme rosso la politica in sostanza non ha saputo far fronte. Nella società il suolo, rispetto all’acqua, all’aria e alla biodiversità, ha ricevuto e tuttora riceve minore attenzione. Un segnale positivo arriva dalle Nazioni Unite, con la proclamazione dell’Anno internazionale dei suoli 2015. Sabato 5 dicembre è la giornata internazionale dei suoli. Obiettivo è una maggiore coscienza dell’importanza vitale del suolo per l’umanità.
In Svizzera le problematiche attorno ai suoli sostanzialmente non cambiano, pur con accenti diversi. Fattore aggravante è l’intensa attività edificatoria. Il forte incremento demografico e uno standard materiale di vita “elevato” causano un insostenibile consumo della risorsa suolo, a ritmi sovra proporzionali rispetto all’incremento della popolazione. Distruggiamo circa 1 m2 di suolo agricolo il secondo. Annualmente l’edilizia occupa un’area corrispondente a quella del Lago di Zugo. Nel Cantone Ticino le cose stanno anche peggio; negli ultimi 25 anni sono stati edificati oltre 28 km2 di terreno. Per quanto riguarda il deterioramento dei suoli dovuto agli inquinanti la situazione si presenta in chiaro scuro. Per il Sud delle Alpi si hanno alcuni dati sparsi; si è a conoscenza di situazioni preoccupanti. Ad esempio gli apporti di azoto dovuti all’inquinamento atmosferico superano largamente i valori critici. La crisi dei suoli non è dovuta a insufficienti mezzi giuridici di tutela. I problemi risiedono nell’applicazione.
La Legge federale sulla pianificazione del territorio chiede uno sviluppo armonioso del Paese. I Cantoni devono “proteggere le basi naturali, come il suolo, l’aria, l’acqua, il bosco e il paesaggio”. L’Ordinanza contro il deterioramento del suolo mira a “conservare a lungo termine la fertilità del suolo”. Nel Cantone Ticino la Legge cantonale sullo sviluppo territoriale vuole “un uso misurato del suolo”. Il Piano direttore cantonale sostiene esplicitamente un uso parsimonioso del territorio, attraverso il contenimento degli insediamenti. Decisiva è ovviamente l’applicazione di questi e altri disposti da parte dei Comuni nel quadro dei Piani regolatori; devono prestare attenzione ai suoli. Ulteriori stringenti disposizioni a favore del suolo si trovano nella Legge federale sulla protezione dell’ambiente. Ovviamente la tutela del suolo dipende dalla preparazione degli attori, cittadini, funzionari e autorità comunali, cantonali e federali. Quanto si costata è che nei fatti e nei territori la protezione del suolo non è arrivata, o troppo debolmente. Dalla norma al fatto scattano tanti freni legati a interessi immediati.
Di fronte alla realtà del territorio non si può non avere l’impressione che nella gestione del territorio il suolo sia stato il parente povero della tutela ambientale. Ora, a seguito della revisione della Legge federale sulla pianificazione del territorio i Cantoni a breve devono ridimensionare le aree edificabili, adattandole al fabbisogno su un arco di 15 anni. È un passo. L’esercizio si presta comunque a numerose interpretazioni, ed è facile prevedere che il suolo, nella contrapposizione dei vari interessi, rischia nuovamente di ritrovarsi poco difeso. Infatti c’è poca consapevolezza. Quanto urge, è una vera, piena e sentita coscienza dei suoli, che vada oltre questo fatto tecnico dei 15 anni. C’è poca informazione. In Ticino l’eco dell’Anno internazionale dei suoli è stato molto scarso. Meritano di essere ricordate le iniziative della Confederazione, quali la pubblicazione del bel fascicolo “Meraviglie del suolo” edito dal Programma nazionale di ricerca “Risorsa suolo”, e l’allestimento del portale www.suoli2015.ch. La criticità dei suoli ha ovviamente un significato simbolico. È l’espressione di una cultura, la nostra, che non ha i piedi per terra.