SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

QUALE LUOGO AMATE E QUALE DETESTATE? COSA SUSCITA IN VOI? SEGNALATELO CON SCRITTI, FOTO, COMMENTI, FATELO IN MODO ANONIMO, CON UNO PSEUDONIMO O CON IL VOSTRO VERO NOME MA PARTECIPATE AL SONDAGGIO DI SALVIAMO IL SALVABILE!
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sabato 29 settembre 2012

Cara Ortica,
continua, nel suo piccolo, a farsi concretamente sentire il malumore dei cittadini ticinesi di fronte alla mancanza di tutela per i nostri centri storici.
Ho appena scoperto su Facebook che esiste la pagina "Salviamo Locarno". Il suo motto è "Salviamo la nostra città dalla mancanza di tutela nei confronti di edifici storici! È ora di dire BASTA!"...
Vai a curiosare anche tu, vedrai che troverai delle immagini molto interessanti. Speriamo che tutte le voci unite possano aiutare a salvare il nostro patrimonio culturale.
Icchia


 

venerdì 14 settembre 2012

Roccolo di Canobbio: la memoria corta del comune e l'appetito dell'immobiliarista d'assalto




Antefatto.  Canobbio, zona la Corba, lungo via Trevano.  Sull'area terrazzata, con vista imprendibile sul lago, sorge un roccolo: il "roccolo dei Fumagalli". È  un bene protetto.  Va tutelato con un perimetro di rispetto, secondo la legge. Nel 1977, un'interpellanza chiede al Municipio la salvaguardia di quella vasta zona verde - roccolo compreso -  per preservarla da un eventuale "deturpamento  con costruzioni che potrebbero non inserirsi gradevolmente nel paesaggio".  Nel 1991 il CC approva un piano particolareggiato che prevede l'edificazione della Corba, ma mantenendo un'ampia zona verde. L'autore dell'interpellanza del 1977 auspica  "un uso che rispetti gli interessi dei legittimi proprietari ma anche di tutta la comunità". La sensibilità dimostrata dalle autorità comunali con il nuovo PR viene addirittura premiata dalla ASPAN.

 
Nel 2011, sul terreno dove sorge il nostro roccolo, viene fatta tabula rasa di tutta la vegetazione. Il disboscamento grazia un unico albero, che da secoli svetta accanto al "roccolo dei Fumagalli", frattanto ceduto al comune. La zona, complice la vista sul golfo, è un boccone troppo ghiotto per lasciarla così com'è. E infatti non viene risparmiata da un progetto immobiliare di dimensioni impressionanti. Lì sorgeranno ben cinque palazzine: un'edificazione intensiva, a detta dello stesso ufficio tecnico comunale, che rispetto a un'edificazione estensiva consentirà tuttavia di "salvaguardare il più verde possibile".  Contemporaneamente, lo stesso ufficio tecnico si premura di assicurare che "dal roccolo la vista rimarrà la stessa".

 

Autunno 2012: la palazzina sotto il roccolo  è praticamente  terminata e si è divorata  quasi tutta la collina:  del roccolo, si intravede, a malapena, la torretta.  Sul retro si lavora alacremente per completare quelle lungo via Tesserete. Ma si sa, l'appetito vien mangiando. Il nostro immobiliarista d'assalto coinvolge un noto ed affermato studio di progettazione per chiedere al comune di Canobbio di fare una variante di PR in corso d’opera cosÌ da aumentare la SUL edificabile ma soprattutto poter spostare le palazzine lungo via Trevano più in alto ... proprio dove era prevista l’area a verde. Il comune cosa fa? Ottempera ai "desiderata" e a breve pubblicherà una variante di PR.
 


Ogni commento è superfluo. Ognuno tiri le sue conclusioni. I politici si possono cambiare, gli scempi della cementificazione rimangono sulle spalle della comunità di cui questi stessi politici affermano voler difendere gli interessi.

Ortica

mercoledì 12 settembre 2012

Cara Ortica, da quando è avvenuto il cambiamento del piano viario di Lugano, uso nettamente meno l'automobile.
Mi ritrovo come tanti però anche a disagio con i nuovi costi dei biglietti del bus, tra l'altro mai stati così tanto fuori orario rispetto alle loro "tabelle di marcia" come ora.
Percorro dunque di più e più volnetieri la città a piedi in queste giornate di fine estate. A questo proposito vorrei ricordare che meno di una settimana fa i consiglieri comunali dei Verdi del Ticino, Gianni Cattaneo e Melitta Jalkanen hanno inoltrato un'interrogazione sulla mobilità pedonale in città. Lugano è infatti un luogo dove ci si sposta molto a piedi. Anche se la percentuale di chi usa il mezzo privato, preferendolo a quello pubblico ( e alla mobilità pedonale) è ancora, per i Verdi, troppo alto.
Leggiamo qui le loro parole:

Per favorire concretamente i percorsi a piedi, soprattutto in una realtà come la nostra, occorre porvi una giusta attenzione e dargli pari dignità, come avviene in altre città del nostro paese.
Visto che con il PVP, siamo nelle fasi iniziali di una vera e propria rivoluzione della mobilità e visto che si pone giustamente molta attenzione ed energie a far sì che tutto funzioni al meglio, ci permettiamo di porre alcune domande in merito alla mobilità pedonale cittadina:  
1. Corrisponde al vero la sensazione di molti pedoni di essere penalizzati più di prima nell’attesa del via-libera ai semafori? Quanto sono in media i tempi d'attesa? In quali punti sono più lunghi?
2. Quanto dura in media il verde ai semafori? Spesso infatti il periodo di tempo in cui il semaforo resta verde è molto breve, se non si ha un buon passo si termina di attraversare con il giallo. Per bambini, disabili e anziani questo è un problema che è già stato sollevato più volte anche in passato.  
3. Ci sono diversi attraversamenti pedonali dotati di semafori il cui attraversamento avviene in due tempi. Dapprima fino a metà strada, con pausa nell’isola spartitraffico (spesso non breve), e in seguito fino all’altro marciapiede. Questo tipo di attraversamento in "due fasi" è presente in zona Resega /Cinestar su strade molto trafficate. Quanti sono i passaggi pedonali di questo tipo? Come si giustifica una tale organizzazione dei semafori? Non è pericoloso a causa del poco spazio nell’isola spartitraffico e del traffico intenso, soprattutto se ci sono passeggini, sedie a rotelle, deambulatori? Oltre ad una maggiore esposizione dei pedoni all’inquinamento (dimostrato dallo studio dell’ATA sulle polveri ultrafini di questo inverno (http://www.ata.ch/fileadmin/user_upload/Italiano/PM-Testbericht2012_i.pdf) non c’è il rischio di – da una parte - scoraggiare la mobilità a piedi e dall’altra, incoraggiare ad attraversare con il rosso?“  
Affaire à suivre!
Icchia

venerdì 7 settembre 2012

Salvatore Settis e l'orizzonte

Cos'è l'orizzonte per Salvatore Settis?
È l'orizzonte mutato drasticamente negli ultimi decenni e che ha spazzato via quello formatosi nei secoli all'insegna dell'equilibrio tra natura e cultura. Dobbiamo ripristinarlo. È l'orizzonte sbarrato dallo sguardo miope di chi crede solo nel profitto immediato a scapito del bene comune. Dobbiamo  investire sul futuro delle prossime generazioni . È l'orizzonte di campagne sacrificate al cemento. Dobbiamo cessare di sperperare un capitale insostituibile. Guarda il suo intervento, lo scorso mese di maggio, a "Quello che (non) ho".
Ortica
 

mercoledì 5 settembre 2012

Giovanna Masoni Brenni non vuole una città di plastica


Un plauso a Giovanna Masoni Brenni! La municipale che in più occasioni si è mostrata attenta e sensibile alla salvaguardia del patrimonio della "sua" Lugano - ricordiamo tra l'altro la sua recente dichiarazione a favore della salvaguardia del patrimonio storico legato all'Osteria Indipendenza - è intervenuta oggi sul Cdt nel dibattito sull'attuale sviluppo edilizio della città, sviluppo che rischia di depauperarne il tessuto umano e sociale.
La tematica della crescente scarsità di alloggi a pigioni moderate, che svuotano a poco a poco la città di tutta una fascia di abitanti che quotidianamente la fanno vivere e pulsare, è di scottante attualità. Il fenomeno ha assunto proporzioni tali anche a livello nazionale da avere addirittura spinto l'Associazione degli inquilini a chiedere misure di accompagnamento per il mercato dell'alloggio.
A Lugano, la crescente edificazione di oggetti di lusso - con il conseguente aumento dei prezzi - "non tiene conto della geografia sociale della città". "I prezzi sono molto cresciuti e chi costruisce punta sempre più in alto" scrive la muncipale."Abbiamo una visione d'insieme tale da metterci nelle condizioni di ragionare attorno al tema ponendo in primo piano anche le esigenze dei "cittadini-consumatori" e non (soltanto) quelle degli investitori (e dei costruttori)? Il pericolo di espellere (volutamente uso questo vocabolo forte) dalla città un'intera fascia di popolazione è concreto".  Il rischio è che Lugano diventi un guscio vuoto, una città di plastica privata della sua identità.
Ortica