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lunedì 15 dicembre 2014

30'000 firme per "Un futuro per il nostro passato" e "Spazi verdi per i nostri figli"!


Un risultato straordinario, un vero e proprio plebiscito, un segnale inequivocabile del quale le autorità non potranno non tenere conto: le 30'000 firme raccolte dalle due iniziative gemelle "Un futuro per il nostro passato" e "Spazi verdi per i nostri figli" consegnate oggi a Bellinzona da STAN e Cittadini per il territorio, non lasciano adito a dubbi. Lo scempio perpetrato negli ultimi decenni ai danni del patrimonio architetturale e naturalistico del nostro Cantone ha lasciato ferite profonde, non solo nel territorio ma anche nei cittadini. Tocca ora alle autorità rispondere con i fatti allo scontento della popolazione di fronte allo scriteriato assalto speculativo degli ultimi anni ai beni culturali e paesaggistici del Cantone.

Ortica

venerdì 5 dicembre 2014

Niente copertura per Palazzo Turconi: lo dice il Cantone

Preavviso negativo da parte del Cantone sulla controversa copertura della corte interna di Palazzo Turconi, da tempo al centro di un vero e proprio braccio di ferro tra la STAN e l'Accademia di Mendrisio - fautrice del progetto. La prima si è addirittura rivolta alla Confederazione per difendere con i denti la tesi della preservazione integrale dell'edificio come da ISOS. La seconda - che sogna nuovi spazi per la sua biblioteca - non ci vuole sentire. L'ultima parola spetterà comunque al Municipio di Mendrisio, anche se è inverosimile che a fronte del parere negativo del Cantone e di quello dell'Ufficio dei beni culturali di Bellinzona conceda l'autorizzazione a costruire. Ecco il servizio diffuso ieri dalla RSI.

Ortica




giovedì 4 dicembre 2014

Il caso della megavilla di Davesco-Soragno approda a Bellinzona e... a Berna

Sergio Savoia ha mantenuto la promessa: l'interrogazione sulla megavilla di Davesco-Soragno è approdata a Bellinzona. Sono diverse le domande poste dal deputato dei verdi al Consiglio di stato sul caso della villa costruita fuori zona edificabile e sull'importante disboscamento effettuato.


Sergio Savoia chiede al Governo che sia fatta chiarezza e che si appurino le responsabilità di tutti gli attori coinvolti:

"Il Consiglio di Stato fornisca una informazione completa sull’intero iter autorizzativo, a tutti i livelli amministrativi, allo scopo di conoscere e sapere chi ha preso quali decisioni e su che base legale.
Il Consiglio di Stato informi il sottoscritto deputato sulle misure intimate da parte di qualsivoglia autorità al proprietario e sui motivi per cui tali misure sono state intimate.
Il Consiglio di Stato fornisca un quadro completo della situazione idro-geologica della zona, con particolare riferimento agli interventi sulla morfologia del pendio e sulla copertura boschiva, in specie per informare su che tipo di cambiamenti a livello di stabilità e sicurezza l’intervento massiccio cui si fa riferimento ha avuto e può avere.
Il Consiglio di Stato informi su come intende mantenere la sicurezza della zona in presenza di un tale imponente intervento, in particolar modo se si rendono necessari o si sono resi necessari interventi strutturali e, nel caso, a chi andranno addebitati i costi."

Ma la controversia ha fatto muovere anche il consigliere comunale socialista Raoul Ghisletta che, qualche giorno fa, in un'interrogazione sul degrado territoriale di cui è vittima il Luganese,  ha tra l'altro chiesto al municipio su quali basi legali sia  stata autorizzata l'edificazione.

Dulcis in fundo, la vicenda non ha mancato di attirare l'attenzione della STAN che,  presa  carta e penna, si è rivolta alla responsabile dell'Ufficio federale dello sviluppo territoriale sollecitando un intervento presso  il Cantone in vista dell'ottenimento dell'integralità delle informazioni  atte a chiarire le circostanze di quello che parrebbe configurarsi come un caso di abusivismo edilizio.

Ortica



domenica 30 novembre 2014

Megavilla di Davesco-Soragno fuori zona: urgono risposte

Le immagini pubblicate da La Regione ad illustrazione di quello che sembrerebbe avere tutta l'aria di un caso di abusivismo edilizio - come chiamarlo altrimenti? -  e rivelato dal quotidiano alcuni giorni fa sono ben lungi dal rispecchiare le effettive dimensioni del disboscamento effettuato a Davesco-Soragno: semplicemente gigantesche. Basta mettere a confronto queste due foto, per rendersi conto dell'enorme impatto dell'intervento.





È aberrante che il proprietario sia riuscito a far passare come "lavori di sistemazione del bosco"  l'averlo, di fatto, semplicemente raso al suolo. Sorgono spontanee alcune domande:  si giustifica ancora una semplice multa per "disboscamento eccessivo" di fronte alla reale entità dei lavori intrapresi?  È sufficiente intimare il "ripristino della zona bosco" alla luce del fatto che per la ricostituzione dello stesso occorreranno anni e anni?  Che ne è rimasto inoltre della parte ad uso agricolo del mappale in questione?  Le immagini parlano da sole.  Eppure, stando a La Regione, due mesi fa il DdT (interpellato da un vicino) scriveva: "Non vi sono gli estremi per un nostro intervento". Ma la risposta si basava su un reale sopralluogo?

E che dire della villa fuori zona che attorno agli anni '70 ha sostituito l'antica masseria ed ora ha lasciato il posto all'attuale? Come è stato possibile accordare una licenza edilizia malgrado la crassa violazione di quello che era considerato un terreno non edificabile?  "È il Comune che esegue formalmente la licenza e controlla i lavori, ma a decidere nei territori ‘fuori zona’ è il Cantone" ha dichiarato il capodicastero di Lugano Angelo Jelmini  interpellato in proposito dal quotidiano. Intanto il caso continua a far discutere,  nonostante l'assordante silenzio dei media a fronte del clamore della vicenda e dei numerosi interrogativi che essa pone.

Ma che dice la legge sulle costruzioni fuori dalle zone edificabili? Per l'Ufficio federale dello sviluppo territoriale "le licenze di costruzione fuori delle zone edificabili sono subordinate al rispetto di condizioni molto severe e hanno valore solo quando sono rilasciate dalla competente autorità cantonale o sono da essa approvate per iscritto (attraverso una decisione)". Inoltre, "chi apporta modifiche che non sono state approvate, rischia, anche dopo decenni, di dover ripristinare lo stato originario di legalità (la sottolineatura è mia).  Ciò vale anche per eventuali successori".
Anche la LPT rimanda all'autorità cantonale, specificando che è "il servizio competente a decidere se il progetto edilizio sia conforme alla zona o se un'eccezione possa essere autorizzata". Nel caso di Davesco-Soragno è forse stata fatta un'eccezione?  E se sì, da chi? E per quale motivo?
Dal canto suo, in caso di violazioni materiali, la Legge edilizia cantonale prevede che "prima di ordinare la demolizione o la rettifica di edifici o impianti fuori dalle zone edificabili il Municipio debba chiedere l'avviso al Dipartimento" ed inoltre che "la demolizione non esclude la procedura di contravvenzione" (Art.47 cap.V).  

Da non dimenticare, infine, che per giurisprudenza costante la prescrizione per gli atti accertati come abusivi fuori da zona edificabile è di 30 anni. Visto che sono trascorsi al massimo due anni dall'esecuzione dei lavori, è auspicabile che le autorità cantonali e comunali uniscano i loro sforzi per ripristinare lo stato di diritto e soprattutto per far ripristinare lo stato primitivo del terreno. Aspettiamo con impazienza la presa di posizione delle autorità competenti. Sul caso, Sergio Savoia ha già promesso di inoltrare un'interrogazione al Governo....


Ortica

giovedì 20 novembre 2014

Il degrado territoriale nelle foto esposte alla Casa d'arte Miler di Capolago


Un'amica mi ha segnalato oggi l'articolo pubblicato lo scorso 18 novembre da La Regione intitolato "Il paesaggio imbruttito": ad attirare la mia attenzione, al di là del titolo, le due foto che lo corredano. Due foto significative a testimonianza -qualora ve ne fosse ancora bisogno- dello scempio perpetrato in questi ultimi anni ai danni del patrimonio ticinese. Le immagini si riferiscono a Paradiso, comune tra i più colpiti dall'avanzata del cemento. Un "prima e dopo" impietoso: la facciata elegante di quello che era l'Hotel Meister messa a confronto con la facciata arrogante e spocchiosa del nuovo albergo che ne ha preso il posto. 

L'articolo si sofferma sull'impegno a favore del territorio dei titolari della Casa d'arte Miler di Capolago. Impegno concretizzatosi, alcuni anni fa, nel salvataggio dell'ex Tipografia Elvetica (destinata, senza il loro intervento, a sicura demolizione) e del suo accurato recupero.  Lo storico edificio, riportato a nuova vita, è così diventato domicilio di Julia e Milo Miler, entrambi antiquari, e al contempo luminoso spazio interamente consacrato all'arte. Ed è questo spazio che ospita l'esposizione fotografica "La grande bruttezza" dedicata al degrado paesaggistico del territorio ticinese attraverso le fotografie di Enrico Minasso. Emblematico ed azzeccatissimo il titolo:  un modo intelligente di sensibilizzare il pubblico sulla necessità di porre un freno alla cementificazione dilagante e di sostenere le due iniziative "Un futuro per il nostro passato" e "Spazi verdi per i nostri figli" !

Ortica


domenica 9 novembre 2014

A tutela di Gandria, firmiamo l'iniziativa "Un futuro per il nostro passato"

Non abbiamo avuto il tempo di ritornarci sopra, lo facciamo ora. L'ex sindaco di Gandria Pacchin e l'architetto Lo Riso, perseverano (ricordate il post "Errare humanum est, perseverare autem diabolicum"?) e hanno presentato ricorso contro il diniego della licenza edilizia al progetto per la realizzazione di un complesso residenziale sul pendio all'entrata del nucleo.

Stando a Viva Gandria, "le argomentazioni fanno tesoro dell'ambiguità delle autorità cantonali nell'applicare le disposizioni di legge per la salvaguardia dei beni culturali, spesso stiracchiate a seconda degli interessi anche politici del momento. Se venissero applicati i postulati proposti nell'iniziativa promossa dalla STAN (firmatela!) questa politica a geometria variabile sarebbe assolutamente impedita".

Una ragione in più per mobilizzarsi e FIRMARE l'iniziativa cantonale "Un futuro per il nostro passato" lanciata dalla STAN


Ortica

venerdì 7 novembre 2014

Settis, Venezia, "Sblocca Italia", "Un futuro per il nostro passato", "Spazi verdi per i nostri figli": tout se tient!


Da sempre in prima linea per la salvaguardia del patrimonio architettonico e culturale senza pari di Venezia, messo a repentaglio dalle navi da crociera che combatte strenuamente o da progetti fuori luogo e fuori misura come la contestata  torre Cardin -nel frattempo affossata-, Salvatore Settis  si è appena esposto in prima persona contro il controverso decreto "Sblocca italia" (che da oggi ha forza di legge) firmando con altre 15 personalità il libro di denuncia "Rottama italia". Fedele all'impegno civile che lo contraddistingue, la sua crociata contro il mito del cemento salvifico sposa  idealmente quella a favore della  tutela di Venezia. 

Già lo scorso giugno a Mosca, aveva lanciato un accorato appello per le sorti della città lagunare nell'ambito della presentazione del suo libro "Se Venezia muore".  Con la lucidità e la passione civile che gli conosciamo, nel suo intervento si era  scagliato contro la distruzione del paesaggio italiano per mano degli stessi italiani.  "La secolare armomia del paesaggio italiano è morta di morte violenta e i suoi assassini non sono stati vandali invasori ma gli italiani immemori di sé e irrispettosi della storia, della memoria, della propria stessa legge".

Parole forti che valgono anche per la nostra minuscola realtà. Pensiamo all'ondata di traffico e di cemento che ha travolto e stravolto il nostro cantone  e che non cessa di avanzare con pesanti ripercussioni soprattutto nel Mendrisiotto e Luganese. Lo spazio che ci  circonda è sempre meno quello spazio ordinato di un tempo, maturato secondo un codice riconoscibile condiviso da tutti:  cittadini, politici e attori del mondo economico.  Lo spazio è sempre più asservito unicamente alle leggi del mercato e della speculazione, fagocitato da interessi che privilegiano il tornaconto privato anziché quello collettivo. 
Ecco perché  è indispensabile reagire e prendere in mano le sorti del nostro territorio quando ne abbiamo l'occasione. E l'occasione  ci è data dalle due iniziative "Un futuro per il nostro passato" (www.stan-ticino.ch) e "Spazi verdi per i nostri figli"(www.cittadiniperilterritorio.ch).
Ne abbiamo già parlato. L'urgenza è grande: FIRMATE!!!  Il termine per la raccolta scade il 15 dicembre.
Ortica

giovedì 16 ottobre 2014

Gandria: errare humanum est, perseverare autem diabolicum


Pare proprio che l'ex sindaco di Gandria non si dia per vinto nemmeno dopo la bocciatura del municipio di Lugano e il precedente preavviso negativo del Dipartimento del territorio. Inoltrerà ricorso al Consiglio di stato, ha fatto sapere Pacchin tramite il suo legale qualche settimana fa. Eppure, l'opposizione del DdT non dà adito a dubbio alcuno. Basta leggere quanto scrive per rendersi conto che quanto sia vero il detto latino "errare humanum est, perseverare autem diabolicum". Le nuove edificazioni  - scrive il Dipartimento del territorio- causerebbero "un contraccolpo violentissimo al carattere armonioso ed al rispetto di quanto edificato nell'evoluzione storica di questo incantevole borgo dal disegno estetico di assoluta unicità a livello nazionale. Il nuovo progetto sottoposto non è dunque pure lui in alcun modo compatibile e non lo sarà nemmeno in altra forma o modifica (la sottolineatura è mia) a qualsiasi criterio oggettivo inerente allo sviluppo armonioso ed al rispetto degli spazi edificati e non edificati che formano l'insediamento d'importanza nazionale di Gandria".
Dovrebbe bastare, non vi sembra?
Di seguito, potete leggere il testo integrale delle motivazioni oggetto dell'opposizione al progetto da parte del Dipartimento del territorio. Buona lettura.

Ortica



OPPOSIZIONE
che presentano i Servizi Generali in rappresentanza del Dipartimento del territorio, avverso il
rilascio da parte del vostro Municipio della licenza edilizia per la domanda di costruzione sopra
menzionata.

Nel merito
L'istanza è stata vagliata dai Servizi competenti e, a conclusione dell'esame, è emerso che non può
essere accolta per i motivi espressi sia dalla Sezione forestale (mancata disanza dal bosco
accertato), sia dall'Ufficio della natura e del paesaggio, di seguito riportati.

Sezione forestale
Conservazione del bosco
L'edificio del lift auto si trova a 9 m di distanza dal limite del bosco accertato. Di conseguenza, in
base all'art. 6 cpv. 2 LCFo, esprimiamo un preavviso negativo. Segnaliamo peraltro che non risulta
nessuna richiesta di deroga con relativa giustificazione.

Ufficio dei pericoli naturali, degli incendi e dei progetti
Si segnala che sulla base della banca dati "Zone di pericolo naturale" il mappale in esame non risulta esposto a pericoli geologici di rilievo.

Ufficio della natura e del paesaggio
La domanda in esame interessa un paesaggio di notevole importanza, oggetto n. 1812 "Gandria e
dintorni" dell'lnventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale
(lFP). ll villaggio di Gandria è altresì iscritto nell'lnventario federale degli insediamenti svizzeri da
proteggere (ISOS) quale oggetto d'importanza nazionale. ln considerazione del delicato contesto e
dell'importante effetto sul paesaggio legato al progetto, il nostro Ufficio ha sentito la Commissione
federale per la natura e il paesaggio (CFNP) e la Commissone cantonale del paesaggio (CP). Le due
commissioni hanno esperito il necessario sopralluogo in data 29 ottobre 2013, incontrando sul
posto i rappresentanti del Comune e i progettisti.
La CFNP ha rassegnato il proprio preavviso in data 20 dicembre 2013. I contenuti dello stesso
sono riportati integralmente di seguito e vanno considerati parte integrante nel nostro preawiso.
"[...] In data 2 ottobre 2008 la CFNP ha già emesso un preavviso per un primo Piano di quartiere
concernente le stesse parcelle (mappali 716,217,729,230 e72B) situate in località Cà del lago a
Gandria. ln quanto agli obiettivi di protezione inerenti all'oggetto IFP n. 1812 ed inerenti alla parte
dell'oggetto ISOS toccata dal progetto in questione, formulati nell'ambito di detto preawiso, a
tutt'oggi nulla è cambiato. Gli stessi vengono perciò qui di seguito rielencati.

L'oggetto IFP n. 1812 "Gandria e dintorni"
L'oggetto lFP n. 1812, "Gandria e dintorni", è descritto nell'inventario federale come,,Pendio
scosceso sul lago di Lugano con pittoresco villaggio di pescatori. Calcari grigi del Giurassico inferiore.Vegetazione insubrica rigogliosa con elementi floristici submediterronei ed illirici. Fitocenosi termofile rare in Svizzera: bosco xerofilo a corpino nero (Ostryo carpinifolia) e orniello (Fraxinus ornus), prato secco a Andropogon gryllus. Specie natevoli: Campanula bononiensis, Golium purpureum, Celtis austrolis come pure alcune altre sfuggite alla coltivazione nei giardini e inselvatichite:  Ailanthus glandulosus, Cotinus coggygria, Opuntia humifusa, Agave omericano, Erigeran karvinskianus. "
L'oggetto IFP è principalmente caratterizzato dal ripido pendio del Monte Brè che si innalza dalle
rive del Lago di Lugano e che offre un quadro paesaggistico prestigioso. A parte alcune pareti di
roccia e I'area del paese di Gandria, il pendio è oggi completamente boscato. Grazie al sottosuolo
calcareo, all'esposizione e alla situazione climatica speciale vi si riscontra una vegetazione termofila pregiata e rara a livello svizzero, come descritto sulla scheda lFP. Le pareti rocciose offrono uno spazio vitale a numerose specie xerofile, animali e vegetali, protette o degne di protezione. La parte meno ripida e con un terreno più profondo, situata soprattutto sopra il nucleo di Gandria, è stata coltivata a vigneto fino alla seconda guerra mondiale circa. ln seguito, essa si è rimboschita naturalmente con le associazioni vegetali termofile, dominate da carpino nero e orniello d'elevato valore ecologico, descritte sopra. La configurazione a terrazzi delle parcelle è ancora presente e si può in parte osservare I'esistenza di muri a secco. I valori del villaggio di Gandria quale sito d'importanza nazionale nell'lnventario degli insediamenti svizzeri da proteggere ISOS sono descritti nel capitolo successivo del presente preawiso. L'oggetto IFP è praticamente privo di opere tecniche con impatto paesaggistico negativo. Ad eccezione della strada cantonale e delle opere ad essa annesse (ponti, gallerie, posteggi, stazioni di servizio, etc.), vi si trova solo una linea ad alta tensione, che collega Gandria con il villaggio di Brè.
In base a questi elementi, la CFNP definisce i seguenti obiettivi di protezione per I'oggetto IFP n.
1812:

- Conservazione integrale del paesaggio, praticamente esente da installazioni tecniche, con i
suoi elementi naturali e antropici.
- Conservazione integrale della situazione topografica, in modo particolare delle imponenti
pareti rocciose e degli affioramenti geologici, e della strutturazione parcellare del territorio,
caratteristici del paesaggio pittoresco di Gandria.
- Conservazione integrale del villaggio di Gandria e dei suoi dintorni in base alle
raccomandazioni formulate nell'lSOS.
- Conservazione integrale degli elementi naturali di grande valore ecologico, segnatamente
della peculiare vegetazione insubrica descritta sulla scheda lFP.

ll villaggio ISOS d'importanza nazionale Gandria
Il villaggio di Gandria, oltre a essere menzionato direttamente sulla scheda IFP come "pittoresco
villaggio  di pescatori"', è pure inserito nell'inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS), dove è classificato di valore nazionale. Il villaggio è caratterizzato da un nucleo a struttura
compatta, chiuso da un fronte ininterrotto che si affaccia direttamente sul lago. Il nucleo è
attorniato da ripidi pendii utilizzati come giardini o vigneti, sui quali sono sorte negli ultimi decenni
diverse costruzioni. Sia le qualità situazionali che quelle spaziali sono valutate dall'ISOS come
eccezionali in ragione della topografia ripida che offre solo spazi stretti per le costruzioni. Le qualità storico architettoniche sono valutate come buone.
ll progetto da valutare è ubicato all'interno dell'intorno ll definito quale Ripido ciglio prativo, o
macchia e con alberi da frutto, in parte terrazzato, un tempo coltivato adiacente al perimetro edificato I Vecchio nucleo compatto con cose del 17./18. secolo spesso ristrutturate e trasformate durante il 19. secolo e all'intorno I Riva percorsa da sentiero definito da basso muro a lago ed alte mura a arcate cieche verso monte, caratterizzato dal cimitero e dalla cappella San Rocco, costruita nel 1645.
L'ISOS ha classificato l'intorno ll come parte indispensabile per il valore dell'insediamento e ha
stabilito lo scopo di conservazione massimo "a", che prevede di salvaguardare lo stato esistente
come spazio libero, conservare le costruzioni antiche essenziali al sito e sopprimere le alterazioni. I
suggerimenti generali dell'ISOS raccomandano di mantenere tale zona come non edificabile e di
formulare prescrizioni severe per le costruzioni direttamente legate all'ubicazione. Per le
trasformazioni di edifici storici o antichi sono inoltre richieste prescrizioni particolari. Dalle
disposizioni dell'ISOS risulta che I'obiettivo principale per Gandria consiste nel mantenimento del
perimetro dell'intorno ll nello stato attuale.
La CFNP ha stabilito i seguenti obiettivi di protezione per la parte dell'oggerto ISOS toccata dal
progetto:
- Conservazione integrale del villaggio di Gandria e dei suoi dintorni.
- Conservazione dell'intorno ll quale spazio libero non edificabile.
- Tutelare le costruzioni esistenti proteggendole da perturbazioni causate da nuove
costruzioni.
- Salvaguardia degli spazi liberi da edificazioni all'interno del perimetro del villaggio.
- Ripristino delle qualità di paesaqgio rurale tradizionale di tali spazi liberi (muri a secco,
culture appropriate (orti, uliveti, ecc.).
- Eliminare gli elementi che alterino I'aspetto dell'insediamento e dei suoi dintorni.

Piano di quartiere
ll progetto di Piano di quartiere si situa sui mappali no 216,217,728,229 e23O del Comune di
Lugano, sezione di Gandria, adiacenti a lato est del nucleo del villaggio di Gandria e comprendono
una superficie di 2500 mq. ll progetto prevede I'edificazione di quattro livelli di residenze (9
abitazioni primarie e 4 secondarie), disposti parallelamente alla riva del lago, e di circa 30 posteggi
sotterranei serviti tramite un blocco lift-auto. L'edificato si suddivide in due corpi principali, a loro
volta suddivisi in due elementi, proponendo quattro volumi simili fra di loro, scalati di un piano
verso I'alto in direzione est. I quattro volumi si sviluppano ciascuno su quattro piani fuori terra. Sul
lato est è inoltre prevista l'edificazione del blocco lift-auto (blocco 9). Le facciate principali dei
singoli appartamenti sono orientate con ampie vetrate verso lago. Su una parte dei volumi viene
proposto I'utilizzo della copertura quale "piazza pubblica" (blocchi I e 7) rispettivamente "terrazzo
privato" (ulteriori blocchi).
A pagina 3 della Relazione tecnica TAV, Piano di quartiere - Osservazioni alle opposizioni del 22
ottobre 2013 sono elencate proposte quali"Idee di progetto nel tempo" per nuovi futuri scenari
come ad esempio I'edificazione a lato del blocco lift-auto di un lift inclinato panoramico quale
accesso alla riva lago, vari riassetti e riqualifiche paesaggistiche come pure una sala espositiva da
adibire a museo dell'ulivo.

Valutazione
Il villaggio di Gandria è inserito nell'lnventario degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS)
quale oggetto d'importanza nazionale. Ïn merito a questo Inventario federale, allestito in base
all'articolo 5 LPN, nel quale fìgurano sia gli insediamenti d'importanza nazionale, sia quelli
d'importanza regionale, si pone in risalto il fatto che Gandria si situa nella sfera più alta e
signficativa degli insediamenti d'importanza nazionale.
Per quanto concerne i singoli elementi di giudizio che concorrono alla formulazione della
valutazione globale inerente agli insediamenti nella Svizzera italiana situati in una posizione di
pendio ripido si menzionano in particolare: la qualità e la tipicità, per una determinata regione, dei
singoli edifici di un insediamento; la presenza di una gerarchia accentuata e ben mantenuta della
rete stradale originaria e la presenza di scalinate e di spazi non edificati all'interno del perimetro
dell'insediamento.
Tra i diversi insediamenti aventi queste caratteristiche, situati sia nei pendii ripidi di paesaggi
montani, quali la Val Verzasca o la Valle di Muggio, o in paesaggi lacustri, quali le sponde dei laghi
Ceresio o Verbano, sono tutti d'importanza nazionale qualora, oltre a queste caratteristiche, si
posizionano in un ambiente circostante privo di edificazioni. Per quanto concerne I'insediamento di Gandria, esso adempie di fatto pienamente a tutte queste prerogative ed è perciò
incondizionatamente un luogo d'importanza nazionale ai sensi dell'inventario ISOS.
Oltre a ciò Gandria rispetta e adempie pienamente ai criteri di valore per luoghi situati in un
paesaggio lacustre e cioè: la qualità della riva di lago; la qualità degli spazi non edificati che
attorniano il sito; la relazione tra I'ambiente edificato e I'ambiente circostante; la qualità del luogo e la disposizione dell'edificato come pure la presenza di spazi di transizione tra il paesaggio edificato e non edifìcato.
L'elevatissima qualità paesaggistica di Gandria risulta dal fatto che questo villaggio adempie in modo ottimale tutti i criteri qualitativi di pregio per luoghi situati in pendii di paesaggio lacustre. Per questa ragione il villaggio di Gandria è pure situato al centro dell'oggetto no. 1812 dell'Inventario federale dei paesaggi e siti naturali d'importanza nazionale.
I seguenti fattori concorrono inoltre alla motivazione inerente il pregio di Gandria:

- la riva del lago è completamente libera da qualsiasi traffico veicolare e raggiungibile
unicamente a piedi o tramite battello. La via che costeggia la riva, inserita in una situazione
di pendio assai ripido, si apre solo a brevi sprazzi sul lago, laddove non è dominata da
murate o terrazzamenti a valle della stessa.
- L'edificato storico si presenta tramite una siluetta praticamente intatta, i cui bordi si
delimitano in modo chiaro dalla topografia degli ambienti terrazzati circostanti.
- Lo sguardo dal lago su Gandria spazia dalla compattezza dell'edificato al centro del nucleo
all'edificazione più sobria verso la chiesa e I'area del cimitero. Pur essendo gli edifici ad est
del centro a più distanza tra di loro, e con spazi verdi e giardini maggiormente visibili dal
lago, le due parti del villaggio formano un insieme essendo i giardini ad est del villaggio
delimitati da terrazzamenti e mura di sostegno che riflettono, nel loro insieme, le
caratteristiche dell'edificato compatto del nucleo centrale.
- Le aperture delle finestre verso il lago sono particolarmente armoniose poiché
praticamente senza contrasti che ne altererebbero il carattere di compostezza. Persino la
chiesa non si pone particolarmente in risalto ed è ben inserita nell'insieme.
- Gli spazi edificati e non che compongono il sito di Gandria formano un insieme
particolarmente armonioso, ciò che è pure il caso per il borgo di Gandria nella sua totalità
rispetto al paesaggio non edificato circostante, paesaggio rurale tradizionale unico nella sua
bellezza e funzionalità, dove spiccano gli uliveti rimessi ultimamente a nuovo e che ridanno
al paesaggio rurale circostante Gandria il carattere che andava vieppiù perdendosi e
svilendosi negli ultimi decenni.
- ll paesaggio rurale, in gran parte tempo fa adibito ad orto e frutteto, gestito dall'uomo, con
gli innumerevoli muri a secco, di grande importanza anche nell'ottica del mantenimento di
un'alta biodiversità, si dissolve poi verso monte, per lasciarsi riprendere dall'ambiente
boschivo tipico dell'abbandono di attività rurali.
- Di particolare rilievo inoltre il fatto che le Cantine di Gandria, situate sulla sponda opposta
del lago, formano un insieme ineluttabile con il villaggio stesso, conferendo alla sua siluetta,
provenendo sul lago dalle Cantine stesse, un effetto che oltrepassa sia fattori estetici, sia
turistici, e cioè quello di formare un'entità tra le Cantine di Gandria ed il villaggio di
Gandria, elementi indissociabili dello stesso paesaggio rurale tradizionale dove il suolo
(utilizzo agricolo, oliveti, vite, orti) e I'acqua (pesca, villaggio di pescatori) si uniscono in un
insieme senza uguali a livello nazionale.

Per tutti questi motivi Gandria è da considerare quale uno tra i più significativi villaggi situati in riva di lago a livello nazionale. Analogamente a Morcote, Gandria è uno dei due villaggi più emblematici del Cantone Ticino.
La CFNP riconosce il grande impegno dei progettisti di questo secondo piano di quartiere volto a
proporre una soluzione nel suo insieme maggiormente elaborata in ottica paesaggistica.
Comunque anche un'edificazione basata su questo secondo piano di quartiere stravolgerebbe
assolutamente I'unicità del villaggio di Gandria. La siluetta nel suo insieme verrebbe gravemente
alterata. La perdita dello spazio non edificato in oggetto, plasmato dai terrazzamenti di mura a
secco, tramite nuove edificazioni comporterebbe un contraccolpo violentissimo al carattere
armonioso ed al rispetto di quanto edificato nell'evoluzione storica di questo incantevole borgo dal disegno estetico di assoluta unicità a livello nazionale.
Il nuovo progetto sottoposto non è dunque pure lui in alcun modo compatibile, e non lo sarà
nemmeno in altra forma o modifica, a qualsiasi criterio oggettivo inerente allo sviluppo armonioso
ed al rispetto degli spazi edfiicati e non edifìcati che formano I'insediamento d'importanza nazionale di Gandria. Esso non è quindi compatibile con gli obiettivi di protezione sopra menzionati. Lo spazio non edificato in oggetto potrebbe invece essere senz'altro incluso nel progetto di rivitalizzazione del paesaggio rurale e culturale non edifìcato attualmente in esecuzione nel villaggio stesso, riattando i muri a secco ed eseguendo interventi anche confacenti ai criteri del sentiero degli ulivi, notoriamente una comprovata etichetta di primissimo ordine per la città di Lugano.

Conclusioni e richieste
Sulla base dei documenti presentati e del sopralluogo, la CFNP conclude che il progetto presentato
arrecherebbe un danno molto importante sia al paesaggio (oggetto IFP n. 1812), sia al sito costruito ISOS d'importanza nazionale. La CFNP è dell'avviso che nemmeno eventuali modifiche al progetto permetterebbero di ridurre il forte impatto negativo.
La Commissione sottolinea inoltre che tutti gli spazi oggi ancora liberi da costruzioni a Gandria
devono essere imperativamente mantenuti non edificati per salvaguardare la caratteristica
primordiale del paesaggio e del sito costruito d'importanza nazionale nel loro insieme.
La CFNP chiede quindi che non venga rilasciata nessuna licenza edilizia per qualsiasi progetto sui
mappali in questione e che la conservazione del villaggio di Gandria con i suoi dintorni non edificati venga definitivamente assicurata tramite strumenti pianificatori cantonali e comunali adeguati."
UNP e CP prendono atto del parere della CFNP, osservano tuttavia che a mente loro escludere a
priori qualsiasi intervento all'interno degli spazi liberi del nucleo risulta estremo. ll nucleo infatti
presenta grandi valori, tuttavia necessita, per taluni elementi conflittuali presenti, interventi di
riqualifica mirata. UNP e CP sottolineano che questo obiettivo di riqualifica e valorizzazione
presuppone in ogni caso un progetto attento e d'insieme, basato su una lettura paesaggistica
qualificata che rilevi i conflitti presenti; il che non si configura come un'immobilizzazione del nucleo al suo stato attuale, tanto più che la parte a monte presenta un'edificazione relativamente recente, poco qualificata e che frammenta i bordi storicamente ben definiti del nucleo, inoltre le aree libere di contorno sono minacciate da incuria e inselvatichimento. Occorrerebbe in tal senso un progetto complessivo di reintegrazione dell'immagine dell'insediamento storico e di riqualifica paesaggistica. UNP e CP sono invece concordi con la CFNP sul fatto che il progetto presenta delle riconosciute qualità, tuttavia pone il tema della sopportabilità di un'edificazione che appare densa e della compatibilità della stessa con la necessità di tutela del nucleo storico. Pur rilevando che Gandria ha subito continue trasformazioni nel corso del tempo, si sottolinea che le stesse erano perlopiù contenute e si inserivano in una logica di crescita graduale che non stravolgeva I'assetto
paesaggistico dell'insieme. A mente di Ufficio e Commissione I'intervento in esame non costituisce
una risposta adeguata al contesto, in quanto risulta molto invasivo: i volumi sotterranei sommati a
quelli fuori terra comportano infami uno sventramento totale del pendio esistente e I'impatto
dell'edificazione è eccessivo in rapporto a quello che il luogo riesce a sopportare, tanto più che il
nuovo complesso non si pone in continuità con la forma attuale del nucleo e con la sua logica di
crescita. ll progetto configura infatti un nuovo tassello dell'edificato, indipendente da quest'ultimo, che si dirama in una direzione incongrua. Mentre il nucleo presenta una forma pressoché piramidale, con la base allargata verso il lago e la punta qualificata dall'emergente presenza della chiesa il piano di quartiere propone un'estensione dell'edificato posta parallelamente al lago, intaccando in modo importante I'area libera di correlazione esistente. A mente di Ufficio e Commissione, eventuali nuovi interventi dovrebbero per contro essere finalizzati ad una riqualifica di questo luogo, attualmente incolto e problematico anche per la forte presenza dell'indelicato innesto costituito dal nuovo accesso stradale che sovrasta i fondi in oggetto e ha certamente risolto alcuni problemi, senza tuttavia presentare un inserimento adeguato al contesto, che oggi costituisce la porta di accesso di questo nucleo di pregio.
Nel caso specifico della domanda di costruzione in oggetto, benché alcuni intendimenti progettuali
siano per certi aspetti condivisibili (vedasi la riqualifica delle aree libere e i nuovi collegamenti
pedonali), da un lato I'eccessivo impatto paesaggistico della costruzione e I'incongruenza
dell'inserimento rispetto alle regole di crescita del nucleo, dall'altro un collegamento poco
qualificato con la strada di accesso (che propone una sorta di fossato tra il retro degli edifici e il
suolo pubblico ed è caratterizzato da una torretta del lift auto decisamente problematica),
producono nel complesso un progetto che non si pone in una relazione di qualità con le
preesistenze e le caratteristiche dei luoghi.

In considerazione dei pareri espressi dalle citate commissioni, esaminate le argomentazioni da loro sollevate,  ritenute pertinenti e alla luce di quanto sopra, l'Ufficio natura e paesaggio esprime un preavviso negativo alla  domanda di costruzione in oggetto.

Visto quanto sopra, considerato che all'istanza si oppongono degli interessi di natura pubblica,
prevalenti e prioritari all'interesse soggettivo dell'istante, si conclude che per tutti gli interventi
previsti non può essere rilasciato un preavviso favorevole.

A titolo abbondanziale, si riporta altresì quanto rilevato dall'Ufficio dei beni culturali, il predetto
Ufficio (UBC) e la Commissione dei beni culturali (CBC) hanno esaminato la domanda di
costruzione citata a margine e preso conoscenza delle relative opposizioni.

ISOS
L'importanza del comparto in cui è prevista la nuova edificazione emerge dalla scheda
dell'inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS), che annovera Gandria tra gli
insediamenti svizzeri di importanza nazionale. Essa rileva infatti l'intorno circoscritto (I-Ci) Il
"Ripido ciglio prativo a macchia e con alberi da frutto, in parte terrazzato, un tempo coltivato" per il quale prevede la preservazione della destinazione dei terreni coltivati e no (obiettivo di
salvaguardia "a", ossia conservazione della vegetazione importante per I'insediamento, e la vecchia edificazione; eliminare i fattori perturbanti). L'ISOS prescrive inoltre che: "Dato il forte interesse tlpologico dell'impianto, si impone un assoluto divieto edilizio nelle porti di sfondo e di cornice all'ìnsediamento storico (I, ll, lll)".

La protezione ai sensi della LBC
ll nucleo di Gandria non è attualmente sottoposto a vincoli ai sensi della LBC. Tuttavia esso (con le
cantine site sull'altra riva del lago) è meritevole di una protezione quale bene culturale: a tal
proposito si ricorda anche la specifica richiesta di tutela formulata, sotto forma di petizione, da
alcuni cittadini.

Progetto nuova edificazione - preavviso
L'analisi dell'incartamento ha evidenziato come I'impatto generale dell'intervento risulta invasivo e incompatibile con il contesto di pregio e la presenza monumentale. lnfatti I'edificazione prevista
contrasta senza alcun dubbio con la proposta di protezione, che esige, come prevede I'ISOS, il
mantenimento di adeguati spazi liberi da edificazione attorno al nucleo del paese necessari alla
valorizzazione di quest'ultimo. A titolo abbondanziale riteniamo che sul sedime in questione
qualsiasi tipo di edificazione, qualificata o non, sia comunque invasiva. Tale posizione è peraltro
ampiamente condivisa dalle conclusioni del rapporto del 20 dicembre 2013 della Commissione
federale per la natura e il paesaggio (CFNP).

P.q.m.
viste la LE, il RLE, la LPT, la Lst, il RLst, il Regolamento sulle deleghe di competenza decisionali,
nonché ogni altra norma nella fattispecie applicabile, riservato ogni più ampio sviluppo in fatto ed in diritto in corso di procedura.

                                                           chiedesi piaccia giudicare

- La licenza edilizia relativa alla domanda di costruzione suddetta è negata

Ricordiamo che giusta l'art.7cpv. 2 LE,"l'awiso del Dipartimento è vincolante per il Municipio". Di
fronte ad un'opposizione, il Municipio è tenuto a respingere la domanda, facendo proprie le
motivazioni del Dipartimento. Ai sensi dell'art. 51 RLE ra vostra decisione dovrà essere notificata
allo scrivente Dipartimento del territorio, Uffìcio delle domande di costruzione.

Pian Povrò: le ruspe si divorano un (altro) pezzetto di memoria storica

Inghiottito, fagocitato dalla lenta e inesorabile avanzata del cemento anche l'ultimo pezzo di verde alle "5 vie", all'uscita nord dell'autostrada, in quella che un tempo era una zona agricola del comune di Breganzona e che il municipio del comune ora scomparso decise di rendere parzialmente edificabile - anche parte delle zone ZAC per l'avvicendamento culturale.
  



A nulla sembra essere valso l'appello della sezione massagnese dei "Cittadini per il territorio" che a inizio settembre chiedeva alle autorità cantonali e cittadine di preservare l'ampia e preziosissima zona agricola sita sul Pian Povrò, a confine con il Comune di Massagno verso la Crespera.


Ma c'è dell'altro: oltre essere una delle ultime zone ancora libere e inedificate,  questo terreno diventato proprietà della grande Lugano ha visto scrivere una pagina di storia del nostro Cantone: è infatti qui, nel lontano autunno 1802, che avvenne il "pronunciamento del pian Povrò" commemorato in un volumetto dato alle stampe nel 2003. Vi si leggeva, a firma dell'allora sindaco di Breganzona Ignazio Bonoli, "ben venga ... ogni contributo - anche modesto - che possa risvegliare in tutti i cittadini attuali il senso di appartenenza a una comunità (ndr: Breganzona) che ha origini antichissime...". 



Lugano ha però la memoria corta, soprattutto quando si tratta di memoria storica da preservare. Quel pezzo di terra ricevuto in eredità dopo che il comune Breganzona fu spazzato via dalla fusione ospiterà la nuova sede della Croce Verde. Che importa se su quelle terre, in seguito ai moti antifrancesi e antirepubblicani che nell'estate del 1802 ebbero ragione della Repubblica, il "pronunciamento del pian Povrò" sancì la proclamazione dell'autonomia del Luganese? La memoria storica di nuovo sacrificata sull'altare del cemento. Non c'è di che andarne fieri.


Ortica

mercoledì 15 ottobre 2014

Due iniziative per salvaguardare spazi verdi e patrimonio - Nuova vita per il parco di Villa Argentina

Per chi si batte per il territorio questa è una giornata da segnare davvero in rosso nel calendario. A Bellinzona sono state presentate le due iniziative popolari a salvaguardia del territorio - Spazi Verdi per i nostri figli - e del patrimonio - Un futuro per il nostro passato- promosse da Cittadini per il territorio, rispettivamente dalla STAN. Da domani inizia ufficialmente la raccolta delle firme: 7000 entro il 15 dicembre per entrambe le associazioni promotrici. Volantino e formulario per la raccolta delle firme sono scaricabili direttamente dal sito STAN  e da quello dei Cittadini per il territorio.

Altra buona notizia, la decisione del municipio di Mendrisio di salvaguardare la parte alta del parco di Villa Argentina da destinare ad area verde e di svago riservando soltanto 3000 metri quadrati all'Accademia di architettura. 3000 metri che tuttavia non fanno l'unanimità poiché tale superficie non risponde alla richiesta di salvaguardia integrale della preziosa area verde per il cui mantenimento si battono da anni i promotori del comitato parco di villa Argentina. 

Ortica

venerdì 10 ottobre 2014

16 intellettuali italiani contro l'ideologia della cementificazione


"Rottama Italia" è la reazione di sedici intellettuali di spicco sul controversissimo decreto elaborato dal Governo Renzi per rilanciare l'economia italiana, il cosiddetto decreto "Sblocca-Italia". In un libricino disponibile gratuitamente, i sedici autori -tra cui Salvatore Settis e  Carlo Petrini- mettono all'indice quello che secondo loro non è altro che un ulteriore passo verso la devastazione del territorio. Pubblichiamo di seguito il link al sito altreconomia dove scaricare in pdf "Rottama Italia".  "Vogliamo un paese in cui chiamamo sviluppo ciò che coincide con il bene di tutti -e non ciò che distrugge - la qualità della nostra vita. Un paese che cresca,e non un paese che divori sé stesso." Parole pesanti come macigni su cui riflettere e che per certi versi ben si sposano anche con la nostra piccola realtà ticinese.

Ortica

mercoledì 1 ottobre 2014

Expo 2015 è cultura e vale l'investimento, Hermann Hesse no

"Hesse o non Hesse?" Per chi ancora sostiene che nel Cantone si promuove una politica culturale e turistica degna di questo nome, suggerisco di leggere l'omonimo post pubblicato sul suo blog da Sergio Savoia, primo firmatario della mozione interpartitica che chiede la creazione del "Parco letterario Hermann Hesse".
Ortica  

martedì 30 settembre 2014

Palazzo Turconi: interpellata Commissione federale Monumenti Storici - Montagnola: l'ex Casa Rossa non sarà tutelata

STAN e Accademia d'architettura sono sempre più ai ferri corti: oggetto del contendere, la copertura della corte di Palazzo Turconi, che ha incassato il preavviso negativo dell'Ufficio Beni culturali. In un'intervista  rilasciata ieri al Quotidiano, il vice-presidente della Società ticinese per l'arte e la natura architetto Benedetto Antonini ha ribadito la posizione intransigente della STAN al riguardo. Tanto da richiedere una perizia alla Commissione federale dei monumenti storici per fare definitivamente chiarezza sulla liceità del progetto.
Abbiamo ottenuto lo scritto. Eccolo:

On. Consigliere Federale Berset,

la Società ticinese per l'arte e la natura (STAN, Sezione ticinese di Heimatschutz / Patrimoine suisse) ha letto sulla stampa e successivamente sul sito del Parlamento federale la Sua risposta (testo provvisorio del verbale della sessione del 22 settembre) a una domanda postaLe dalla Consigliera Nazionale Adèle Thorens.
Considerato che nella fattispecie, giusta l'art. 6 cpv. 1 LPN, "l'iscrizione di un oggetto d'importanza nazionale in un inventario federale significa che esso merita specialmente d'essere conservato intatto", laddove il significato e la portata della locuzione conservare intatto discende dal contenuto della protezione menzionata nell'inventario e dalle schede analitiche che l'accompagnano, oltre che dai motivi dell'importanza nazionale dell'oggetto compendiati dalla perizia della pertinente commissione federale. A mente del Tribunale federale (STF 1A.122/2004 del 30.5.2005), inoltre, conservare intatto è da intendersi nel senso che la protezione conferita dall'inventario deve trovare piena applicazione, e che eventuali minacce devono essere contrastate; in particolare, occorre mantenere intatte le caratteristiche che hanno valso agli oggetti il riconoscimento della loro importanza nazionale.
La STAN ritiene che per la domanda di costruzione in questione sia applicabile l'art. 7 cpv. 2 LPN: «Se nell'adempimento di un compito della Confederazione un oggetto iscritto in un inventario federale ai sensi dell'articolo 5 può subire un danno rilevante oppure se sorgono questioni d'importanza fondamentale al riguardo, la commissione redige una perizia a destinazione dell'autorità cui spetta la decisione. La perizia indica se l'oggetto deve essere conservato intatto oppure la maniera per salvaguardarlo», così come prescrive anche l'art. 4 della Convenzione europea per la salvaguardia del patrimonio architettonico.
Pertanto, richiamata la LPN e la giurisprudenza del Tribunale federale la STAN chiede formalmente che la Commissione federale dei monumenti storici sia incaricata di redigere una perizia sulla domanda di costruzione citata in ingresso.

Voglia gradire, on. Consigliere Federale Berset, i più distinti saluti.

Sintomatico il fatto che la domanda di costruzione per il progetto caldeggiato dall'Accademia sia stata "furbescamente" inoltrata - parole dell'architetto Antonini - proprio nel mese di agosto: un modo di procedere che non sorprende e ricalca quello spesso adottato in altri casi scottanti. Lo ricordavo qualche tempo fa: è successo, lo scorso anno, con il contestatissimo progetto di edificazione nel parco della ex Casa rossa di Montagnola, è successo (dopo il suo ridimensionamento) con l'altrettanto controverso progetto  "Borgo degli ulivi" a Gandria, i cui promotori hanno incassato di recente un nuovo niet da parte del municipio di Lugano dopo il preavviso negativo da parte del Dipartimento del territorio. Che ha scritto: "Sulla base dei documenti presentarti e del sopralluogo, la CFNP conclude che il progetto presentato arrecherebbe un danno molto importante sia al paesaggio (oggetto IFP n.1812), sia al sito costruito ISOS d'importanza nazionale. La CFNP è dell'avviso che nemmeno eventuali modifiche al progetto permetterebbero di ridurre il forte impatto negativo (la sottolineatura è mia). 

E se a Gandria il progetto sacrificherebbe valori paesaggistici irrinunciabili, la cementificazione del parco dell'ex Casa rossa intaccherebbe altri valori - immateriali, certo- ma non per questo meno significativi. Eppure, sottrarre alla cementificazione il parco dell'ex Casa rossa sembra sempre più difficile, nonostante gli sforzi profusi da più parti. Il Cantone non intende tutelare o acquistare il giardino e la dimora dove il Premio Nobel visse tra il 1931 e il 1962 in ragione delle trasformazioni radicale subite nel tempo. Il che merita una riflessione: il fatto che troppo è cambiato rispetto all'aspetto originale dimostra quanto siano urgenti l'immediata revisione del PR di Montagnola (come chiede la STAN) e la promozione di una nuova cultura del territorio la cui assenza sta producendo danni incalcolabili, ormai sotto gli occhi di tutti. Segnaliamo comunque che il. comitato "Salviamo il parco Hermann Hesse" non ha ancora gettato la spugna: ha infatti creato una sua pagina Facebook dove potete trovare riprodotto integralmente il testo della mozione per la creazione del parco letterario Hermann Hesse presentata lo scorso 10 settembre al Gran Consiglio.

Concludo con una frase trovata nel  blog del comitato di  Villa Argentina, da sempre in prima linea nella difesa e nella valorizzazione dell'eredità spirituale e culturale incarnata dal parco dell'ex Casa Rossa: "Senza vera cultura anche la difesa del territorio diventa esercizio tecnocratico, legalista e utilitaristico. E rischia di fare danni quasi come quelli provocati dalla speculazione".


Ortica

mercoledì 10 settembre 2014

Hermann Hesse: la politica scende in campo

Un altro ostacolo si frappone al progetto immobiliare nel parco dell'ex casa rossa di Hermann Hesse. Dopo il recente ricorso della STAN contro la licenza edilizia accordata dal municipio di Collina d'oro,  anche la politica si mobilita a favore della salvaguardia della casa e del parco dove visse e operò il premio Nobel. In una mozione interpartitica, undici politici ne chiedono l'acquisto proponendo quale fine ultimo la creazione di un parco letterario Hermann Hesse. Questo sì che ridarebbe lustro all'immagine turistica - un po' appannata - del nostro cantone all'estero.


Ortica

venerdì 5 settembre 2014

A Massagno l'ex fabbrica Togal rimane al suo posto (per il momento)


Da fonti sicure ho saputo che lo stabile che ospitava l'ex fabbrica Togal a Massagno, chiusa dal 2005, non sarà demolito. La notizia non è da poco, tenendo conto del fatto che  il terreno su cui sorge è di 3000 metri quadrati e sarebbe stato occupato da un  palazzo di una quarantina di appartamenti: un altro mastodonte in uno spicchio di quartiere che a poco a poco ha visto scomparire le vecchie case unifamiliari con giardino  che ancora qualche anno si affacciavano sulle sue strade.  Vi è da chiedersi quali siano i motivi della rinuncia -la domanda di costruzione era stata accettata appena un anno fa- e quali siano le intenzioni degli investitori. 


Quel che è certo è che si tratta di una boccata d'ossigeno per La Libreria del tempo, punto d'incontro per amanti di libri vecchi e nuovi di ogni tipo confrontato con la difficile impresa di cercarsi una nuova sistemazione. Trovare spazi altrettanto ampi e suggestivi a Lugano è ormai praticamente impossibile.

Ortica

mercoledì 27 agosto 2014

Per la STAN parco e ex casa rossa di Hesse vanno tutelati


Era prevedibile: il ricorso è arrivato. La STAN va avanti a muso duro contro la cementificazione del parco dell'ex casa rossa di Montagnola.  E denuncia la mancanza di volontà politica del municipio di Collina d'oro che,  invece di tutelare i luoghi dove Hesse visse e operò, ha accordato la licenza edilizia al progetto -sebbene ridimensionato- dell'architetto Alvaro Bührig.  Uno degli argomenti evocati dal municipio per la decisione - e cioè che questi luoghi non sono tutelati a livello locale - è fragile come un castello di carta: la Legge conferisce infatti alle autorità comunali la facoltà di procedere alla tutela cautelare di un bene  locale meritevole di salvaguardia.  Per la STAN, i luoghi che ispirarono il premio Nobel vanno salvaguardati poiché altamente simbolici e come tali di rilevanza storica, culturale e spirituale e perciò meritevoli di essere considerati patrimonio dell'umanità a tutti gli effetti. A quando la loro messa sotto tutela e l'adozione di un nuovo PR che tenga conto di questo patrimonio di inestimabile valore ? Il ragionamento non fa una grinza. Chissà cosa ne pensano le autorità del comune di Collina d'oro...

Ortica

martedì 19 agosto 2014

Palazzo Turconi sotto la cupola di Palazzo federale


Si direbbe una telenovela, ricca di colpi di scena, se non fosse che ad essere protagonista del dramma è Palazzo Turconi (ex ospedale della Beata Vergine) a Mendrisio, oggetto di lite tra l'Accademia di architettura -che ne progetterebbe la copertura- e la STAN - più che mai decisa ad impedire lo snaturamento della sostanza architettonica dell'edificio. Dopo essersi già appellata alla Commissione federale dei monumenti storici - denunciando come il progetto caldeggiato dall'Accademia non terrebbe in considerazione  nè la tutela su piano cantonale nè la sua iscrizione nell'Inventario Isos quale bene degno di conservazione integrale- la Società ticinese per l'arte e la natura ha deciso di interpellare niente di meno che il Consiglio federale. La STAN non ci sta: la copertura della corte interna dell'edificio (progettato dall'architetto Luigi Fontana tra il 1853 e il 1860) minaccia un bene inventariato su mandato della Confederazione: per la sezione ticinese di Heimatschutz è inamissibile che all'origine del progetto sia l'Accademia stessa quale beneficiaria degli aiuti federali! Di certo la STAN non ha mancato di tempismo e approfittando della visita del Consiglio federale a Lugano ha diffuso a mezzo stampa il suo appello ai consigliere federali Alain Berset e Johann Schneider-Amman. Mossa azzeccatissima! Per approfondire l'argomento, rinviamo al dossier Palazzo Turconi sul sito della Società per l'Arte e la Natura.

Ortica

martedì 17 giugno 2014

Parco Hesse... eppur si costruisce


A poco meno di un anno - era il 17 luglio 2013 - dalla consegna della petizione "Salviamo il parco di  Hermann Hesse"  che aveva raccolto oltre 3000 firme, il municipio di Collina d'ora ha ora accordato la licenza di costruzione ai promotori del secondo progetto immobiliare per l'edificazione della parte sottostante del parco della "Casa Rossa".  Pur ridimensionato -da quattordici, le unità abitative previste sono ora nove - il progetto vanifica quanto fatto sinora dal comune stesso (!) per presevare e valorizzare la memoria storica e culturale del luogo dove visse e operò il premio Nobel.

 

Cocente la delusione di chi si era mobilitato in massa, oppositori e confinanti i quali, tuttavia, non si danno per vinti. Ed altrettranto cocente la delusione dei partecipanti a un sondaggio on-line di 20 minuti: ben il 64,25% di loro considera che il progetto comprometta la memoria dello scrittore. Un luogo altamente simbolico, parte integrante di un percorso tematico dedicato al premio Nobel, viene sacrificato  in nome della speculazione edilizia.


Come denunciava già  Franco Denti nella sua interrogazione al Gran Consiglio del 10 maggio 2012 in merito al progetto iniziale, l'operazione comportebbe la scomparsa di "un polo fondamentale della vita dello scrittore a Montagnola. La villa si troverebbe schiacciata da un complesso in cemento che  snaturerebbe del tutto il luogo (...)" . Considerazioni che nulla hanno perso della loro fondatezza soprattutto alla luce - come sottolineava ancora Denti- dell'enorme danno di immagine al Ticino, incapace di tutelare la memoria di uno scrittore noto a livello mondiale. Ma ai danni di immagini legati alla devastazione del territorio il nostro Cantone sembra ormai averci fatto l'abitudine.


Ortica