SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

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martedì 23 novembre 2010

Scempio Swarovski in via Pessina





Niente più vino o fiori  in quei piccoli caratteristici negozietti che così ben si prestavano ad accogliere i turisti in via Pessina, ... ma un'asettica vetrina stereotipata quale immagine urbana identica per ogni città.
Icchia

lunedì 22 novembre 2010

Il roccolo solitario


 
Prima...


Ora...

Cara Icchia, tempo fa, presa da sconforto di fronte allo scempio che avanza, ti avevo citato l’ennesima brutta sorpresa in via Trevano, dove, poco dopo la Supsi, diversi alberi sono stati sradicati in vista dell’ennesimo cantiere… ebbene, il taglio si è ulteriormente esteso, tanto da permettere la vista, arroccato in cima al terreno, di un roccolo.  È un roccolo-torretta che svetta solitario e meditabondo: attorno a lui -per il momento- ancora nulla.  Poi la sua vista sarà celata da chissà quale nuova edificazione e da lassù, da dove prima scorgeva il lago, il nostro roccolo probabilmente non vedrà  più neanche quello. Se te ne parlo è perché questo roccolo è tutelato.  Per fortuna, dirai tu. Certo, anche se la tutela del nostro patrimonio, a mio avviso, dovrebbe prendere in considerazione non solo il singolo “oggetto”, bensì l’intero contesto nel quale è inserito.  Penso a Via Pico a Cassarate, dove una vecchia casa si è salvata dalla demolizione ma il giardino che ne era parte integrante è stato completamente distrutto per  rendere possibile la realizzazione di un progetto immobiliare. Ti ricordi di quello che mi hai scritto? “Sono stata ancora in via Pico. La casa è stata sì salvata, ma purtroppo è stata deturpata a causa della distruzione del giardino… una casa decontestualizzata è come un ibrido monco, privato di una buona parte della sua essenza. Quella casa ha perso parte della sua poesia. Peccato.”  Ecco quel che ho pensato guardando il roccolo di Canobbio. Peccato.
Ortica



domenica 14 novembre 2010

Promemoria importante

Stando alla Legge sulla protezione dei beni culturali ....

Chiunque scopra un bene culturale degno di protezione è obbligato a informare immediatamente il Muncipio o il Consiglio di Stato.
Se la scoperta avviene durante l'esecuzione di opere di costruzione, i lavori devono essere immediamente sospesi.
Chiunque si avvede che un bene culturale protetto o degno di protezione è esposto al rischio di manomissione, alterazione, distruzione, trafugamento o simili, è tenuto a segnalarlo immediatamente al Municipio o al Consiglio di Stato.

Ricordiamocene!

Ortica

giovedì 11 novembre 2010

Tanto tuonò che piovve ...

Cara Icchia, essere vigili, fare sentire la propria voce, dissentire e dirlo chiaro e forte sembra essere pagante …  nel caso di Villa Solatia,  il gruppo ticinese della Federazione degli architetti svizzeri lancia un appello, un politico (Lorenzo Quadri) presenta un’interrogazione, un altro - Raoul Ghisletta – pur di colore diverso fa lo stesso, sollecitando contemporaneamente una presa di posizione anche sul futuro di Villa Monte Tabor. E di fronte all’innegabile importanza storico-culturale di quest’ultima –appartenuta a Erich Maria Remarque- si mobilitano anche dall’estero. Il Cantone non ha perso tempo e i 100'000 franchi accordati sono la metà della cifra necessaria ai promotori del salvataggio per sottoscrivere il diritto di compera e congelarne la vendita per un anno.  
Lieto fine? Non ancora. Per acquistare la villa sono necessari 6 milioni di franchi. Non sono noccioline e senza l’intervento del Cantone  -non interessato all’acquisto- entriamo di nuovo in gioco… noi. La collettività, le persone impegnate in enti, associazioni, fondazioni culturali e di pubblico interesse…. Certo che la cifra spaventa. Eppure basterebbero 100'000 persone disposte a versare 60 franchi a testa … Nel giro di un anno, pensi che non si troverebbero?
Ortica

lunedì 8 novembre 2010

Un appello per la salvaguardia di "Casa Solatia" di Tami


Cara Ortica, si rimane desolati e inermi davanti alla mancanza di sensibilità verso ogni cosa che ci è stata tramandata... purtroppo di questi tempi se ne sentono di tutti i colori, eppure ...vai a leggere questo articolo e dimmi cosa ne pensi...
Icchia

Siamo in tanti ma ...

Cara Icchia, a Cassarate le motoseghe hanno compiuto il loro lavoro. Sul piazzale delle scuole,  un vuoto desolante ricorda dove prima sorgevano alberi quasi centenari. A Viganello, in via Pedemonte, è scomparsa una villetta con orto e giardino. Sempre a Viganello, in via Roggia, sono spuntate altre modine.  Anche in Via Trevano, poco dopo la Supsi, le motoseghe hanno fatto il loro lavoro, sradicato e tagliato per far posto a ruspe pronte a scavare le fondamenta di una (?) ennesima palazzina. Se vuoi  berti l’ultimo caffè al bar Cento affrettati:  l’avviso di domanda di costruzione è stato inoltrato.  Sembra un bollettino di guerra. Non passa settimana dove mi rendo conto con sgomento che un altro pezzo di città è destinato a scomparire. Mi assale un senso di impotenza e di rabbia. Eppure, le persone che vorrebbero fare qualcosa non mancano. Basta guardare in quanti, spontaneamente, inviano segnalazioni  a Lugano Vintage, sito che da poco ha festeggiato i 1500 (!) iscritti… 1500 persone, se ci pensi, sono un incredibile potenziale in grado di far pressione sull’accelerazione con la quale si sta consumando lo stravolgimento del tessuto urbano di Lugano. Come attivarlo?  Non ho ancora una risposta. 
Ortica