Benvenga il caldo torrido di questi giorni se il risultato è quello di
congelare i beni meritevoli di tutela, ma a rischio di demolizione. Il caldo, e
non la notte, ha dunque portato consiglio: prima a Bellinzona, dove -in attesa
dell'elenco dell'UBC degli edifici da salvaguardare-
il sindaco Mario Branda ha sospeso l'intervento delle ruspe per i beni potenzialmente
degni di essere protetti. Prima a beneficiare della decisione salva-edifici è
Villa Carmine, oggetto -con altre ville storiche di Bellinzona- della petizione lanciata dalla STAN (firmate! c'è ancora tempo fino a metà agosto) per
evitare che il patrimonio architettonico della Turrita finisca in macerie.
Anche Locarno - complice il diffuso e crescente malcontento popolare - ha
deciso di correre ai ripari e in attesa della variante di PR ha adottato una
zona di pianificazione provvisoria comprendente i beni culturali indicati
dall'UBC come degni di protezione. Una decisione che li metterà al riparo per
tre anni dagli appetiti dei promotori
immobiliari e dalla furia demolitrice delle ruspe. Leggo tra l'altro che tra i criteri
di valutazione per la potenziale messa sotto tutela è stato preso in considerazione
anche il loro valore affettivo. A conferma che i luoghi del cuore e della mente
sono una componente imprescindibile di
quel paesaggio della memoria la cui peculiartà è cementificare il senso di
appartenenza al territorio. Il loro valore socio-culturale è incontestabile
poiché - come sottolinea spesso l'autorevole studioso Salvatore Settis - portatori di valori civili oltre che
garanti della vita associata.
Ortica