SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

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mercoledì 31 agosto 2011

Gutta cavat lapidem: 25 oggetti sottratti alle ruspe

Cara Icchia,
ti ricordi le parole di Giovanna Masoni alla fine dell'intervista concessa lo scorso 16 agosto al GdP in merito alla famosa "lista 33" della Commissione della pianificazione? "Penso che siamo ad una svolta importante". Ed ecco la conferma: il Municipio ha deciso di riammettere tra i beni da tutelare ben 22 edifici di interesse locale e 3 di interesse cantonale. In tutto, 25 oggetti sottratti alle ruspe e alla speculazione immobiliare. E Villa Elisa vi figura! anche se il terreno sul resto del mappale rimane edificabile. Ma in caso di nuova edificazione, il progetto dovrà "essere rispettoso del bene culturale". Spetta ora al prossimo CC esprimersi sul nuovo messaggio "rivisto e corretto" approvato proprio ieri dalla Commissione.
Comunque, al di là di un risultato ancora insperato appena qualche mese fa, è oltremodo significativo il fatto che il Municipio ha sostanzialmente rivisto la sua posizione introducendo e applicando nuovi criteri di valutazione: non solo architettonico, ma anche storico, di tradizione e memoria affettiva. Senza voler essere autoreferenziale, qualche mese fa sottolineavo che "cancellare edifici che cementano il senso di identità è privare la città della sua anima, è defraudare ciascuno di noi di quel senso di appartenenza che ne è il collante, è trasformarla da luogo della memoria e degli affetti a non-luogo privo di qualsiasi connotazione identitaria e relazionale". C'è una "geografia del cuore" che non può e non deve essere cancellata: una città è fatta anche di angoli che, al di là della loro bellezza architettonica, sono radicati nel cuore della gente perché hanno il sapore dei ricordi. Ecco, anche questo è attaccamento alla città. Un attaccamento che, in definitiva, è la migliore difesa di cui disponiamo per preservare una città a misura d'uomo e di cittadino. Il lavoro non finito. Anzi, è appena iniziato. Ne riparleremo.
Ortica

mercoledì 17 agosto 2011

Progetto all'ex birreria di Paradiso: Davide contro Golia

Cara Icchia,
e chi l'avrebbe mai detto? Per i promotori del controverso progetto sull'area dell'ex birreria di Paradiso si sarebbe detta la volta buona.  Lo scorso luglio, dopo una serie di modifiche, avevano  presentato  una nuova domanda di costruzione.  Ma anche questa volta, la domanda dei promotori  - la Parco Lago SA e la PSP Swiss Property AG - è stata bloccata da quattro ricorsi.  Il megaprogetto affidato agli architetti Angelo Renzetti e Giorgio Giudici dovrebbe sorgere sul fondo di proprietà del colosso immobiliare PSP, detenuto per il 17,2% dal gruppo israeliano quotato in borsa Alony-Hetz.  Uno scontro quasi impari, quello tra gli oppositori e il Golia immobiliare, deciso a tutto pur di realizzare sull'area dell'ex birreria sei palazzi di sette piani.  Frattanto, a seguito di una mozione che chiede una migliore qualità di vita dei residenti grazie ad una revisione del Piano regolatore "in senso strategicamente restrittivo" ,  la Commissione delle opere pubbliche ha invitato il Municipio a chiedere un preventivo per l'allestimento del relativo studio.


Ex albergo Meister: foto Stan
Ma i tempi della politica, si sa, sono tempi lunghi. E dopo anni improntati ad una crescita edilizia sul cui altare sono state sacrificate alcune importanti testimonianze del passato - ultime in ordine di tempo l'albergo Meister e l'albergo Schmid -, le speranze che Paradiso possa  "sottrarre gli ultimi spazi verdi alla speculazione edilizia, frenare l’eccessiva invasione del cemento e lo sfruttamento intensivo del territorio" in tempi utili per cambiare le carte in tavola sono davvero pochine.  Conclusione? Per dirla come Eugenio Foglia, uno degli autori della mozione, "se sulla ex birreria non la spunteranno i ricorrenti o non si stancheranno i committenti (cosa praticamente improbabile, vista la loro forza finanziaria), al massimo entro un anno si comincerà a costruire, magari secondo un nuovo progetto che comunque non si discosterà molto dall'originale."  Ma perlomeno, forse complice  il dibattito in corso a Lugano,  anche Paradiso sembra ora rendersi conto della necessità di cambiare rotta.
Ortica

giovedì 11 agosto 2011

Giovanna Masoni: imparare dagli errori del passato

Cara Icchia,
la decisione sulla reintegrazione o meno da parte del municipio dei 33 oggetti riabilitati da parte della Commissione della pianificazione sembra essere in dirittura d'arrivo. In un'intervista rilasciata ieri al Giornale del Popolo, la municipale Giovanna Masoni sembra confermare una loro parziale riammissione tra i beni da tutelare.  
Una nuova sensibilità sembra farsi strada, complice le molte, moltissime prese di posizione dei mesi scorsi contro il progressivo azzeramento storico-culturale del nostro patrimonio. Ad avere sortito il ripensamento del  Municipio sono forse anche gli errori di valutazione commessi in passato: errori ammessi dalla stessa municipale. Il riconoscerlo, fa onore alla municipale luganese alla testa dei dicasteri territorio e cultura.

"Ci sono stati errori, soprattutto in passato. Delimitare le zone edificabili e proteggere il nucleo (con il PR degli anni ’70, entrato in vigore all’inizio degli anni ’80) fu un primo passo avanti, che ha dato discreta prova. Ma che non era sufficiente: da un lato non erano stati protetti i beni culturali fuori del nucleo; dall’altro indici di costruzione piuttosto alti, combinati con l’evoluzione del mercato immobiliare, hanno per decenni di fatto purtroppo incentivato le demolizioni. Non abbiamo avuto la capacità e la cultura di conservare il patrimonio storico di qualità, e resistere alle sirene del mercato, ma nemmeno quella – salvo eccezioni – di costruire il nuovo con la stessa qualità che andava distrutta. Direi, a posteriori, che non eravamo preparati a gestire la crescita e il benessere (di per sé positivi) diffusisi così in fretta. Oggi stiamo facendo il possibile per arrestare le distruzioni, in una situazione pregressa e pregiudicata molto difficile, rispettando i diritti costituzionali anche dei proprietari. Ci aiuta una ritrovata sensibilità: nei cittadini e finalmente anche nei politici. L’Inventario dei Beni Culturali è solo un primo passo, ma è importante, perchè direi che segna un vero e proprio, necessario, cambiamento di rotta. Su incarico del Municipio, altri passi sono allo studio del Dicastero della Pianificazione. Oltre alle norme però, importante è proprio il cambiamento di mentalità: solo così si può riuscire a conservare il patrimonio di qualità esistente e a dare qualità anche al nuovo. La qualità del nuovo la fanno molto i committenti pubblici e privati, gli architetti, tutto il settore immobiliare, oltre che la popolazione, le associazioni spontanee di cittadini, i partiti, la volontà politica e infine le norme; tutti devono e possono fare la loro parte. Alla fine, come in molte cose, è molto anche questione di educazione e cultura, nel senso più ampio del termine: avere cura per la nostra città, preoccuparci del paesaggio, del territorio e dell’ambiente, che, alla fine, significa preoccuparci anche della qualità di vita in città. Insomma dobbiamo ricuperare un po’ di spirito... repubblicano, e Lugano deve, su questo tema, ritrovare un po’ se stessa. Ma, come detto, penso che siamo a una svolta importante".
Ortica

domenica 7 agosto 2011

Villa Elisa reintegrata: e gli altri beni di interesse nazionale?

Cara Icchia,
è passata quasi inosservata, eppure la notizia non è da poco: Villa Elisa ritorna nella lista dei beni da tutelare a livello comunale, unitamente ad una ventina di altri edifici di pregio.  Parola di Giovanna Masoni Brenni e di Angelo Jelmini che dovranno incontrare la Commissione della pianificazione per discutere della nuova proposta.  Uno dei motivi all'origine della decurtazione della famosa lista di 33 oggetti presentata nell'ambito del dibattito sulla variante di PR  potrebbe essere il probabile risarcimento che avrebbe comportato la loro tutela.  Qualche riflessione è d'obbligo.


Oltre Villa Elisa, la "lista 33", comprende altri tre oggetti che figurano nella Guida d'arte della Svizzera italiana: Villa ex Giambonini, in viale Castagnola, la  casa plurifamiliare di Giovanni Bernasconi in via  Gerso 6 e la Chiesa san Nicolao a Besso. Oggetti, dunque, ritenuti addirittura di interesse nazionale ma che il Comune, in barba al Cantone e al parere autorevole degli estensori della Guida, aveva deciso di declassare. Vi è da sperare che essi figurino nella lista di quelli riammessi.  L'eventuale adozione della lista decurtata rilancerebbe comunque l'urgenza di un riesame del PR e degli indici vigenti come sostiene da anni la STAN, per la quale la presenza di oggetti di valore dovrebbe comportare l'esclusione di possibili indici di sfruttamento.  A maggior ragione, l'invito al Municipio formulato dalla Commissione della pianificazione a "trovare una proposta che consenta ai proprietari confrontati con una limitazione della proprietà di poter usufruire di un aiuto finanziario da parte del Comune per la manutenzione del bene protetto" mi sembra imprescindibile nell'ottica di una futura politica di tutela del patrimonio della città. 
Ortica

Regresso o progresso?

Cara Icchia,
non è la prima volta che Orio Galli ci omaggia di un suo "disegnorio".  Anche questa volta ha azzeccato in pieno!


Aggiungerò la riflessione di Berardinelli alle frasi di SIS. Grazie Orio!
Ortica