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giovedì 11 agosto 2011

Giovanna Masoni: imparare dagli errori del passato

Cara Icchia,
la decisione sulla reintegrazione o meno da parte del municipio dei 33 oggetti riabilitati da parte della Commissione della pianificazione sembra essere in dirittura d'arrivo. In un'intervista rilasciata ieri al Giornale del Popolo, la municipale Giovanna Masoni sembra confermare una loro parziale riammissione tra i beni da tutelare.  
Una nuova sensibilità sembra farsi strada, complice le molte, moltissime prese di posizione dei mesi scorsi contro il progressivo azzeramento storico-culturale del nostro patrimonio. Ad avere sortito il ripensamento del  Municipio sono forse anche gli errori di valutazione commessi in passato: errori ammessi dalla stessa municipale. Il riconoscerlo, fa onore alla municipale luganese alla testa dei dicasteri territorio e cultura.

"Ci sono stati errori, soprattutto in passato. Delimitare le zone edificabili e proteggere il nucleo (con il PR degli anni ’70, entrato in vigore all’inizio degli anni ’80) fu un primo passo avanti, che ha dato discreta prova. Ma che non era sufficiente: da un lato non erano stati protetti i beni culturali fuori del nucleo; dall’altro indici di costruzione piuttosto alti, combinati con l’evoluzione del mercato immobiliare, hanno per decenni di fatto purtroppo incentivato le demolizioni. Non abbiamo avuto la capacità e la cultura di conservare il patrimonio storico di qualità, e resistere alle sirene del mercato, ma nemmeno quella – salvo eccezioni – di costruire il nuovo con la stessa qualità che andava distrutta. Direi, a posteriori, che non eravamo preparati a gestire la crescita e il benessere (di per sé positivi) diffusisi così in fretta. Oggi stiamo facendo il possibile per arrestare le distruzioni, in una situazione pregressa e pregiudicata molto difficile, rispettando i diritti costituzionali anche dei proprietari. Ci aiuta una ritrovata sensibilità: nei cittadini e finalmente anche nei politici. L’Inventario dei Beni Culturali è solo un primo passo, ma è importante, perchè direi che segna un vero e proprio, necessario, cambiamento di rotta. Su incarico del Municipio, altri passi sono allo studio del Dicastero della Pianificazione. Oltre alle norme però, importante è proprio il cambiamento di mentalità: solo così si può riuscire a conservare il patrimonio di qualità esistente e a dare qualità anche al nuovo. La qualità del nuovo la fanno molto i committenti pubblici e privati, gli architetti, tutto il settore immobiliare, oltre che la popolazione, le associazioni spontanee di cittadini, i partiti, la volontà politica e infine le norme; tutti devono e possono fare la loro parte. Alla fine, come in molte cose, è molto anche questione di educazione e cultura, nel senso più ampio del termine: avere cura per la nostra città, preoccuparci del paesaggio, del territorio e dell’ambiente, che, alla fine, significa preoccuparci anche della qualità di vita in città. Insomma dobbiamo ricuperare un po’ di spirito... repubblicano, e Lugano deve, su questo tema, ritrovare un po’ se stessa. Ma, come detto, penso che siamo a una svolta importante".
Ortica

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