SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

QUALE LUOGO AMATE E QUALE DETESTATE? COSA SUSCITA IN VOI? SEGNALATELO CON SCRITTI, FOTO, COMMENTI, FATELO IN MODO ANONIMO, CON UNO PSEUDONIMO O CON IL VOSTRO VERO NOME MA PARTECIPATE AL SONDAGGIO DI SALVIAMO IL SALVABILE!
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martedì 29 marzo 2011

In trincea contro la trincea

Cara Icchia,
qualche giorno  fa,  i luganesi  hanno trovato nella loro buca delle lettere un opuscolo di uno squillante color giallo inteso ad informarli sul nuovo Piano di viabilità del polo luganese, il famoso PVP.    

  
La scadenza dell’apertura della  nuova  galleria Vedeggio-Cassarate è più che mai vicina e sarà proprio la sua inaugurazione - leggiamo -  “il primo grande capitolo di questa nuova storia”:  quella, appunto, della nuova viabilità legata alla Lugano del futuro. Ma  la piantina riportata nell’opuscolo ufficiale ha ridato fuoco alla controversia  relativa al futuro assetto della  cosiddetta trincea ferroviaria di Massagno. Da tempo, la sezione massagnese dell’associazione “Cittadini per il territorio” si batte contro una strada sulla trincea …Puoi immaginare la sua reazione all'inserimento del tracciato nell'opuscolo sul nuovo PVP. E' scesa immediatamente in trincea contro la trincea... Leggi qui.  
Ortica

domenica 20 marzo 2011

Una segnalazione che fa piacere

"Un'amica ci segnala un blog, online dallo scorso autunno ma sfuggito alla nostra attenzione.
SALVIAMO IL SALVABILE si occupa di temi che sentiamo vicini, con garbo e senza chiasso. Ve lo proponiamo invitandovi a metterlo tra i vostri preferiti, anche perché raggruppa link particolarmente utili a chi si interessa di salvaguardia del territorio."

Quello che più mi rallegra è che in pochi mesi di vita SIS abbia trovato il suo piccolo spazio nell'articolato mosaico di gruppi e associazioni che si battono per la salvaguardia del patrimonio architettonico e paesaggistico del nostro Cantone.
Ortica

venerdì 18 marzo 2011

Divagazioni sull'archeologia industriale

Cara Icchia,
a proposito di archeologia industriale… proprio accanto al pallone del gas in fase di smantellamento, l’ex centrale termica  ci mostra come la salvaguardia e la riconversione ad altro uso di stabili industriali dismessi possa arricchire il tessuto urbano.  A patto che dietro ci sia un’idea forte. La riconversione dell’ex Termica in multicinema si è rivelata vincente, preservando al contempo l’edificio quale testimonianza architettonica di un quartiere un tempo a vocazione industriale. A Viganello sorgeva, fino a qualche anno fa, anche l’ex stabilimento Campari, purtroppo raso al suolo. Si sarebbe magnificamente prestato ad una riconversione simile a quella effettuata oltre 20 anni fa a Zurigo con l’ex  “Mühle Tiefenbrunnen”: birreria, poi mulino industriale riconvertito in un complesso che ospita bar, ristorante, gallerie, centro fitness, abitazioni e addirittura un museo sull’industria molitoria.  Risultato di una felice intesa tra pubblico e privato.
veduta Mühle Tiefenbrunnen
(foto Mühlerama)
Lungimiranza? Non solo. Anche l’ex stabilimento Campari apparteneva  a privati... a riprova che l’interesse privato non collima forzatamente con quello pubblico. Parte dei mali che affliggono il nostro territorio deriva proprio da questa inconciliabilità di interessi.  Non c’è alcun modo di venirne a capo? Martin Luther King  aveva un sogno: una società senza discriminazioni razziali.  Anche io, nel mio piccolo, ho un sogno: pensa se un giorno i piani regolatori premiassero chi preserva i beni architettonici o naturali… se le zone non edificabili  improvvisamente valessero di più delle zone edificabili... se queste venissero improvvisamente declassate rispetto a quelle non edificabili... non pensi che le ruspe diventerebbero meno voraci?   Che tanti edifici di pregio, magari immersi in parchi secolari, verrebbero salvati?  
Ortica

mercoledì 16 marzo 2011

Pallone del gas, addio

Cara Ortica,
iin questi giorni assistiamo alla  rimozione del "pallone"  del gasdotto di Lugano nell'ambito dei lavori per il nuovo progetto di Cornaredo.
Il pallone non sarà ricordato per la sua grande estetica, ma quale simpatica testimonianza di "archeologia" industriale, al pari degli edifici della ex Campari o della segheria di Viganello.



Icchia
 
PS: se hai voglia, dai un'occhiata su "Lugano Vintage"  alle belle fotografie del simpatico orsacchiotto Agostino alle prese con la sfera ancora intatta!

martedì 8 marzo 2011

La lettera di Ariane

Cara Icchia, abbiamo di nuovo ricevuto posta. Questa volta, a scriverci è Ariane. Nel quartiere dove vive, diversi edifici sono stati inseriti nella variante di PR. Ciononostante, proprio uno di questi ....
Ortica


"Come saprete, in Consiglio Comunale pende il Messaggio Municipale che approva la variante di PR, ne chiede l'avvallo da parte del CC e chiede un credito per aggiornarne gli atti.
Io vivo nel quartiere Saroli e ci sono molto affezionata. Il parco si è ripopolato di famiglie con i loro figli durante i pomeriggi di bel tempo. Vivo proprio entro uno dei perimetri di valorizzazione (PV7) che prevede speciali prescrizioni quali l'altezza edificabile massima di 10,50m in una zona che le attuali norme in vigore fissano a 22,70m. Tutte le costruzioni intorno a me sono state segnalate quali beni d'interesse locale e pertanto tutelati (devono essere mantenuti gli ingombri planivolumetrici e l'aspetto delle facciate,...).
Che sogno, finalmente una decisione Municipale forte e chiara.
Ma una questione è sorta la settimana scorsa, quando vedo apparire quattro "modine" intorno al perimetro di uno dei "beni d'interesse locale" sopracitati, una sopraelevazione dell'edificio di almeno 3 metri.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che il progetto è firmato dallo studio d'architettura Archiconsult sa, che se non erro è lo studio del nostro Sindaco. Io credo che pensare la sopraelevazione di un bene d'interesse locale, in quel contesto così armonico, con una recente decisione Municipale così chiara, condivisa e subito apparentemente smentita da chi la promuove, rischia di ottenebrare l'equilibrio di un quartiere che merita almeno la sua conservazione.

E se c'è chi pensa che una sopraelevazione possa ulteriormente valorizzarlo, allora credo che dovremmo farci un esame di coscienza, metterci una mano sul cuore, rinunciare al plus-valore e limitarci a una sobria conservazione, fatta per le generazioni future, una sana testimonianza di cosa poteva essere Lugano prima degli anni '60: per un'ampia parte, una bella città giardino.
Ora, so che in teoria i contenuti  della domanda di costruzione risultano conformi alla normativa in vigore ma contrastano con lo studio pianificatorio in atto. Pertanto formalmente l'istanza può essere inoltrata ma la decisione dovrebbe essere sospesa ai sensi dell'art. 65  della lpt. Ma mi chiedo anche che senso ha tutto ciò.
Mi chiedo anche se e che valore possa avere un'opposizione che penso
d'inoltrare. Se qualcuno ha qualche consiglio, suggerimento o suggestione, ben venga".

Ariane Scholer

venerdì 4 marzo 2011

Alberi sotto assedio





Cara Icchia,
della sorte degli alberi - sempre più spesso vittime della cementificazione che avanza e del nuovo piano viario della città -  non ci preoccupiamo solo noi.  Il destino del verde urbano, ormai da tempo sotto assedio, è stato oggetto di un’interpellanza a firma di Melitta Jalkanen, Gianni Cattaneo, Giordano Macchi, Lauro Degiorgi, Laura Tarchini, Maddalena Ermotti-Lepori e Giovanni Bolzani. La lista di domande alle quali dovrà essere data risposta è lunga e tocca aspetti cruciali come quello della compensazione per la perdita di biomassa, ombra, valore paesaggistico biodiversità e qualità ambientale ogni volta che viene abattutto un albero… o quello delle sanzioni nel caso di tagli per futili motivi o di lucro… o quello relativo ai criteri che consentono, su suolo pubblico o privato, l’abbattimento di un albero. Leggi qui...
Intanto, sta continuando il taglio di alberi lungo il Cassarate -e non solo - approvato nell’ambito del nuovo piano viario. La misura rischia però di prestarsi ad una lettura pericolosa, soprattutto dopo che la mozione del 2007 di Fabio Guarneri e Gianni Cattaneo per l’adozione di un “Regolamento per il verde pubblico e privato” è stata affossata... il rischio è di trasmettere al cittadino - comunque libero di fare come crede - un messaggio fuorviante che relativizza il taglio di alberi (tanto lo fa anche la città!) E' quanto ho pensato di fronte all’improvviso abbattimento di una bellissima pianta di fronte ad una palazzina di Pregassona: un abbattimento che nulla può giustificare se non quei “futili motivi” di cui sopra. La pianta era sana, mai mostrato segni di cedimento, stava lì chissà da quanti anni, forse una cinquantina a giudicare dalle radici e dal diametro del tronco… sono bastate poche ore per cancellare una presenza durata decenni. Ecco cosa ne rimane…
Ortica

guarda che radici!


il diametro del tronco: una sessantina di centimenti



giovedì 3 marzo 2011

La lettera di Melitta

Cara Icchia, oggi è arrivata posta. Indovina da chi? Da Melitta Jalkanen. Un lungo scritto che, spero, non sia l'ultimo. Come spero che sia il primo anche da parte di altre persone sensibili alla salvaguardia del nostro territorio...
"Quando vediamo demolire vecchi edifici, siamo tristi. Ma noi dove abitiamo? Come ci muoviamo?
La realtà è che pochi di noi sarebbero stati disposti ad andare a abitare nella bellissima Villa Antonietta, in Via Besso. Fare tutte quelle scale. Rinunciare a un posteggio. Rinunciare...
C’è anche un altro aspetto: il numero di abitanti nel nostro territorio è in aumento, come pure l’appetito di spazio abitativo. Conseguenza di questo appetito smisurato: la cementificazione del territorio. Più strade, più traffico, più inquinamento, meno qualità di vita in città e lungo le strade, dunque la gente vuole andare sempre più lontano... Un circolo vizioso.
Un’alternativa ci sarebbe: occupare tutte le abitazioni esistenti, prima di costruirne di nuove.
Ma qui andiamo a toccare la libertà della persona, il diritto di fare quello che vuole, con la sua proprietà. Se vuole comprarsi cinque case e non abitarci, è difficile vietarglielo. Ci sono tentativi di limitare i “letti freddi”, ma la resistenza è forte.
Se un edificio caratteristico è di mia proprietà, e potrei guadagnare una bella cifra sfrattando gli abitanti e trasformando l’oggetto, che cosa me lo può impedire? Piano regolatore, tutela? La coscienza civica del proprietario rimane il fattore decisivo. In Via Peri 11/13 l’edificio protetto è stato totalmente svuotato. Resterà il guscio. Verrà creata un’autorimessa sotterranea. Tutto legale. Lungo Via Cattedrale, che è la porta d’entrata dei turisti che scendono dalla stazione, nella curva c’era un bel cortiletto (che per un periodo ospitava un grazioso locale pubblico “Creperia dal riit”, con un’incantevole vista): oggi è l’elegante entrata a un’autorimessa privata. Non è brutto. È solo morto, sterile. Un’occasione mancata, un piccolo tassello perso, che avrebbe potuto far parte di una città attraente, viva, variegata.
Sarebbe nell’interesse di TUTTI che questi pezzi di bellezza, poesia, piacere, restassero. Ma chi può obbligare il proprietario a rinunciare a un suo diritto legale, e a fargli fare ciò che è l’interesse di TUTTI – dunque anche il suo? Per ora nessuno. Per ora le leggi hanno sempre tutelato il diritto del singolo, anche quando nuoce alla collettività – e dunque anche a sé stesso. Quando ci sono le elezioni, eleggiamo ancora le persone delle quali sappiamo bene che sono cementificatori e portatori di traffico e tagliatori di alberi?
A Lugano, oggi un appartamento modesto non rende, viene trasformato in “standing elevato” il che spesso significa ufficio, boutique o appartamento di vacanza, dunque di sera VUOTO. La città muore. Risultato? Il turista non si trova a suo agio e va altrove. Il ticinese fugge nei centri commerciali. Era questo ciò che volevamo? Una vita all’interno di abitazioni “di standing elevato” e i soldi per evadere comodamente da una città che non vive."
Melitta Jallkanen

mercoledì 2 marzo 2011

Viale Cassarate

Cara Ortica ...un'altra triste notizia per le piante di Lugano. Il filare dei platani lungo il Cassarate in corrispondenza dell'università è stato tristemente tagliato.
L'anno scorso, ad una riunione municipale si era già parlato del taglio di queste piante. Ma speravo almeno che, se proprio necessario a causa dei lavori, solo una parte del filare principale sarebbe stato sacrificato...
Tremo al pensiero che i lavori si stiano lentamente avvicinando al ponte della Madonnetta e alle piante secolari fra quest'ultimo e Casa Serena...
Icchia