SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

QUALE LUOGO AMATE E QUALE DETESTATE? COSA SUSCITA IN VOI? SEGNALATELO CON SCRITTI, FOTO, COMMENTI, FATELO IN MODO ANONIMO, CON UNO PSEUDONIMO O CON IL VOSTRO VERO NOME MA PARTECIPATE AL SONDAGGIO DI SALVIAMO IL SALVABILE!
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giovedì 29 marzo 2012

Vittorio Gregotti e lo spazio pubblico

Cara Icchia,
ieri sul Corriere della sera è apparso un articolo a firma Vittorio Gregotti sullo spazio pubblico, spazio troppo spesso negletto e sacrificato nonostante la sua importanza - come ha peraltro sottolineato anche lo stesso Bernhard Furrer ... proprio il giorno prima. Ne riporto uno stralcio significativo: 
(...) un progetto di architettura deve essere comunque cosciente del fatto che lo spazio tra le cose e il «progetto di suolo» è altrettanto importante delle cose stesse. Si tratta di un progetto capace di porsi in relazione con un contesto storico fisico di uso sociale; un progetto capace di misurarsi con regole comuni e comprensibili, le sole che possono dar valore anche alle eccezioni. Non si può dimenticare che l'ideologia architettonica dominante sul piano del successo mediatico di questi ultimi trent'anni ha proposto invece, nei fatti e nelle intenzioni, una cultura opposta a tutto questo. Una cultura dell'eccezione competitiva, della provvisorietà, della promozione della privatizzazione dello spazio pubblico, della bizzarria senza necessità, e riferita solo agli interessi dei gruppi di poteri sociali transitori, contro ogni memoria collettiva del fatto urbano, contro l'idea stessa di luogo, di antropogeografia, per un'idea di flusso che, in qualche modo, sostituisce il terreno di fondazione delle cose".
Ortica

Ridiamo ossigeno a Villa Ciani

Il Palazzo dei congressi ha fatto il suo tempo, è giunta l' ora di ridare il giusto spazio a Villa Ciani e al suo parco!  Nel 1967, quando fu edificato, si era in tempi di fermento edilizio e per la sua realizzazione non si esitò a sacrificare le scuderie della villa.  

foto da Tio.ch
Oggi, probabilmente, alla luce dell'attuale dibattito sulla salvaguardia del patrimonio, una simile opzione non entrerebbe nemmeno in considerazione. Ma ora si raccolgono i cocci  di scelte discutibili fatte in nome del  "progresso". Come sottolinea Giordano Macchi, primo firmatario della mozione "Rivalutiamo Villa Ciani", "per una volta, in una città dove settimanalmente vengono tolti degli spazi per costruire, si potrebbe fare il contrario, ponendo riparo a uno sfregio che era stato fatto al Parco Ciani". Come non dargli torto? Tanto più che  alla luce del futuro sviluppo di Lugano - si legge nella mozione -  il Polo culturale Lac e il nuovo centro congressuale alberghiero del Campo Marzio costituiranno "due importanti poli di riferimento, complementari e perfino sinergici".  E non da ultimo, la demolizione del Palacongressi contribuirà a valorizzare piazza Castello e piazza Indipendenza.
Ortica

martedì 27 marzo 2012

Il Ticino di nuovo bacchettato da Bernhard Furrer

Cara Icchia,
in materia di salvaguardia del territorio e del patrimonio noi ticinesi siamo gli ultimi della classe. Il giudizio - severo -  è quello di Bernhard Furrer che in una lunga intervista al blog di Villa Argentina ci rimanda un'immagine del nostro cantone davvero desolante.
È vero che negli ultimi 40 anni in tutta la Svizzera  lo sviluppo urbano ha conosciuto un'accelerazione  tale da avere indotto le autorità, verso la fine degli anni '70, ad adottare profonde modifiche degli strumenti di pianficazione. Ma il caso di Lugano non è paragonabile a nessun altro.
Qui, " il patrimonio costruito e i giardini sottostanno a una pressione che rispetto al resto della Svizzera è eccezionale. Lo sviluppo economico e i guadagni finanziari prevalgono in modo quasi assoluto sulle considerazioni che riguardano alla qualità urbanistica e alla salvaguardia delle risorse storiche. Anche dopo la recente definizione dei beni protetti a livello comunale, che è stata migliorata in modo considerevole grazie alla pressione dell'opinione pubblica, rimane il fatto che il numero dei beni sotto protezione è estremamente limitato se paragonato a quello di una città svizzera francese o tedesca".
E i nuovi edifici non brillano certo per le loro qualità estetiche.
"Il costruito degli ultimi decenni e di oggi, nella sua maggioranza, non risponde alle esigenze minime di uno sviluppo adeguato della città. I volumi sono troppo massicci, troppo alti e soprattutto la qualità architettonica tanto in struttura quanto in facciata non è soddisfacente."
Verrebbe da chiedersi perché. E il perché è che noi ticinesi non siamo sufficientemente consapevoli "dell'importanza della salvaguardia di edifici storici se questi ultimi non sono di carattere sacro". Negli altri cantoni svizzeri la demolizione di Villa Branca e di Villa Galli non sarebbe nemmeno stata presa in considerazione. Anzi! "Tutte e due sarebbero state messe sotto protezione da anni o decenni, le misure necessarie sarebbero state incluse nel piano regolatore e oggi sarebbero in buono stato di conservazione, avrebbero un uso appropriato e sarebbero oggetti di orgoglio tanto per i proprietari quanto per il Cantone".
Il patrimonio è una sorta di archivio storico tridimensionale: a chi mai verrebbe in mente di buttare via un vecchio documento? "Nel suo insieme il patrimonio edificato testimonia della nostra storia; la sua presenza nella nostra vita di ogni giorno ci accompagna, ci dà la sicurezza della costanza. Rappresenta un bene della comunità intera (...) appartiene a noi tutti come ricchezza culturale".
La salvaguardia del costruito non deve limitarsi ai singoli beni, ma estendersi al loro contesto, soprattutto se qualificante per una città a misura d'uomo. Parliamo degli spazi pubblici. Per troppo tempo i pianificatori hanno dimenticato che "i luoghi dove la gente si dà appuntamento, dove ci si incontra per caso, dove sono possibili feste e manifestazioni sono indispensabili per formare e per rinforzare una comunità, specialmente in una democrazia".
E non sono certo i grandi centri commerciali...
Ortica


Clinica Moncucco: due più due fa quattro

Carto Erto,
c'è un dettaglio da non sottovalutare per meglio capire come mai il municipio abbia comunicato alla direzione della clinica Moncucco di volere effettuare "ulteriori approfondimenti di natura giuridica" in merito alla revoca della licenza edilizia decisa lo scorso 7 marzo e annullata appena due settimane dopo. Ti ricordo che dopo aver inizialmente affidato il progetto di Day Hospital all'architetto Pietro Boschetti,  nel 2005 la clinica lo ha estromesso preferendogli Giorgio Giudici, il nostro sindaco-architetto. Quando si dice "essere in buone mani"...!
Ortica

Residenze secondarie: la lungimiranza di Jost Krippendorf

Cara Icchia,
non posso che condividere le considerazioni di Eugenio Foglia (pubblicate tra l'altro sul CdT di oggi) sull'esito - per certi versi sorprendente- della recente votazione sulle residenze secondarie. Un intervento equilibrato che denuncia un malandazzo che va avanti da oltre un trentennio e al quale va attribuita parte della responsabilità di un risultato sul quale nessuno avrebbe scommesso.  Eccolo (le sottolineature sono mie): 

"Si susseguono i commenti sull’esito della votazione sulle residenze secondarie: si passa dalla costernazione per l’esito infelice (non è il mio caso) alla comprensione per la decisione del sovrano (è questo il mio caso). Poi c’è chi, con malcelato senso della vendetta, se la spassa, più che per la vittoria, per la sconfitta degli avversari, rei di avere in passato deturpato irrimediabilmente il paesaggio, di aver solo speculato e di essere la causa di crescenti costi infrastrutturali e dell’aumento degli affitti. Ma dove erano alla fine degli anni settanta questi costernati, i comprensivi e rispettivamente quelli che fanno salti di gioia? Dove erano i politici di allora quando il prof. Jost Krippendorf li rendeva attenti sugli svantaggi e i pericoli di un proliferare di residenze secondarie? Già allora questo esimio professore dell’Università di Berna e direttore dell’Istituto di ricerca sul tempo libero e il turismo organizzava conferenze, pubblicava libri e scriveva articoli sul tema. Egli si esprimeva poi in termini molto critici sul divario sempre più manifesto fra obiettivi e realtà del turismo svizzero e sulle strategie con le quali affrontare il futuro. Al punto “Rapporto fra industria alberghiera e para-alberghiera”, l’obiettivo dichiarato era di raggiungere un miglior equilibrio fra il numero di letti in queste due forme di alloggio. La situazione reale (già allora!), con l’avanzata sfrenata delle residenze secondarie, fu un drastico peggioramento di questo rapporto a sfavore del settore alberghiero, mentre si facevano previsioni di un ulteriore aggravamento. E come si è proseguito? Speculando, cambiando piani regolatori a vantaggio d’immobiliaristi, pianificatori, impresari costruttori per investire nell’industria para-alberghiera e nell’edilizia senza badare molto all’estetica e alla protezione dell’ambiente.
In altre parole si erano fissati degli obiettivi e delle strategie, ma si è fatto il contrario. Si è consentita la distruzione delle fonti primarie di attrazione turistica: il paesaggio (non estensibile) e il patrimonio storico e architettonico. E oggi ci si ritrova con un prodotto turistico in buona parte deteriorato che diventa così sempre più difficile “vendere” agli ospiti.
L’esito della votazione non mi ha quindi sorpreso più di quel tanto: vi è stata una reazione, forse sproporzionata, a una smoderata edilizia. A un eccesso si è risposto con un altro eccesso. Anche il voto del mio comune d’origine, Paradiso, dal territorio martoriato, è stato emotivo ma sintomatico: ha accettato l’iniziativa Weber come dimostrazione d’insofferenza verso il proliferare di edifici di lusso, di residenze secondarie e di un’edilizia divoratrice di verde. E anche il fatto che nel Ticino turistico questa iniziativa abbia raccolto il 46% dei favori la dice lunga sull’indice di gradimento per l’operato della politica nei confronti del territorio.
Tuttavia anche altri, unitamente al prof. Krippendorf, avevano ammonito oltre una trentina di anni fa che si stava esagerando con il permissivismo edilizio, la cementificazione e le residenze secondarie! Anche un nostro scrittore, molti anni or sono, affermò che “in Ticino l’albero che prolifica di più è la gru”.

Ortica


lunedì 26 marzo 2012

Considerazioni invernali

Cara Ortica, ripensando alla triste visione degli alberi secolari (in buona salute) che abbiamo visto sacrificare alla foce del Cassarate a favore di un "progetto" di riqualificazione, che -come sappiamo - spesso è solo bello e funzionale nei modelli 3D presentati per i concorsi, non posso che chinarmi sconsolata ad osservare in città quante piante (soprattutto oleandri) abbiano sofferto molto o non siano sopravvissute a questo inverno che si è manifestato in tutta la sua aggressività in febbraio.
Un altro anno nero per le piante di Lugano.
Icchia

domenica 25 marzo 2012

O forse no?

Leggo l'intervento di Erto Fumagalli in Salviamo i Cedri di via Moncucco a proposito della recente decisione del Municipio di non rilasciare la licenza edilizia al progetto che avrebbe richiesto il sacrificio dei cedri del parco. Lo condivido e lo pubblico integralmente unendomi all'appello rivolto a tutti gli avvocati ... 

"A proposito di abbassare la guardia...
In data 22 marzo 2012 il Municipio di Lugano scrive alla Spettabile Moncucco SA la lettera seguente:
"Ci riferiamo alla nostra risoluzione municipale dello scorso 7 marzo, comunicataVi tramite scritto del 15 marzo 2012, relativa al diniego del rilascio della licenza edilizia relativa all'edificazione di un nuovo stabile amministrativo con autosilo annessi alla Clinica sulla part. no. 1335 sezione Lugano, in via Soldino7.
Al riguardo, Vi informiamo che l'Esecutivo cittadino intende effettuare degli ulteriori approfondimenti di natura giuridica in relazione alla Vostra domanda per l'ottenimento della licenza edilizia sopra menzionata.
Per questo motivo il Municipio di Lugano, nel corso della sua seduta del 21 marzo 2012 ha risolto la revoca della risoluzione municipale del 7 marzo 2012."
Vi ricordo che nel citato scritto del 15 marzo 201 si puo' leggere quanto segue:
"L'opposizione dell'Autorità cantonale, in base all'art. 7 cpv. 21LE è vincolante per il Municipio, il quale è tenuto a respingere la domanda di costruzione facendo proprie le motivazioni del Dipartimento del Territorio".
Quindi, cosa sta facendo il Municipio di Lugano con la lettera del 22 marzo 2012? Non starà trasgredendo una disposizione cantonale vincolante contro la quale è comunque possibile fare ricorso al Consiglio di stato?
Ora la Moncucco SA rappresentata dall'Avv.Renzo Respini, deve sottostare all'Autorità cantonale, del quale parere è al corrente visto che il Municipio di Lugano glielo ha comunicato, o deve far finta che nulla sia successo?
Mi appello a tutti gli avvocati per risolvere questo enigma giuridico.
Buona serata.
Manca poco alle elezioni comunali!"
Erto, rimaniamo ... all'erta!
Ortica

venerdì 23 marzo 2012

Bocciato definitivamente il progetto di ampliamento della clinica Moncucco

Cara Icchia,
finalmente una buona notizia: il progetto di ampliamento della clinica Moncucco, che prevedeva l'abbattimento di alcuni cedri maestosi, è definitivamente sepolto. La città ha negato la licenza di costruzione in base a considerazioni che avevano già indotto la Stan e i cittadini di Besso a mobilitarsi contro l'ennesima cementificazione di "un'area verde a parco di grande pregio, urbanisticamente importante e qualificante l'intero quartiere". Decisiva - in quanto vincolante per la città -  l'opposizione per motivi paesaggistici del Dipartimento del Territorio!
Ortica

giovedì 22 marzo 2012

Ex clinica San Rocco: un altro pasticciaccio?

 Ha ragione Alessio Arigoni a dire che  i cittadini si sentono presi in giro. Il verde urbano si assottiglia sempre di più.  Ultimo episodio in ordine di tempo,  quello concernente iI parco  antistante l'ex clinica San Rocco ridotto a un terzo nonostante il promotore immobiliare si fosse impegnato a tutelarlo.  Impegno che aveva indotto l'Ufficio della natura e del paesaggio a dare preavviso favorevole per la realizzazione di un nuovo complesso residenziale.  Ma stando al progettista,  il taglio di 25 alberi sarebbe stato autorizzato dalla città.  Una vicenda poco chiara che esige risposte chiare. E che si presta ad alcune riflessioni. I cedri della clinica Moncucco hanno avuto sorte migliore grazie alla determinazione e alla mobilitazione degli abitanti di Besso. Perché? Nel caso dell'ex clinica San Rocco, il progetto immobiliare aveva sollevato l'opposizione di un solo confinante, poi ritirata dopo l'impegno assunto dal promotore di salvaguardare il parco. Morale:   
1. Mai fidarsi delle assicurazioni di un promotore immobiliare. Più che la tutela del verde, gli preme la vista.
2. Mobilitarsi. Solo in questo modo si può sensibilizzare politici e opinione pubblica.
Ortica

venerdì 9 marzo 2012

Si riparla anche di Villa Favorita

Villa Favorita fa ancora parlare di sé. In bene, questa volta. Dopo le polemiche innescate dal progetto "Archi di luce" per la cui realizzazione sono stati sacrificati importanti alberi secolari, dopo le modifiche alla copertura del tetto oggetto dell'interrogazione di Giovanni Bolzani, dopo le divergenze tra Cantone e Comune in merito alla sua protezione nell'ambito della variante di PR, ecco che il Municipio accetta in parte la mozione del consigliere comunale socialista Martino Rossi (anno 2004) per l'acquisizione parziale di mappali del complesso della villa. L'obbiettivo è aprire al pubblico un parco, un giardino botanico e un percorso pedonale a lago. L'elemento naturalistico in quanto parte integrante del complesso era stato messo in evidenza proprio dal rapporto commissionale sulla Variante dei beni culturali. "Il pregio maggiore del comparto - cito - è rappresentato dall'interconnessione e dall'equilibrio di tutti gli elementi architettonici e naturali presenti (...)". Il rapporto concludeva invitando quindi il Municipio a "rilanciare nuove idee per salvaguardare questo bene primario per il Ceresio e Lugano", coinvolgendo anche i proprietari.

foto Keystone da cdt.ch 
Ebbene, questa volta il Municipio non ha fatto orecchie da mercante. Anche se nella sua recente risposta all'interrogazione si è premurato di ribadire di non condividere il parere del Dicastero del Territorio di "sottoporre all'obbligo di mantenimento della facciata a lago e la copertura della Pinacoteca" per il rischio di "penalizzare fortemente una verosimile riconversione (...) pena - e questa è la chicca finale - "la poco opportuna fossilizzazione della sostanza edilizia esistente". Già, la fossilizzazione. Il cavallo di battaglia caro al nostro-sindaco architetto contro chi si batte per la tutela del patrimonio.
Ortica