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giovedì 30 maggio 2013

Villa Galli: il re è nudo


Villa Galli potrebbe essere sottratta alle ruspe: lo ha messo in luce questa sera la puntata di Falò interamente dedicata alla vicenda della Romantica. La rivelazione è di quelle esplosive. Da 5 anni il Cantone è in possesso di una perizia stilata dall'ex giudice federale Sergio Bianchi le cui conclusioni sono chiarissime: con l'istituzione di un vincolo di protezione (possibile, stando alla LBC, anche in presenza di una licenza edilizia cresciuta in giudicato) "un mero divieto di demolizione non dovrebbe di principio comportare l'espropriazione materiale".  Sgomberando così il campo al problema dell'indennizzo milionario evocato spesso e volentieri.

Ma in barba agli strumenti di legge che ne consentirebbero la tutela, ai pareri di eminenti studiosi, agli appelli dell'ultima ora -tra cui quello della STAN-,  alle reazione indignate degli spettatori, le parole conclusive di Riccardo de Gottardi, del Dipartimento del territorio sono state: "Ci sono una serie di problemi che non porteranno a un intervento del Consiglio di stato in forma coercitiva". Ma Villa Galli non è uno "status symbol" (in questo diamo ragione al neoeletto consigliere di Stato Barra),  bensì un bene meritevole di essere iscritto tra i beni culturali di importanza cantonale per la sua portata storica, artistica e paesaggistica. Per questo, è doveroso che il Cantone operi con la massima trasparenza e dica apertamente quale sia questa "serie di motivi". Ce lo aspettiamo tutti.

Ortica

domenica 19 maggio 2013

Ville storiche di Bellinzona a rischio


La recente demolizione di Villa Salvioni a Bellinzona - uno dei molti edifici citati dalla Guida d'arte della Svizzera italiana ad essere finiti sotto le ruspe- ha il merito di avere aperto gli occhi a molti bellinzonesi sull'insufficiente tutela di cui gode il ricco patrimonio storico-architettonico della città. Bellinzona, contrariamente alla martoriata Lugano, vanta ancora innumerevoli testimonianze architettoniche della fine '800 e degli inizi del '900 le quali, se mantenute e ristrutturate anziché demolite, potrebbero fare della capitale un vero gioiello . La loro salvaguardia, tuttavia, è lungi dall'essere garantita.

Il rischio che corre la Turrita ha indotto cinque consiglieri comunali PPD a presentare una mozione al Municipio, sollecitato a sua volta dalla Stan ad adottare in tempi rapidi una revisione del piano regolatore. Ma la consapevolezza che è urgente intervenire prima che sia troppo tardi sta maturando anche nella popolazione. Emblematico, in proposito, quanto scritto di recente da Marchio Tenchio sul CdT : "Centro storico, ville e castelli sono una sola cosa: patrimonio culturale, architettonico e spirituale dei bellinzonesi, patrimonio da mantenere a tutti i costi per i nostri posteri". Come annotava già nel lontano 1910 Theodore Roosevelt a proposito di salvaguardia ambientale, occorre "impedire che una minoranza priva di principi distrugga un patrimonio che appartiene alle generazioni che verranno". Un'esortazione che non ha perso  d'attualità. Abbiamo l'obbligo civile e morale di intervenire non solo a tutela delle ville di Bellinzona, ma anche alla luce di quanto sta accadendo sulle rive del Ceresio, dalle parti di Melide.  

Ortica

martedì 14 maggio 2013

Una tragicommedia poco romantica


È una tragedia, anzi no: piuttosto una tragicommedia. Ecco la breve cronistoria di una tragedia annunciata -ma non ancora del tutto consumata. Il 29 aprile con 18 voti a favore e 1 contrario il Consiglio comunale di Melide decide l'abbattimento della settecentesca Villa Galli per salvare i suoi campi da tennis. Le autorità si difendono imputando la responsabilità all'inerzia del Cantone. E non hanno tutti i torti. All'indomani del voto, c'è chi dichiara di non capire "questo attaccamento assoluto a volerla tenere". Dopo tutto non è uno "status symbol"! Peccato che a esprimersi così sia il neo eletto consigliere di stato Michele Barra che sull'argomento -ammette- non è molto ferrato. Speriamo che quale titolare del Dipartimento del territorio colmi al più presto la lacuna.

Passano due giorni dal voto ed ecco che si manifestano le prime voci di pentimento. In un appello a mezzo stampa, quattro cittadini del ridente borgo lacustre -dove già sorgeva Villa Branca- si appellano all'ente pubblico e alla buona volontà del privato perché La Romantica sia salvata in modo dignitoso. Tra i pentiti, due consiglieri comunali. Guarda caso, tra i più accesi sostenitori del no alla variante di PR che ne avrebbe consentito il mantenimento. Fortunatamente,  c'è chi da prova di maggior coerenza.

Il 2 maggio, la Società ticinese per l'arte e la natura sollecita il Consiglio di stato a fare uso dell'articolo 17 della LBC per la messa sotto tutela di un bene minacciato e non protetto anche in presenza di una licenza di costruzione già approvata. C'è da chiedersi come mai il Cantone non se ne sia ancora servito. Tanto più che già in passato -a due riprese- era stato esortato ad avvalersene!

A dar man forte alla STAN, giunge un'interrogazione di tre deputati al Gran Consiglio per i verdi: il lodevole Consiglio di Stato darà attuazione alle richieste della Stan? Intenderà applicare l'art. 17 della Legge sulla protezione dei beni culturali (del 13 maggio 1997) e salvare Villa Galli? in generale, come intende proteggere dalla speculazione edilizia le altre ville storiche site su tutto il territorio cantonale?

A proposito di ville storiche:  

Fra le circa centodieci ville che sorgevano sul lago di Lugano negli anni immediatamente seguenti la seconda guerra mondiale, e risalenti al periodo fra la metà del Seicento e l'inizio del Novecento, alcune sono particolarmente pregevoli. Villa Galli e Villa Branca, a Melide, fanno parte della decina di ville più importanti. Questo patrimonio è in grave pericolo ed è già stato oggetto di devastazioni: infatti circa 25 ville sono già state demolite.

A dichiararlo, nel 2009, era Pier Giorgio Gerosa in un'intervista rilasciata alla Società di storia dell'arte in Svizzera. Villa Branca nel frattempo è stata demolita...

Eppur qualcosa si muove. Sembra che il ministro della cultura, il socialista Manuele Bertoli, sia pronto a perorare la causa della STAN in Consiglio di stato. E il Governo è stato sollecitato a servirsi dell'articolo 17 della LBC anche in un pressante invito della Società ticinese degli amici dell'educazione del popolo e di utilità pubblica.

Ortica

mercoledì 1 maggio 2013

Villa Galli e l'orecchio da mercante del Governo


Già 5 anni fa, il Consiglio di Stato era stato sollecitato a tutelare Villa Galli facendo capo alla LBC. In una lettera aperta del 10 marzo 2008 a seguito della decisione di non tutelarla e dunque di consentirne la demolizione, Nadir Sutter scriveva testualmente: "(...) non esiste nessun motivo per il quale il lodevole Consiglio di Stato non debba ordinare una sospensione del permesso di demolizione, secondo quanto prescrive la Legge sulla protezione dei beni culturali (9.3.2.1, Titolo III articolo 17 il quale dice: "se un bene protetto o degno di protezione è esposto al rischio, il Consiglio di Stato deve ordinare senza indugio le misure provvisionali necessarie)."  Allora, il Governo fece orecchie da mercante. Potrà permetterselo ancora?

Ortica