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giovedì 29 marzo 2012

Vittorio Gregotti e lo spazio pubblico

Cara Icchia,
ieri sul Corriere della sera è apparso un articolo a firma Vittorio Gregotti sullo spazio pubblico, spazio troppo spesso negletto e sacrificato nonostante la sua importanza - come ha peraltro sottolineato anche lo stesso Bernhard Furrer ... proprio il giorno prima. Ne riporto uno stralcio significativo: 
(...) un progetto di architettura deve essere comunque cosciente del fatto che lo spazio tra le cose e il «progetto di suolo» è altrettanto importante delle cose stesse. Si tratta di un progetto capace di porsi in relazione con un contesto storico fisico di uso sociale; un progetto capace di misurarsi con regole comuni e comprensibili, le sole che possono dar valore anche alle eccezioni. Non si può dimenticare che l'ideologia architettonica dominante sul piano del successo mediatico di questi ultimi trent'anni ha proposto invece, nei fatti e nelle intenzioni, una cultura opposta a tutto questo. Una cultura dell'eccezione competitiva, della provvisorietà, della promozione della privatizzazione dello spazio pubblico, della bizzarria senza necessità, e riferita solo agli interessi dei gruppi di poteri sociali transitori, contro ogni memoria collettiva del fatto urbano, contro l'idea stessa di luogo, di antropogeografia, per un'idea di flusso che, in qualche modo, sostituisce il terreno di fondazione delle cose".
Ortica

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