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domenica 5 febbraio 2012

Rinaturazione della foce: a che prezzo!


Cara Icchia,
nei giorni scorsi mi sono imbattuta in un paio di scritti di lettori preoccupati per la sorte degli alberi del Parco Ciani. La rinaturazione della foce del Cassarate ha fatto scorrere fiumi di inchiostro ed è stata accettata dai luganesi con un risicatissimo 51% . Si sapeva che il progetto avrebbe comportato l'abbattimento di alcuni alberi, ma la realtà che si presenta ai frequentatori del parco lascia senza parole. Non è difficile immaginare cosa possa provare Tita Carloni, strenuo difensore degli alberi e acerrimo nemico dei "fitoassassini", di fronte a questo spettacolo...

             








Il Parco Ciani che il sito di Ticino turismo vanta come "polmone verde della città, luogo di tranquille passeggiate, dove non si può rimanere impassibili al fascino suscitato dagli imponenti alberi secolari" ha già perso due platani pluricentenari, sacrificati per lo scavo delle condotte di trasporto dell'acqua destinata a raffreddare il supercomputer del centro di calcolo di Cornaredo.
Ora - scrive sul Cdt dello scorso 1 febbraio Peter Rossi (consigliere comunale plr, membro del comitato "Giù le mani dal Parco Ciani") - "chi si è recato al Parco Ciani in questo gennaio (sempre frequentatissimo nonostante il freddo), non può non aver sofferto osservando nella zona della foce, alberi che hanno impiegato parecchi anni per diventare maestosi monumenti della natura trasformati in legna da ardere. Una strage d'innocenti in versione botanica, paradossale se si pensa che lo scopo principale del progetto era e rimane quello di riconsegnare l'area alla natura".
In cuor mio non posso dargli torto. Come non posso dare torto alle preoccupazioni oggetto di una recente interrogazione a firma dello stesso Rossi e di altri sei firmatari.
Ortica
Foto tratte da www.parcociani.ch

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