Non vedo, non parlo, non sento: è la perfetta illustrazione dell'atteggiamento
del Governo di fronte agli appelli che in queste ultime settimane si sono
succeduti nell'ultimo vano tentativo di spingerlo a intervenire con urgenza per salvaguardare La Romantica. L'ultimo vergognoso episodio di indifferenza
nei confronti del patrimonio ticinese -poche ore per ridurre in polvere oltre due secoli di
storia- si è consumato oggi.
Nelle ultime settimane il Cantone è
rimasto sordo alla discesa in campo della STAN, della Società svizzera di storia
dell'arte in Svizzera, dei docenti del corso di laurea in conservazione e
restauro della Supsi , della sezione ticinese della Federazione svizzera degli
urbanisti e -dulcis in fundo- della professoressa Sonja Hildebrand
dell'Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura dell'USI.
Sbigottimento e indignazione non devono però
tramutarsi in rassegnazione. Anzi. Quando la legge antepone le ragioni del
mercato e del profitto a quelle della cultura e del pubblico interesse occorre
reagire con forza. Condivido pienamente un commento del Times Literary
Supplement pubblicato dopo lo smembramento di diciannove disegni acquarellati
del grande artista inglese William Blake. Lo cito sostituendo il termine
di proprietà con quello di salvaguardia: "L'avidità privata e l'inerzia del legislatori sono disperanti. E' ora di aprire un dibattito sulla salvaguardia dei beni culturali, e chiedersi se l'interesse privato debba sempre prevalere sul bene comune".
Affinché
nel cantone nessun'altra villa storica sia consegnata alle ruspe, vittima
dell'ingordigia dei promotori immobiliari e della colpevole inerzia delle
istituzioni, è più che mai urgente l'adozione
di nuove leggi in grado di tutelare efficamente il nostro passato. Intanto
benvenga l'iniziativa della STAN che ha promosso una petizione per la tutela
delle ville storiche di Bellinzona. Facciamo sì che si tratti soltanto di un
primo passo al quale farne seguire altri ben più incisivi.
Ortica
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