E a proposito del ritorno alla terra, ecco cosa scrive Carlo Petrini
(fondatore di Slow Food) in un articolo apparso su Repubblica lo scorso 7
giugno.
"Siamo sempre più d’accordo
che il cambiamento serve e si comincia a intravedere, ma non ce ne siamo
accorti fino a ieri, e tanti continuano a non capire. Per esempio se qualcuno
dice che è necessario un "ritorno alla terra", una rivalutazione delle
economie agricole, dei mestieri manuali e dell’artigianato, di sistemi
produttivi e di consumo locali e sostenibili, viene immediatamente visto come
un personaggio naif e fuori dal mondo. Ben che vada come una specie di guru che
dice cose interessanti, ma pur sempre irrealizzabili. Invece è necessario
cambiare occhiali, e allora si comincia a vedere. Si capisce che nel mondo
tutto questo sta già avvenendo, da anni. Perché le buone pratiche che si
possono mettere in atto riguardo al cibo, all’agricoltura, all’ambiente, agli
antichi saperi che rimodernizzano i mestieri, sono tutte in essere in molte
parti del Pianeta (...)
Il ritorno alla terra, foss’anche
un diverso modo di fare la spesa, per coloro che vestono vecchi occhiali è
utopico o "di nicchia". Ma sono sicuro che tante piccole realtà li
travolgeranno, relegandoli, loro sì, in una nicchia dimenticata. Nessuno pensa
- anche molti profeti del cambiamento - che queste persone stiano facendo vera
economia. Ma oggi un pastore giovane riesce a fare più economia reale di tanti
che vi sarebbero preposti, ve lo garantisco. «Finalmente la primavera sta
arrivando», mi ha detto un entusiasta Ermanno Olmi una sera a margine di un
convegno dedicato ai nuovi mestieri del cibo e dell’ambiente dove sono
intervenuti tanti giovani già impegnati. Sottoscrivo in pieno, e gli altri si
mettano il cuore in pace. La primavera sta arrivando: si può sentire, si può
vedere".
Ortica
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