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venerdì 3 giugno 2011

Lugano è più brutta? Sì, lo dice Bernhard Furrer

Cara Icchia,
Lugano è diventata più brutta. Parola di Bernhard Furrer, già presidente della Commissione federale dei monumenti storici e docente alla cattedra di "Recupero, restauro e trasformazione" dell'Accademia di architettura di Mendrisio. Dunque, non l'ultimo venuto.  Lugano, denuncia, è preda di una vera e propria follia demolitrice che lascia dietro di sé beni architettonici di pregio, il cui unico torto è quello di essere edificati su terreni i cui indici fanno gola a operatori immobiliari sempre più aggressivi. "Lugano si sbarazza del suo patrimonio architettonico: un'evoluzione discutibile dettata dagli appetiti senza freno del fiorente mercato immobiliare", scrive senza mezzi termini Furrer in un lungo articolo apparso oggi sulla NZZ. Gli interessi economici sembrano prevalere e condurre a una politica di salvaguardia estremamente restrittiva, soprattutto quando a tutelare è il comune, prosegue Furrer evocando gli stralci effettuati dalla città all'elenco di beni da salvaguardare proposti dal Cantone nell'ambito della variante di PR. " Una scorsa alla lista dei beni stralciati sembra suffragare l'impressione che siano stati privilegiati soprattutto gli interessi derivanti dalla rivalutazione della parcella nel caso di una nuova edificazione".  Tra questi figura un gran numero di edifici, che in qualsiasi città della Svizzera tedesca sarebbero tutelati per  la loro qualità architettonica. In particolare ville del primo decennio del secolo scorso, come Villa Elisa, opera dell'architetto luganese Americo Marazzi. E se molte altre realizzazioni di Marazzi non sono considerate nella variante di PR,  altre finiranno sotto le ruspe come l'omonima Villa Elisa in Via Moncucco "un gioiello dell'architettura ticinese costruita nel 1904 dall'architetto Luigi Luvini" la cui demolizione è stata però avallata. "Reintegrare gli edifici stralciati comprometterebbe lo sviluppo economico della città secondo il sindaco Giorgio Giudici, architetto e in quanto tale direttamente coinvolto nelle nuove edificazioni". Il tempo stringe, occorre attivarsi politicamente prima che Lugano perda ulteriori importanti testimonianze dell'architettura del 19esimo e del 20esimo secolo. Parola di Bernhard Furrer.
Ortica

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