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mercoledì 15 giugno 2011

I tre concetti di Dacia Maraini

Cara Icchia,
è anche nelle sue prese di posizione sul paesaggio - "il grande malato d'Italia" (e non solo) - che si riflette l'impegno civile di Dacia Maraini. Leggevo proprio ieri: "Dovunque ci si volti, si trova che il cemento cresce e diminuiscono l'erba, la terra, l'acqua e in libertà". Quasi, dico io, che la cementificazione sia l'unica via d'uscita alla crisi economica, nell'ottica sorpassata - lo dice Settis - della "retorica dello sviluppo"  promossa da quei cementificatori i quali  - lo dice Maraini - "nella convinzione che ogni filo d'erba costituisca un impedimento al guadagno, non riescono mai a rivolgere uno sguardo verso il futuro". "Le gettate di cemento non risolvono la questione,  anzi l'aggravano", in quanto all'origine di squilibri e disastri ambientali. Il prezzo da pagare? Elevato, poiché i costi ("un mucchio di denaro") vanno a gravare su tutta la comunità. Non solo: "L'equilibrio storico tra popolazione e territorio è già compromesso o sul punto di collassare"  scrive, citando a sua volta Franco La Cecla. Non è così anche da noi? Il rimedio, per Dacia Maraini, sta in tre semplici concetti: meno pretesa di dominio degli uomini sulla natura, meno speculazione, meno voracità.
Ortica

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