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domenica 24 febbraio 2013

LPT: le mucche non mangiano cemento!


Cara Icchia,

"Chi si oppone alla revisione sostenuta dal Consiglio federale  e dal Parlamento? Potenti settori dell'economia – Unione svizzera arti e mestieri (USAM), Economiesuisse (nata dalla fusione tra il Vorort e  la Proec), Società svizzera degli impresari costruttori, Associazione svizzera dell'economia fondiaria, Gastro Suisse, Associazione svizzera dei trasportatori stradali ecc.- e parte delle forze politiche (PLR nazionale, UDC, sezioni cantonali del PPD (tra cui Ticino, VD, GE, VS, FR, NE),  giovani PLR, giovani PDC, giovani UDC). Se si analizzano i loro argomenti, che possono essere consultati sul sito dell'USAM, si constata che non si preoccupano minimamente: dello sconsiderato consumo, in atto, di suolo e terre agricole; dell'urbanizzazione dispersiva; dell'abbruttimento del paesaggio; del peggioramento della qualità di vita (aumento di inquinamento acustico, luminoso oltre che dell'aria e dell'aumento di malattie alle vie respiratorie in particolare tra anziani e bambini ad esso legate); dell'aumento esorbitante che si verifica già oggi dei prezzi di terreni e di nuovi edifici (case o appartamenti) dovuto alla speculazione fondiaria e alla bolla immobiliare di cui si parla da tempo.
A proposito del consumo di suolo non deve sfuggire il legame che esso ha con la sovranità alimentare di un paese: secondo l'Ufficio federale dello sviluppo territoriale «in Svizzera si registra una perdita di 76 mq di terreno agricolo al minuto»; inoltre secondo il 6° Rapporto sull'alimentazione in Svizzera, presentato dall'Unione dei contadini svizzeri il 4 gennaio 2013, la Svizzera è divenuto «il paese che importa la maggior quantità di alimenti per abitante al mondo»!

Queste annotazioni sono di Tiziano Fontana, coordinatore del comitato Parco di Villa Argentina,  il quale nel suo blog ha messo in luce un aspetto estremamente importante della revisione in votazione. Quello della sovranità alimentare è un argomento collaterale ma sicuramente non secondario. Senza contare che limitare lo spreco di suolo agricolo potrebbe consentire il recupero di un patrimonio edilizio rurale ancora presente sul territorio. Spingendoci oltre, la tutela del territorio e quella dell'agricoltura potrebbero innescare -in una sorta di circolo virtuoso- nuove modalità economiche, come hanno sottolineato Carlo Petrini e Salvatore Settis di recente ospiti di Fabio Fazio a "Che tempo che fa". Rimanendo sempre nella vicina Italia, ricordiamo in proposito che la cementificazione crescente dei suoli agricoli è sfociata, lo scorso autunno, nell'approvazione di un disegno di legge quadro su «valorizzazione delle aree agricole e contenimento del consumo del suolo».  Poiché le cifre fanno paura: la contrazione della superficie agricola in 40 anni è passata da 18 a 13 milioni di ettari, penalizzando soprattutto le aree fertili come la Pianura Padana. E dal 1956 al 2012 il territorio edificato è aumentato del  166%.
 
Da navecorsara.it
 
Verrebbe da dire - parafrasando il titolo di un libro di recente pubblicazione -  che "le mucche non mangiano cemento" ... anche da noi! Il  territorio è una risorsa limitata da tutelare per le generazioni future. Ricordiamocene prima di votare sulla revisione di legge in votazione il 3 marzo.
Ortica

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