Cara Icchia,
"Chi si
oppone alla revisione sostenuta dal Consiglio federale e dal Parlamento? Potenti settori
dell'economia – Unione svizzera arti e mestieri (USAM), Economiesuisse (nata dalla fusione tra il Vorort e la Proec), Società svizzera degli impresari costruttori, Associazione svizzera dell'economia fondiaria, Gastro Suisse, Associazione svizzera dei trasportatori stradali ecc.- e parte delle
forze politiche (PLR nazionale, UDC, sezioni cantonali del PPD (tra cui Ticino,
VD, GE, VS, FR, NE), giovani PLR, giovani
PDC, giovani UDC). Se si analizzano i loro argomenti, che possono essere
consultati sul sito dell'USAM, si constata che non si preoccupano minimamente:
dello sconsiderato consumo, in atto, di suolo e terre agricole; dell'urbanizzazione
dispersiva; dell'abbruttimento del paesaggio; del peggioramento della qualità
di vita (aumento di inquinamento acustico, luminoso oltre che dell'aria e
dell'aumento di malattie alle vie respiratorie in particolare tra anziani e
bambini ad esso legate); dell'aumento esorbitante che si verifica già oggi dei
prezzi di terreni e di nuovi edifici (case o appartamenti) dovuto alla
speculazione fondiaria e alla bolla immobiliare di cui si parla da tempo.
A proposito
del consumo di suolo non deve sfuggire il legame che esso ha con la sovranità
alimentare di un paese: secondo l'Ufficio federale dello sviluppo territoriale «in
Svizzera si registra una perdita di 76 mq di terreno agricolo al minuto»; inoltre
secondo il 6° Rapporto sull'alimentazione in Svizzera, presentato dall'Unione
dei contadini svizzeri il 4 gennaio 2013, la Svizzera è divenuto «il paese che
importa la maggior quantità di alimenti per abitante al mondo»!
Queste annotazioni sono di Tiziano Fontana,
coordinatore del comitato Parco di Villa Argentina, il quale nel suo blog ha messo in luce un aspetto
estremamente importante della revisione in votazione. Quello della sovranità
alimentare è un argomento collaterale ma sicuramente non secondario. Senza
contare che limitare lo spreco di suolo agricolo potrebbe consentire il
recupero di un patrimonio edilizio rurale ancora presente sul territorio. Spingendoci
oltre, la tutela del territorio e quella dell'agricoltura potrebbero innescare -in una sorta di circolo virtuoso- nuove modalità economiche, come hanno sottolineato Carlo
Petrini e Salvatore Settis di recente ospiti di Fabio Fazio a "Che tempo
che fa". Rimanendo sempre nella vicina Italia, ricordiamo in proposito che la
cementificazione crescente dei suoli agricoli è sfociata, lo scorso autunno, nell'approvazione
di un disegno di legge quadro su «valorizzazione delle aree agricole e
contenimento del consumo del suolo». Poiché
le cifre fanno paura: la contrazione della superficie agricola in 40 anni è
passata da 18 a 13 milioni di ettari, penalizzando soprattutto le aree fertili
come la Pianura Padana. E dal 1956 al 2012 il territorio edificato è aumentato
del 166%.
Da navecorsara.it |
Verrebbe da dire - parafrasando il titolo
di un libro di recente pubblicazione - che
"le mucche non mangiano cemento" ... anche da noi! Il territorio è una risorsa limitata da tutelare
per le generazioni future. Ricordiamocene prima di votare sulla revisione di
legge in votazione il 3 marzo.
Ortica
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