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martedì 3 febbraio 2015

Bré e la svolta sostenibile del CC di Lugano

Ci sono voluti ben cinque anni, per vedere accolta (seppur parzialmente) la mozione interpartitica che nel 2010  chiedeva di porre un freno alla speculazione edilizia sul Monte Bré mediante la revisione del Piano regolatore. Eppure questi cinque anni   hanno funto da  laboratorio, da fucina democratica, che ha visto confrontarsi (spesso a muso duro) i fautori di una politica dello statu quo e quelli di una pianificazione condivisa tra cittadini e autorità, in primis l'associazione "Uniti per Bré" nata proprio per salvaguardare il villaggio e l'ambiente circostante da una nuova colata di cemento nella pregiata zona cosiddetta "Ai piani".

da "Uniti per Bré"

La svolta impressa ieri dal Consiglio comunale con l'accettazione all'unanimità di tre dei cinque punti della mozione  (allestimento di un nuovo piano regolatore, di un piano particolareggiato delle zone limitrofe e la ridefinizione delle zone edificabili) è emblematica e significativa di come la percezione del territorio stia mutando- e in meglio. Si fa strada una nuova sensibilità che nel territorio vede sempre di più un bene comune da preservare e sempre di meno una risorsa da saccheggiare. Una trasformazione che si innesta in un discorso molto più ampio, in atto un po' ovunque, alla nostre latitudini e non solo. Pensiamo, a livello federale, alla nuova Legge sullo sviluppo territoriale o,  per quel che concerne il nostro Cantone, alla recente riuscita delle due iniziative "Spazi verdi per i nostri figli" e "Un futuro per il nostro passato" ma anche, a livello istituzionale, della brusca frenata impressa dal Dipartimento del territorio alle scelte pianificatorie del municipio di Mendrisio per il comparto di Valera (leggete in proposito il commento di Daniela Carugati "Un mondo alla rovescia" apparso su "La Regione").

La nuova realtà venutasi a creare con le aggregazioni e l'accorpamento nella grande Lugano (ormai soltanto tale in quanto a superficie...) anche di villaggi inseriti nell'Inventario federale ISOS -come Bré, appunto-  impone un ripensamento di quello che è l'attuale contesto urbano: non più locale ma regionale. Lungimirante in proposito, il commento dell'ingegner Pierino Borella apparso nel novembre di due anni fa sul "Corriere del Ticino". Oggi, oltre muoverci in nuovo contesto urbano regionale, occorre fare i conti con i piani di paesaggio comprensoriali previsti dalla nuova LST.  La revisione del PR di Lugano - scriveva Borella - si presenta pertanto come un'opportunità unica per allestire un  disegno paesistico con importanti ricadute sulla qualità urbana e "dovrebbe essere incorniciata in un progetto di paesaggio comprensoriale regionale".

La decisione di ieri del CC potrebbe essere il primo, importante passo in questa direzione. Tanto più che un progetto paesaggistico di ampio respiro è imprescindibile da quello che l'architetto e docente all'Accademia di Mendrisio João Gomes da Silva (citato da Borella) considera "un processo d'ascolto per capire le caratteristiche intrinsiche di quel luogo, per comprendere l'intensità e le potenzialità delle energie che determinano le funzioni che sostengono quel dato paesaggio".  Partecipazione condivisa, progetto d'ascolto, bene comune, rivisitazione dei margini tra edificabile e non edificabile ...benvenga la nuova svolta voluta, fortissimamente voluta, da tutti i gruppi e le associazioni di cittadini che in questi anni si sono  battuti con tenacia e caparbietà per una grande Lugano più rispettosa dei grandi valori storici e culturali del suo comprensorio.

Ortica


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