Ci vorrebbe un miracolo per salvare la
Romantica. O forse un referendum? Le sorti di Villa Galli a Melide si
giocheranno lunedÌ sera quando il Consiglio Comunale dovrà pronunciarsi su due
diverse varianti pianificatorie elaborate dal Municipio per impedirne la
demolizione. In attesa del verdetto, gli avversari affilano le armi: chi a fronte del suo scandaloso degrado ne
preconizza la demolizione, quasi fosse un
rudere insignificante da eliminare al più presto ( a dire di taluni, la
penserebbe così la maggioranza della popolazione) e chi da anni si batte per
ridarle il lusto e la dignità che si merita. L'ormai annosa controversia non
può lasciare indifferenti. Ma come si è
giunti a questo punto? Di la colpa?
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Foto da Heimatschutz |
Anni
fa, in un intervento sul diverso approccio alla difesa del patrimonio culturale
da parte della penisola e della Svizzera italiana, l'architetto Riccardo
Bergossi - difensore sin dalla primissima ora di Villa Galli- ravvisava nella suddivisione esistente tra "beni
di interesse cantonale" e "beni di interesse comunale" una vera
e propria "sciagura". Proprio a Melide, il caso di Villa Branca
insegna. Il Cantone non aveva ritenuto necessaria l'istituzione di un vincolo cantonale,
segnando così di fatto il suo destino. Per Villa Galli, le cose sono andate altrimenti. Dopo non averla ritenuta degna di protezione, il Cantone si è poi ricreduto attivandosi con la controparte per la ricerca di una soluzione soddisfacente per le parti.
Alla vigilia del voto di domani, dalle
pagine del CdT di sabato Bergossi (già
coautore di una ricerca su Villa Galli) rinnova il suo appello: Villa Galli è da
salvare. Lo fa, unitamente a Bernhard Furrer, già presidente della Commissione federale dei monumenti storici, Simona Martinola, storica dell'arte e dell'architettura e Heiner Rodel, responsabile per il Canton Ticino dell'elenco dei giardini storici della Svizzera. Villa
Galli non è un edificio insignificante, bensì
una testimonianza unica. Unica, sottolineano unanimi gli studiosi, per il suo "valore storico, artistico e paesaggistico", poiché "elemento fondamentale nell'iconografia di Melide e nella sua memoria
collettiva".
A ricordarcelo, nel loro tratto inconfondibile, anche due disegni di Tita Carloni che per l'ex
Romantica sognava un destino ben diverso. "Colpito
dalle critiche di chi non vedeva nella Romantica più nulla che valesse la pena
di venire salvaguardato - scrive Ruben Rossello nell'ampio contributo
dedicato dal quotidiano a Villa Galli -, qualche mese fa prese la matita e schizzò
come sarebbe potuta diventare dopo un attento restauro". Due schizzi inediti che, speriamo, siano di
buon auspicio.
Ortica
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