Domani, come ogni 22 aprile dal 1970 a
questa parte, ricorre la Giornata della terra che celebra il diritto di
vivere in un ambiente sano, equilibrato e sostenibile. La salvaguardia
dell'ambiente è prioritaria, alla stessa stregua della tutela del territorio,
dell'agricoltura, della salute, realtà tra loro strettamente interconnesse. La
crescente fame di terra sta producendo effetti perversi, primo tra tutti quello
del Land Grabbing. Complice la crisi finanziaria, speculatori e investitori puntano su valori solidi: la terra, appunto. Lo diceva già Mark Twain: "Comprate terra perché non ne fabbricano
più" .
Oggi la cementificazione del suolo, oltre che essere responsabile della scomparsa
del patrimonio storico-architettonico, lo è anche di quella di suolo fertile, di
terre coltivabili. Ma la terra è una risorsa vitale e come tale va rispettata. A ricordarcelo su La Repubblica del 18 aprile è Carlo Petrini, fondatore dell'associazione "Slow Food" che scrive:
"Diamo fiducia a chi vuole tornare a coltivarla, curarla, amarla in virtù di un rapporto più stretto e simbiotico di quello che ha la media di ognuno di noi. Sì perchè è inaudito che si continui a fare finta di nulla di fronte allo scempio che sta subendo il nostro Paese. Accade a un ritmo esponenziale, folle, si consuma suolo fertile, si cementifica, si detrupa il paesaggio e si pregiudicano tutti i valori, materiali e immateriali di cui la terra, bene comune, è portatrice".
La giornata della terra - scrive - "è una giornata per ricordarci il valore di ciò che calpestiamo, respiriamo, usiamo, mangiamo, ammiriamo, abitiamo". Abbiamo ancora la scelta: o continuare a "spremerla come un limone o farla fruttare in maniera rispettosa". La terra è portatrice di valori materiali e immateriali, ricordiamocene.
Ortica
PS: in occasione del 40esimo anniversario del "Earth Day", la RSI aveva diffuso il bel documentario di Robert Stone "I giorni della terra". Se avete occasione, andate a rivedervelo, ne vale la pena.
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