Sonni tranquilli
a Gandria e a Bellinzona: ma altrove?
Gandria e
Bellinzona, recentemente nel mirino degli appetiti degli immobiliaristi,
possono tirare un sospiro di sollievo. Gandria è un bene paesaggistico di
inestimabile valore, tra i villaggi più significativi situati in riva al lago a
livello nazionale. È infatti un sito pittoresco
in base al decreto legislativo sulle bellezze naturali, un paesaggio di
importanza naturale secondo l'inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti
naturali di importanza nazionale e un insediamento svizzero di importanza
nazionale secondo l'Inventario federale degli insediamenti svizzeri da
proteggere. Ebbene, in barba a tutto ciò, l'ex sindaco Pacchin - dopo il no al
progetto edilizio firmato GG - ci aveva riprovato affidando all'architetto
Lo Riso l'elaborazione di un nuovo progetto. Bocciato anche quest'ultimo con il preavviso negativo del Dipartimento del territorio. E pensare che dalle pagine patinate di una rivista di casa nostra, Lo Riso ne
aveva vantato i pregi definendolo
"un progetto per la valorizzazione di Gandria". La palla è ora nelle mani del municipio di
Lugano: allineatosi una prima volta al no (vincolante) del Cantone, difficilmente
potrà fare diversamente.
Anche il segnale
giunto nei giorni scorsi dalla Turrita è forte: la capitale è decisa a dotarsi
di una variante di PR la cui elaborazione tenga conto dei 309 nuovi oggetti
d'interesse locale potenzialmente degni di tutela individuati dal censimento
dell'UBC. Oggi a Bellinzona i beni culturali protetti d'interesse locale sono 33
ai quali si aggiungono 53 di importanza cantonale. Non sono dunque caduti nel
vuoto gli appelli lanciati lo scorso anno a difesa delle ville storiche di
Bellinzona e sfociate in una mozione del gruppo PPD, in una petizione della
STAN e in un'iniziativa popolare dei Verdi (frattanto dichiarata irricevibile. Ma i verdi non ci stanno).
In attesa del
nuovo PR, il patrimonio storico-architettonico
della città è in una botte di ferro: il municipio intende esaminare
l'introduzione di una nuova zona di pianficazione ai sensi della LST: e stando
alla legge "al suo interno nulla può essere intrapreso che possa rendere
più ardua la pianificazione dell'utilizzazione" e "le domande di costruzione in contrasto con gli
obbiettivi del piano di formazione sono decise negativamente". Possiamo
dormire sonni tranquilli. Ma non per questo non rimanere vigili. Altrove, i cementificatori
sono in agguato.
Alcuni giorni fa
Villa Gerosa, a Rancate, è stata battuta all'asta per più di 12 milioni di
franchi. Se l'è aggiudicata la Banca
Raiffeisen, ma il suo futuro rimane
un'incognita. L'istituto di credito la metterà certamente in vendita e la villa,
opera di Tita Carloni, fa gola soprattutto per l'estensione del terreno. Ad un
primo progetto per l'edificazione di sei stabili, ne era seguito un secondo,
ridimensionato dopo che il primo era stato abbandonato in seguito alla levata
di scudi sollevata alla prevista demolizione della villa. La promotrice Renza
de Dea aveva così commentato la rinuncia: "Bisogna
decidere se vogliamo lo sviluppo o se è meglio ritirarci sui pascoli". Leggete cosa le aveva risposto Andrea Stéphani, consigliere comunale dei verdi di Mendrisio ...
Ortica
Nessun commento:
Posta un commento