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venerdì 16 maggio 2014

Sonni tranquilli a Gandria e a Bellinzona: ma altrove?


Sonni tranquilli a Gandria e a Bellinzona: ma altrove?

Gandria e Bellinzona, recentemente nel mirino degli appetiti degli immobiliaristi, possono tirare un sospiro di sollievo. Gandria è un bene paesaggistico di inestimabile valore, tra i villaggi più significativi situati in riva al lago a livello nazionale.  È  infatti un sito pittoresco in base al decreto legislativo sulle bellezze naturali, un paesaggio di importanza naturale secondo l'inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali di importanza nazionale e un insediamento svizzero di importanza nazionale secondo l'Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere. Ebbene, in barba a tutto ciò, l'ex sindaco Pacchin - dopo il no al progetto edilizio firmato GG - ci aveva riprovato affidando all'architetto Lo Riso l'elaborazione di un nuovo progetto. Bocciato anche quest'ultimo con il preavviso negativo del Dipartimento del territorio. E pensare che dalle pagine patinate di una rivista di casa nostra, Lo Riso ne aveva vantato i pregi definendolo  "un progetto per la valorizzazione di Gandria".  La palla è ora nelle mani del municipio di Lugano: allineatosi una prima volta al no (vincolante) del Cantone, difficilmente potrà fare diversamente.

Anche il segnale giunto nei giorni scorsi dalla Turrita è forte: la capitale è decisa a dotarsi di una variante di PR la cui elaborazione tenga conto dei 309 nuovi oggetti d'interesse locale potenzialmente degni di tutela individuati dal censimento dell'UBC. Oggi a Bellinzona i beni culturali protetti d'interesse locale sono 33 ai quali si aggiungono 53 di importanza cantonale. Non sono dunque caduti nel vuoto gli appelli lanciati lo scorso anno a difesa delle ville storiche di Bellinzona e sfociate in una mozione del gruppo PPD, in una petizione della STAN e in un'iniziativa popolare dei Verdi (frattanto dichiarata  irricevibile. Ma i verdi non ci stanno). 

In attesa del nuovo PR,  il patrimonio storico-architettonico della città è in una botte di ferro: il municipio intende esaminare l'introduzione di una nuova zona di pianficazione ai sensi della LST: e stando alla legge "al suo interno nulla può essere intrapreso che possa rendere più ardua la pianificazione dell'utilizzazione" e "le  domande di costruzione in contrasto con gli obbiettivi del piano di formazione sono decise negativamente". Possiamo dormire sonni tranquilli. Ma non per questo non rimanere vigili. Altrove, i cementificatori sono in agguato.

Alcuni giorni fa Villa Gerosa, a Rancate, è stata battuta all'asta per più di 12 milioni di franchi.  Se l'è aggiudicata la Banca Raiffeisen,  ma il suo futuro rimane un'incognita. L'istituto di credito la metterà certamente in vendita e la villa, opera di Tita Carloni, fa gola soprattutto per l'estensione del terreno. Ad un primo progetto per l'edificazione di sei stabili, ne era seguito un secondo, ridimensionato dopo che il primo era stato abbandonato in seguito alla levata di scudi sollevata alla prevista demolizione della villa. La promotrice Renza de Dea aveva così commentato la rinuncia: "Bisogna decidere se vogliamo lo sviluppo o se è meglio ritirarci sui pascoli".  Leggete cosa le aveva risposto Andrea Stéphani, consigliere comunale dei verdi di Mendrisio ...
Ortica

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