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venerdì 30 maggio 2014

Caso Enderlin: les laisons dangereuses dei politici


Lo scorso 7 maggio, tre consiglieri comunali verdi di Bellinzona hanno chiesto al municipio di monitorare una situazione immobiliare sempre più surriscaldata. "La stipulazione degli accordi bilaterali - si legge nella loro interpellanza per un registro pubblico delle abitazioni vuote - ha aperto il mercato immobiliare svizzero, e quello cantonale, a investitori esteri che con la loro crescente domanda hanno innalzato i prezzi degli immobili spingendo a un uso e abuso sconsiderato del territorio". Che dopo lo scempio perpetrato nel Luganese, ad essere finiti nel mirino degli speculatori e degli immobiliaristi d'assalto fossero il Sopraceneri e Bellinzona lo avevamo già denunciato lo scorso anno. D'altronde, prendendo coscienza della gravità e dell'urgenza della situazione, il Municipio aveva dato prova di tempestica e sensibilità decretando il congelamento di tutte le richieste di demolizione e ciò in attesa della conclusione del censimento UBC sui beni meritevoli di tutela. Cosa fatta capo ha: le autorità bellinzonesi hanno ora deciso di avviare la procedura per dotarsi di una variante di PR che tenga conto dei beni segnalati.


Ma la tutela del territorio deve spingersi oltre. I sempre più rari terreni non ancora edificati fanno gola a molti. In atto da alcuni anni, l'accelerazione impressionante del moltiplicarsi di cantieri ha modificato in modo irriversibile il nostro paesaggio. Anche nella capitale, denunciano i verdi bellinzonesi, "si costruisce ormai ovunque, risalendo le montagne, su terreni in pendenza, senza giardini, a ridosso di strade e di altri immobili, principalmente proprietà per piani e superfici industriali".  A Lugano, dove i terreni ancora edificabili sono ormai merce rarissima, si costruisce ormai ovunque davvero. La prova?  Le modine poste su questo fazzoletto di pietra e cemento in via Zurigo:  pendenza ripidissima, spazio esiguo, accesso al cantiere di certo non dei più semplici -la strada che si intravvede è tra le più trafficate della città- eppure... Eppure.



Di riflesso, il pensiero non può non correre al recente dell'arresto in Italia dell'imprenditore luganese e consigliere comunale PLR Davide Enderlin, coinvolto nel caso Carige.  Sembrerebbe che i soldi finiti a Lugano tramite Enderlin fossero destinati a investimenti immobiliari. E se Enderlin protesta la sua innocenza -in dubio pro reo- , il suo non è ne il primo ne sarà l'ultimo caso di politici coinvolti in scandali legati al mattone. Che l'immobiliare profumi sovente di denaro frutto di affari illeciti non è una novità, come d'altronde testimonia  il recentissimo scandalo di Expo 2015 scoppiato nella vicina penisola. Non è forse giunta l'ora di aprire gli occhi anche da noi e di denunciare le facili e possibili derive del settore?  


Dopo il caso dell'ex sindaco di Bissone, la vicenda Enderlin dovrebbe mettere tutti sul chi vive. Il rischio, purtroppo concreto, del possibile intreccio di interessi tra politici nostrani e operatori  immobiliari meriterebbe di essere affrontato apertamente per evitare pericolose derive nocive al buon funzionamento delle istituzioni e alla fiducia dei cittadini nelle stesse. Denunciato apertamente dai verdi bellinzonesi, l'uso e abuso sconsiderato del territorio favorito (direttamente o indirettamente)  dall'afflusso di capitali esteri è un tema prioritario, da affrontare senza remore e senza indugi.  Poiché gli interessi in gioco  rischiano di ridurre il territorio a semplice oggetto di speculazione, ove reddito e  investimento sono destinati a prevalere su quello che il paesaggio e la sua difesa dovrebbero essere: strumenti di coesione  della comunità e portatori di valori civili.


Ortica






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