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domenica 8 gennaio 2012

La città e la memoria

Cos'è una città se non il luogo privilegiato della memoria e degli affetti?  Cosa sarebbe senza il legame che proviamo per gli angoli e gli edifici che nutrono i nostri ricordi? Un guscio vuoto...

Perché
"potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so già che sarebbe come non dirti nulla. Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato  (...). Di quest'onda che rifluisce dai ricordi la città s'imbeve come una spugna e si dilata (...) Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d'una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole".
(Italo Calvino, da Le città invisibili)

Ortica



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