Tutto è bene quel che finisce bene, verrebbe da dire. Il Tribunale federale ha messo
definitivamente fine ad una vicenda che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro e tolto il sonno a fautori e oppositori
del controverso progetto immobiliare "Borgo degli ulivi" a Gandria.
Ci sono voluti ben sei anni tra ricorsi e controricorsi, ma quello che si apre
oggi grazie alla sentenza dello scorso
28 agosto - ricordiamo che si tratta del ricorso
interposto dai promotori del progetto contro la decisione del TA - è un capitolo importantissimo per la tutela
di Gandria: un capitolo che potrebbe (e dovrebbe) condurre alla revisione del suo
piano di quartiere. Il PR di Gandria è, il men che si possa dire, obsoleto (risale
al 1993), dunque del tutto inadeguato a tutelare un sito pittoresco in base al Decreto legislativo sulla protezione delle Bellezze naturali, un paesaggio di importanza nazionale secondo l'Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali e un insediamento svizzero di importanza nazionale secondo l'Inventario federale degli insediamenti da proteggere.
D'altronde, come ribadito da Losanna, l'interesse pubblico è preponderante anche a front del rispetto dei parametri edilizi vigenti. Il tormentone sul progetto immobiliare promosso
dall'ex sindaco Claudio Pacchin - proprietario del terreno sul quale già nel
2008 l'ex sindaco-architetto Giorgio Giudici aveva immaginato un complesso mai
realizzato - ha comunque il merito di avere sancito - se ve ne fosse stata ulteriore
necessità - l'importanza dell'ISOS, l'inventario federale spesso (volutamente)
mal recepito dai promotori immobiliari come pure quella del principio
dell'inserimento ordinato e armonioso nel paesaggio, principio altrettanto
bistrattato, previsto dalla LST. Emblematico
in proposito, quello che già scriveva la STAN nel 2013 nella sua opposizione al
progetto Lo Riso: "Se si
esamina il PR di Lugano/Gandria, ci si avvede che, per quel che concerne il
comparto I-Ci II definito dall’ISOS, il documento comunale si trova in crasso
contrasto con le prescrizioni dell’inventario nazionale che, essendo di diritto
superiore, è prevalente. Il PR di Gandria va dunque modificato per armonizzarlo
con l’ISOS e il PD08".
Rimane ora da aspettare quale
sarà la mossa del municipio di Lugano. In proposito, L'Associazione Viva
Gandria, nata proprio sull'onda del moto di contestazione al progetto Giudici, scrive: "Sono passati nove anni e il governo non ha mai dato risposta, nonostante la Costituzione riconosca ai cittadini il diritto di ottenerla "entro un termine ragionevole". In seguito, nell'ambito di varie procedure, la città di Lugano è stata invitata più volte dalle Commissioni federali e cantonale del paesaggio a modificare il Piano regolatore per il comparto sul quale dovevano sorgere le palazzine: senza esito." E conclude: "Auspichiamo che, almeno questa volta, l'esecutivo comunale dia una celere risposta per farci sapere quali sono i suoi progetti per Gandria".
Lo auspichiamo anche noi.
Ortica
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