Vento di fronda tra gli inquilini degli
stabili di Via Marco da Carona e di Via Ferri a Molino Nuovo. E c'è di che. Gli
stabili potrebbero venire demoliti, nonostante il loro inserimento nell'elenco
dei beni culturali di interesse locale (BCL) nell'ambito della Variante di
piano Regolatore approvata nel settembre 2011. Dopo la decisione del precedente municipio di sostenere il ricorso presentato al Consiglio di stato
dalla Cassa pensione di Lugano (CPDL), proprietaria del mappale, contro la loro tutela, i vecchi immobili sono a rischio. Ma i diretti interessati
non ci stanno e in una lettera aperta al Municipio chiedono di salvare tutto il
Rione Madonnetta.
Con la prevista riqualifica del comparto e dei due
fondi adiacenti (pure di proprietà della CPDL) , il volto di Molino nuovo - già profondamente segnato dalle trasformazioni degli ultimi anni - rischia di perdere definitivamente parte della
sua identità. Il complesso degli stabili di Via Marco da Carona e di Via Ferri costituiscono infatti un esempio di edilizia popolare del periodo postbellico in quello che era un quartiere popolare e artigianale. E per questo, meritevoli di tutela in quanto
parte integrante della sua storia e della sua identità.
Ma non solo. La loro realizzazione fu
affidata agli architetti Cavadini & Beeler, autori (i primi) di costruzioni
significative dell'architettura del '900 ticinese, tra cui l'ex -ahimé- Clinica
San Rocco di Lugano ( E qui apriamo una parentesi doverosa e dolorosa. La clinica fu costruita negli anni 1934-1935 da
Eugenio e Agostino Cavadini. Citata niente di meno che nella Guida d'arte della
Svizzera italiana come "uno dei primi edifici razionalisti del
Cantone" è stata demolita nel 2011 per fare
posto... all'ennesima palazzina residenziale).
Dicevamo. Non è soltanto la qualità architettonica di
un'opera che concorre a determinare il suo valore quale bene culturale da
tutelare, bensì anche il suo interesse pubblico in quanto testimonianza della nostra
memoria. Non è forse quanto afferma la stessa Commissione federale dei monumenti
storici? "Un oggetto del passato con
particolare carattere di testimonianza diventa monumento storico attraverso il
riconoscimento della società".
Al complesso del Rione della Madonnetta, in quanto insieme di stabili di valore sociale, si può pertanto attribuire una
connotazione storico-culturale pari a quella della Masseria di Trevano, esempio
di costruzione rurale tipica della storia del nostro Cantone. Entrambe sono testimonianze storiche, parte della nostra memoria collettiva. Memoria cui
fanno d'altronde riferimento anche gli autori della lettera aperta al
Municipio:
"Chiediamo - scrivono - che anche questo nostro Rione non venga
inutilmente sacrificato perché rappresenta una significativa parte della storia
della nostra Città, del nostro Quartiere (come pubblicizzato nel sito della
Città a riguardo della storia dei quartiere di Molino Nuovo, dove viene proprio
citata la “Via Marco da Carona” e la “zona della Madonnetta”).
E proseguono: "Questi stabili, assieme ad altre significative opere adiacenti
come l’asilo di via Ferri, sono parte del patrimonio comune e degno di
salvaguardia da un destino “incerto” affinché, come diceva Tita Carloni, “…le città non diventino sempre più brutte ed
ingiuste ….”.
Ci fermiamo qui. Quale conclusione migliore se non le
parole di Tita Carloni?
Ortica
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