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giovedì 6 marzo 2014

Lugano è al verde ma Carona è comunque in buone mani ....


Gli attacchi al territorio non sono solo la cementificazione selvaggia e l'imbruttimento del tessuto urbano ridotto a contenitore di scatoloni omologati, lo scempio delle pendici  delle montagne prese d'assalto da palazzinari in cerca di scampoli di terra vista lago per l'edificazione di residenze per nuovi ricchi. Gli attacchi al territorio si sferrano anche con progetti che non tengono conto delle perculiarità paesaggistiche di villaggi e frazioni protetti a più livelli, non da ultimo dall'ISOS. Come Carona.  

Carona, nuova acquisizione dell'(ex) grande e ricca Lugano sarà il nuovo paradiso del pump-track? Lugano alla corda  in cerca di nuovi potenziali risorse turistiche non trova di meglio che progettare un percorso da adrenalina per amanti del mountain-bike: indovinate dove?  A Carona, in pieno parco San Grato. La realizzazione del percorso prevede una miscela di  terra  ricoperta da uno strato di pavimentazione in asfalto su una lunghezza di 350-390 metri circa. Insomma, come commenta l'associazione "Carona e l'Arbostora", "sarebbe come costruire un simile percorso al parco Ciani". Peggio. Perché -aggiunge- "ci troviamo in zone protette dai vari inventari federali (degli insediamenti, del paesaggio, delle vie di comunicazione antiche) e inoltre con valori naturalistici importanti". Concordiamo. E ci uniamo all'appello e alla speranza di "Carona e l'Arbostora" perché l'improvvisazione ceda il posto ad una progettazione seria e responsabile delle zone verdi ereditate dalle aggregazioni. Stefano Baragiola, segretario di Uniti per Bré e membro del Consiglio direttivo di STAN, è impegnato in prima persona nella difesa dei valori paesaggistici del comprensorio luganese e dei suoi sette villaggi - Bré, Gandria e Carona ne fanno parte - protetti dall'ISOS. Ecco quanto ci scrive a proposito del controverso progetto:

Succede che nel bel mezzo delle discussioni pubbliche sulla necessità di rivedere il piano regolatore di Lugano, si trova la geniale, si fa per dire, idea di costruire una pista per mountain bike pump trak (solo gli esperti sanno cosa vuol dire) nel bel mezzo di un paesaggio protetto a livello federale (IFP), quello dell’Arbostora e in particolare il parco San Grato località Segrom. Non sapete dov’è, non sapete nulla di questo parco e di quella località, che sembra avere un nome russo? Non ha importanza, saprete tutto del pump trak in compenso. Infatti avrete anche saputo delle code che nelle ultime settimane si stanno formando agli sportelli dell’ente turistico del luganese con la gente a chiedere di poter sfogare la loro voglia di pump trak. Nessun timore, questa è la città del futuro, indebitata fin al collo, con le latrine pubbliche chiuse per risparmiare, ma con la futura pista di pump trak e con l’immancabile “messa in rete del territorio”, perché se il territorio non lo si mette in rete non si è all’avanguardia: questo sì che è un concetto chiaro!  La città deve divertirsi e lì a due passi ci sono queste chiazze di verde e boschi, a far niente, silenziose, uffa che noia! Dai, dimentichiamo i debiti, su di corda! Facciamo dei nuclei di Lugano il parco divertimenti di Lugano, mettiamoli in rete quei villaggetti così carini, fanno quasi tenerezza appollaiati su quelle montagnuzze, com’è che si chiamano? Vabbè, non ha importanza, quel che conta è che il cittadino sappia che la città ci sta pensando, il nostro futuro è in buone mani, anche se bucate…

 

Ortica

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