Non ancora pubblicata, invece - lo sarà il 15 agosto- è la seconda
domanda per l'edificazione di un complesso immobiliare a Gandria. Promotore dell'operazione - è bene
ricordarlo- l'ex sindaco Luca Pacchin. Che a distanza di cinque anni non demorde,
nonostante l'impatto deturpante del suo progetto su un sito paesaggistico
unico. Nella sua interrogazione dello scorso 26 giugno, Raffaella
Martinelli-Peter non ha mancato di
ricordarlo al Municipio. Il
villaggio di Gandria è considerato sito
pittoresco in base al Decreto legislativo sulla protezione delle bellezze
naturali; paesaggio di importanza
nazionale secondo l'Inventario dei paesaggi, siti e monumenti di importanza
nazionale (IFP) nonché insediamento
svizzero di importanza nazionale secondo l'Inventario federale degli
insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS). Analogamente a quanto successo a
Locarno e Bellinzona e in attesa del nuovo PR, gli oppositori chiedono di
istituire una zona di pianificazione o di congelare eventuali progetti sulle
parcelle interessate.
Ricordo, anni fa, di avere assistito all'intervista -esemplare- del
sindaco di un'isola francese assai gettonata tra i turisti che, preoccupato
dell'impatto devastante degli appetiti immobiliaristi, aveva indotto il comune ad
acquistare i terreni edificabili a rischio, sottraendoli così alla speculazione.
Cose mai viste, alle nostre latitudini! D'altronde, il risultato è sotto gli
occhi di tutti. Rallegriamoci quindi per
il moltiplicarsi delle iniziative a difesa del patrimonio come le recenti
raccolte di firme promosse a Bellinzona e
a Locarno.
Non importa chi le promuova: associazioni come la STAN a Bellinzona, in
prima linea per la salvaguardia delle ville storiche della Turrita; comitati spontanei come quello di "Salviamo
il parco ex Balli" a Locarno o, a Mendrisio, il "Comitato Parco di
Villa Argentina" la cui lotta per la valorizzazione del parco della villa è
sfociata in un progetto allestito dall'architetto paesaggista Heiner Rodel. Senza
dimenticare "Uniti per Bré" che con tenacia è riuscita a convincere Lugano della necessità di una pianificazione
condivisa della zona "Ai Piani". La consapevolezza che il territorio
è un bene fragile si sta radicando ovunque con forza. Non aspettavamo altro.
Ortica
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