Questo inizio di
autunno precoce ci ha regalato due notizie rallegranti per la tutela del
territorio, a dimostrazione dell'accresciuta sensibilità delle autorità per la
salvaguardia di quello che ancora non è stato inghiottito dalla voracità delle
ruspe e della speculazione immobiliare. Da un canto, l'ennesima bocciatura da
parte del Consiglio di stato del progetto per l'edificazione di un complesso
nel parco di quella che fu la dimora a Montagnola dello scrittore e premio
Nobel Hermann Hesse. Dall'altro, la decisione del Governo di rispedire al
mittente il ricorso contro il diniego del Municipio di Lugano di concedere la
licenza edilizia al controverso progetto immobiliare "Borgo degli
ulivi" a Gandria.
Entrambi hanno
sollevato un coro di critiche e di opposizioni, non da ultimo anche della STAN,
la Società ticinese per l'arte e la natura. Unanime, la condanna di progetti che stravolgono
l'armonia paesaggistica di entrambi i luoghi, contravvenendo al principio
dell'inserimento armonioso nel paesaggio: nel caso di Montagnola, gli edifici
formerebbero un fronte unico di oltre cento metri, costituendo quindi una
costruzione continua; nel caso di Gandria, il complesso di palazzine del "Borgo
degli ulivi" verrebbe a costituire un fronte unitario senza scorci.
Nei due casi,
nonostante le modifiche apportate ai progetti iniziali, a prevalere sembra
essere l'ostinata cocciuttaggine dei promotori, refrattari all'idea - come nel caso
dell'ex parco Hermann Hesse- che
l'edificazione comprometterebbe l'integrità di un luogo eminentemente
simbolico e l'eredità spirituale e culturale dello stesso; e - nel progetto targato dall'ex sindaco di
Gandria Luca Pacchin- che il complesso
in questione sarebbe manifestamente
incompatibile con gli irrinunciabili valori paesaggistici di un insediamento di
importanza nazionale ISOS. A monte, vi è
comunque il nodo gordiano dell'edificabilità dei terreni. E a quello si appigliano
i promotori.
Nel caso di Gandria, a
dar manforte all'Isos, vi sono anche la nuova Legge sullo sviluppo
territoriale, la Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio,
e la scheda P10 del Piano Direttore 2008.
Che, per dirla tutta, sarebbero motivi ampiamente sufficienti per
indurre la città di Lugano ad una revisione del PR del suo quartiere affacciato
sul lago. Nel caso del parco dell'ex
Casa Rossa, è invece l'eredità spirituale e culturale di questo luogo -emblematico
per l'opera e la vita dello scrittore tedesco- a fornire gli strumenti
giuridici per la sua tutela. Il legame tra creazione letteraria e luoghi
che la ispirarono è incontestabile: la nuova Legge sulla pianificazione del
territorio contempla infatti i mezzi per sostenere progetti di valorizzazione
del patrimonio culturale e paesaggistico. Rientrebbe in questa categoria la
proposta della STAN di creare un Parco letterario Hermann Hesse, tassello
coerente di un percorso già esistente.
Ai promotori, rimane
un' ultima carta: quella del ricorso al Tribunale amministrativo cantonale. Il
legale di Pacchin è intenzionata ad usarla e lo ha già annunciato. Affaire à
suivre.
Ortica
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