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domenica 17 novembre 2013

Tutela del patrimonio: siamo il fanalino di coda


Voto insufficiente su tutta la linea: per i beni tutelati e per l'approccio alla loro salvaguardia. Il Ticino è uscito con le ossa rotte dalla relazione "Bene culturale: cos'è?" tenuta da Bernhard Furrer, già presidente della Commissione federale dei monumenti storici a margine dell'assemblea annuale della STAN.
 
Altrove in Svizzera la tutela del patrimonio comune è considerata prioritaria e si traduce con pianificazioni adeguate, PR restrittivi, zone di conservazione e accorgimenti informativi atti a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del passato e della sua memoria.  D'altronde, stando all'oratore, "ogni società ha i beni culturali che si merita". E in Ticino, ahimé, sono invero pochini. 
 
Lugano, ad esempio, si ferma a circa il 6% e questo anche dopo la combattuta variante di PR che due anni fa ha messo sotto tutela oltre un centinaio di oggetti.  Indovinate qual è la loro percentuale in altre città svizzere, come Lucerna, Berna o Friborgo?  Tra il 23% e il 30%!  A chi volesse approfondire l'argomento trattato dall'architetto Furrer a Mendrisio suggerisco il contributo dedicato alla sua relazione che ho avuto modo di leggere nell'ultimo numero della rivista Il nostro Paese.
 
Ortica

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