Voto insufficiente su tutta la linea: per i beni tutelati e per l'approccio
alla loro salvaguardia. Il Ticino è uscito con le ossa rotte dalla relazione
"Bene culturale: cos'è?" tenuta da Bernhard Furrer, già presidente
della Commissione federale dei monumenti storici a margine dell'assemblea
annuale della STAN.
Altrove in Svizzera la tutela del patrimonio comune è
considerata prioritaria e si traduce con pianificazioni adeguate, PR
restrittivi, zone di conservazione e accorgimenti informativi atti a sensibilizzare
l'opinione pubblica sull'importanza del passato e della sua memoria. D'altronde, stando all'oratore, "ogni società
ha i beni culturali che si merita". E in Ticino, ahimé, sono invero pochini.
Lugano, ad esempio, si ferma a circa il 6% e
questo anche dopo la combattuta variante di PR che due anni fa ha messo sotto
tutela oltre un centinaio di oggetti. Indovinate qual è la loro percentuale in altre città svizzere, come Lucerna, Berna
o Friborgo? Tra il 23% e il 30%! A chi volesse approfondire l'argomento
trattato dall'architetto Furrer a Mendrisio suggerisco il contributo dedicato
alla sua relazione che ho avuto modo di leggere nell'ultimo numero della
rivista Il nostro Paese.
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