Ribaltone al cardiopalma per una
cinquantina di ippocastani di Viale Castagnola: dati per spacciati a inizio
settimana, sono stati graziati due giorni dopo a seguito dell'intervento provvidenziale
di Adriano Censi, presidente della Commissione cantonale Beni Cantonali. Il "restyling"
di Viale Castagnola era stato annunciato nell'ambito del rinnovo
dell'alberatura prevista dal Verde pubblico del Dicastero dei servizi urbani,
misura da attuare tra il 2013 e il 2015. Quello che è increscioso è che nè la
municipale Zanini-Barzaghi, responsabile dell'Area costruzione e servizi
pubbici, nè Roberto Bolgé, responsabile della sezione Verde pubblico, erano al
corrente che quegli alberi non si potevano toccare poiché protetti dallo stesso
PR di Lugano.
All'indomani della notizia dei previsti interventi
di "rinnovo" dell'alberatura di Viale Castagnola, ecco la reazione
immediata dei Verdi che denunciano i ripetuti attacchi al patrimonio botanico
della città e sottolineano come Bolgé non sia nuovo a questo tipo di modus
operandi: "prima si taglia, e
poi magari si valuta". Il
riferimento è a tagli avvenuti in passato di piante ultracentenarie risultate
poi perfettamente sane. Il caso più clamoroso: il taglio di una pianta secolare
al Parco Ciani nell'estate 2013. Eppure,
sottolineano i Verdi, gli alberi secolari sono patrimonio dei cittadini di
Lugano alla stessa stregua - aggiungiamo noi - del patrimonio architettonico
delle vecchie ville luganesi.
I Verdi non perdono tempo e prima che
Censi intervenga e in un'interrogazione sottoscritta da cinque altri consiglieri comunali (4 PLR e 1 PPD) chiedono una perizia indipendente: vogliono sapere se e quali
alberi siano davvero da abbattere. Ora, dopo il provvidenziale intervento
del presidente della commissione cantonale Beni culturali, gli alberi storici destinati all'abbattimento
nell'ambito delle misure di rinnovo dell'alberatura cittadina sono passati da 163
a 109. I 52 ippocastani graziati -"un patrimonio cresciuto in quasi un
secolo e capace di generare plus-valore ancora per decenni"- erano
stati messa a dimora negli anni 1930. Prendere
coscienza di questo patrimonio verde ancora disseminato nel tessuto urbano è ora un
atto dovuto: nei confronti della cittadinanza tutta ma anche di quella che
verrà.
"Diventa grande quella nazione dove gli anziani piantano alberi della cui ombra non godranno mai, cosa sarà di quelle nazioni dove i giovani tagliano gli alberi della cui ombra hanno già goduto!". Questo proverbio greco accompagnava lo scritto di Marusca Andreoli, giovane giardiniera di 28 anni, indirizzato lo scorso maggio all'Ufficio dei servizi urbani. Nello scritto, Marusca esprimeva il suo disappunto e la sua meraviglia per la scarsa considerazione dimostrata nei confronti del patrimonio botanico della città: "Si taglia, si sradica si abbatte, si costruisce sopra...". Gli alberi non possono parlare: diamo loro voce, come abbiamo dato voce alle vecchie ville minacciate dall'avanzata delle ruspe e del cemento. Glielo dobbiamo poichè - come scrive ancora Marusca Andreoli - "gli alberi non fuggono di fronte al pericolo, non si lamentano quando vengono mutilati e sono capaci di morire con grande dignità".
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