Le
immagini pubblicate da La Regione ad illustrazione di quello che sembrerebbe
avere tutta l'aria di un caso di abusivismo edilizio - come chiamarlo
altrimenti? - e rivelato dal quotidiano
alcuni giorni fa sono ben lungi dal rispecchiare le effettive dimensioni del
disboscamento effettuato a Davesco-Soragno: semplicemente gigantesche. Basta
mettere a confronto queste due foto, per rendersi conto dell'enorme impatto
dell'intervento.
È
aberrante che il proprietario sia riuscito a far passare come "lavori di sistemazione del bosco"
l'averlo, di fatto, semplicemente raso
al suolo. Sorgono spontanee alcune domande:
si giustifica ancora una semplice multa per "disboscamento eccessivo" di fronte alla reale entità dei
lavori intrapresi? È sufficiente
intimare il "ripristino della zona
bosco" alla luce del fatto che per la ricostituzione dello stesso
occorreranno anni e anni? Che ne è
rimasto inoltre della parte ad uso agricolo del mappale in questione? Le immagini parlano da sole. Eppure, stando a La Regione, due
mesi fa il DdT (interpellato da un vicino) scriveva: "Non vi sono gli estremi per un nostro intervento". Ma la
risposta si basava su un reale sopralluogo?
E che dire della villa fuori zona che attorno agli anni '70 ha
sostituito l'antica masseria ed ora ha lasciato il posto all'attuale? Come è
stato possibile accordare una licenza edilizia malgrado la crassa violazione di
quello che era considerato un terreno non edificabile? "È il Comune che esegue
formalmente la licenza e controlla i lavori, ma a decidere nei territori ‘fuori
zona’ è il Cantone" ha dichiarato il capodicastero di Lugano Angelo Jelmini interpellato in proposito dal quotidiano. Intanto
il caso continua a far discutere,
nonostante l'assordante silenzio dei media a fronte del clamore della
vicenda e dei numerosi interrogativi che essa pone.
Ma che dice la legge sulle
costruzioni fuori dalle zone edificabili? Per l'Ufficio federale dello sviluppo
territoriale "le licenze di costruzione fuori
delle zone edificabili sono subordinate al rispetto di condizioni molto severe
e hanno valore solo quando sono rilasciate dalla competente autorità
cantonale o sono da essa approvate per iscritto (attraverso una decisione)". Inoltre, "chi apporta modifiche che non sono state approvate, rischia,
anche dopo decenni, di dover ripristinare lo stato originario di legalità
(la sottolineatura è mia). Ciò vale
anche per eventuali successori".
Anche la LPT rimanda all'autorità cantonale, specificando che è "il servizio competente a decidere se
il progetto edilizio sia conforme alla zona o se un'eccezione possa essere
autorizzata". Nel caso di Davesco-Soragno è forse stata fatta
un'eccezione? E se sì, da chi? E per
quale motivo?
Dal canto suo, in caso di
violazioni materiali, la Legge edilizia cantonale prevede che "prima di ordinare la demolizione o la
rettifica di edifici o impianti fuori dalle zone edificabili il Municipio debba
chiedere l'avviso al Dipartimento" ed inoltre che "la demolizione non esclude la procedura di contravvenzione"
(Art.47 cap.V).