Tra ricorsi e controricorsi, si è
protratta per oltre due anni la vertenza per il restauro di Villa Lüthi - bene
protetto d'interesse cantonale nel quartiere di Montarina - e per l'edificazione
sul mappale adiacente di una nuova costruzione. Ma lo scorso gennaio, il
Consiglio di stato vi ha messo fine revocando la licenza accordata dal
Municipio di Lugano nonostante la lunga serie di inosservanze e di carenze del progetto.
La decisione del Comune - ha sentenziato - "ha
violato il diritto, in quanto costitutiva di un eccesso negativo di potere".
Il Governo ha inoltre bacchettato il Municipio che sosteneva l'inapplicabilità
dell'ISOS "perché il PR di Lugano
non lo ha ancora recepito": una sentenza che pesa come un macigno dopo
la recente demolizione, sul piazzale di Besso, di edifici protetti
dall'Inventario federale.
![]() |
immagine STAN |
La decisione con la quale il Consiglio
di stato ha accolto il ricorso della Società ticinese per l'arte e la natura - che ha pubblicato integralmente la sentenza- fa
stato di una lunga lista di inadempienze rilevate nella domanda di costruzione:
dalla carenza di informazioni per il
computo dell'area verde, al mancato rispetto
delle distanze dal confine e tra gli edifici passando per la mancata attenzione
alla tutela del giardino. In particolare, il progetto prevedeva la sostituzione
delle piante esistenti (alberi d'alto fusto) nonostante il loro dissodamento
sottostia all'obbligo di una richiesta di autorizzazione. Richiesta, tuttavia,
che non era stata inoltrata.
Altra lacuna e non da poco: il progetto
non rispettava il principio dell'inserimento armonioso nello spazio
circostante, principio ancorato nella nuova Legge sullo sviluppo territoriale:
"Nella misura in cui non ha
applicato l'art. 109 cpv 2 Lst, il Comune non ha fatto uso della latitudine di
giudizio né dell'apprezzamento conferitogli dalla predetta norma. La decisione
del Municipio viola così il diritto, in quanto costitutiva di un eccesso
negativo di potere".
Dulcis in fondo: stando alla Commissione federale dei
monumenti storici nella tutela di un bene protetto, il contesto è parte
essenziale del monumento. E nel caso specifico,
questo contesto è giustappunto tutelato dall'Inventario federale ISOS. Ne consegue che nel perimetro di rispetto non
sono ammessi interventi suscettibili di compromettere
la conservazione o la valorizzazione del bene protetto. Per il quartiere di Montarina, l'Inventario federale ISOS impone
"una conservazione integrale di
tutti gli edifici, parti dell'impianto e degli spazi liberi: l'eliminazione di
elementi perturbanti nonché il divieto di demolizione e di nuove edificazioni e
l'attuazione di norme rigorose per i rifacimenti". Più chiaro di così. Ma non c'è peggior sordo
di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere.
Ortica
Nessun commento:
Posta un commento